Usa. Clinton contro Trump, è scontro aperto

NEW YORK –  Un vero e proprio scontro all’ultimo sangue è quello andato in scena  nel corso del secondo confronto televisivo tra Donald Trump e Hillary Clinton. Un dibattito incentrato su diversi temi caldi, che ha acceso i toni dei due pretendenti alla Casa Bianca.

Alla fine sarebbe di nuovo Hillary Clinton ad avere vinto un dibattito presidenziale americano, il secondo su tre. Almeno così riferiscono i media americani. Il 57% degli intervistati della BBC sostiene che e’ la candidata democratica ad avere fatto meglio contro il 34% del rivale repubblicano Donald Trump. La vittoria dell’ex segretario di Stato tuttavia e’ stata pero’ meno schiacciante del primo dibattito, avvenuto il 26 settembre scorso, quando risulto’ prima con un 62% dei voti. E infatti questa volta il miliardario di New York ha fatto meglio delle attese, specialmente se si considera la bufera in cui si ritrova da venerdi’ scorso quando il Washington Post ha pubblicato un video del 2005 da cui emerge un Trump sessista e in cui si vanta di potere “fare di tutto” alle donne, anche prenderle per i genitali. Come fatto nel fine settimana per cercare di contenere la crisi mentre molti repubblicani chiedevano la sua testa, Trump ha ripetuto che quelle nel video erano solo “chiacchiere da spogliatoio” di cui certo “non sono orgoglioso”, anzi “ne sono imbarazzato”. Poi ha cambiato subito argomento, risultando chiaramente a disagio. Ma invece che cavalcare l’onda, Clinton non ha attaccato come forse avrebbe potuto: “Quello che abbiamo visto e sentito venerdi’ era Donald che parlava delle donne, cosa pensa delle donne, cosa fa alle donne. E ha detto che quel video non rappresenta chi e’ veramente. Secondo me rappresenta esattamente chi e'”. E cosi’ lui e’ passato – come previsto – a colpire Bill Clinton accusandolo di “cose ben peggiori”, riferimento alle donne che lo hanno accusato di essere state molestate o abusate sessualmente.  

I due candidati si sono confrontati sui temi tipici di questa campagna elettorale, come il fisco e le email che Clinton ha ricevuto e spedito da un account privato quando era segretario di Stato. Nel primo caso Trump ha ammesso di avere sfruttato le scorciatoie permesse da un sistema tributario ormai da cambiare: “Certo che l’ho fatto, come molti dei donatori” di Clinton, ha risposto al moderatore che gli aveva chiesto se aveva usato la perdita da quasi un miliardo di dollari contenuta nella sua dichiarazione dei redditi del 1995 per di fatto evitare di pagare tasse federali nei 18 anni successivi. Quanto al cosiddetto emailgate, Trump ha promesso: “Se saro’ eletto presidente ordinero’ al segretario del dipartimento di Giustizia di iniziare un’inchiesta” su di lei (ne e’ stata condotta una, che non ha portato ad alcuna incriminazione) e “nominero’ un procuratore speciale” chiamato a scoprire cosa e’ successo alle 33.000 email cancellate da Clinton e dunque non consegnate al dipartimento di Stato che lei guidava. Accusandolo di avere ripetutamente detto falsita’ nel corso dell’intero dibattito, la candidata democratica ha dichiarato: e’ un bene “che qualcuno con il carattere di Donald Trump non sia responsabile della legge nel nostro Paese”. Lui ha replicato: “Se lo fossi, saresti in prigione”. Solo alla fine i due hanno ritrovati toni concilianti. Ma solo perche’ un membro del pubblico aveva chiesto loro di dire qualcosa di positivo l’uno sull’altro. Lei ha detto: “Rispetto i suoi figli, sono capaci e fedeli e credo che cio’ dica molto di Donald”. Il miliardario ha invece lodato direttamente Clinton, definendola una “lottatrice” che “non molla mai, non si arrende mai”.  

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