Siria: violenti scontri nella parte est di Aleppo

Forze governative controllano il 40% delle zone calde

Siria: proseguono gli scontri nella parte est di Aleppo tra forze governative e ribelli Damasco, 02 dic – (Nova) – Sono in corso violenti scontri a fuoco nella parte est di Aleppo tra le forze governative di Bashar al Assad ed i ribelli siriani. Le truppe di Damasco continuano a bombardare con intensita’ i quartieri assediati provocando vittime anche tra i civili, mentre le fazioni ribelli unite sotto un unico comando sono riuscite ieri a respingere una nuova offensiva. Ieri, primo dicembre, le fazioni ribelli di Aleppo hanno annunciato di aver dato vita ad una nuova alleanza al fine di contrastare le forze di Assad e quelle russe, appoggiate anche da miliziani filo-iraniani. La rete informativa dell’opposizione “Shabaka al Sham” ha reso noto che la battaglia piu’ cruenta e’ quella combattuta nel quartiere di Sheikh Said, nella parte sud-est di Aleppo, dove i ribelli hanno riconquistato diversi palazzi persi nelle battaglie precedenti. Secondo le stime, le forze governative controllano circa il 40 per cento delle aree che prima erano in mano ai ribelli nella zona orientale di Aleppo. 

La creazione di una nuova alleanza tra le diverse fazioni ribelli lascia intendere che i ribelli non intendono in alcun modo ritirarsi dai quartieri orientali. A dare l’annuncio della creazione della nuova alleanza di ribelli i leader di due gruppi dell’opposizione, dalla Turchia dove si trovano “in esilio”, spiegando che l’alleanza sara’ chiamata “Esercito di Aleppo”, sulle orme dell’Esercito siriano libero (Fsa), la milizia sostenuta da Ankara nel nord della Siria. Il comandante dell’alleanza sara’ Abu Abdelrahman Nour, capo della fazione Jabha Shamiya, uno dei principali gruppi che  combattono nel nord della Siria sotto la bandiera dell’Fsa. Il gruppo Jabha Shamiya, anche noto come Fronte del Levante, ha ricevuto sostegno da Ankara e altri stati che vogliono il rovesciamento del presidente siriano Bashar al Assad. 

Intanto ieri, primo dicembre, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha annunciato che Mosca non fermera’ le sue operazioni ad Aleppo est finche’ la citta’ non sara’ liberata dai “terroristi”, i gruppi dell’opposizione che ieri hanno invece annunciato di voler creare una nuova alleanza in funzione anti-Damasco. Parlando ad una conferenza stampa con l’omologo turco, Mevlut Cavusoglu, nella localita’ turistica di Alanya, nel sud della Turchia, Lavrov ha affermato che la Russia e’ comunque pronta a dialogare con tutte le parti nel conflitto siriano, concordando con il capo della diplomazia turca sulla necessita’ di trovare una soluzione politica alla crisi.

Con l’avanzata su Aleppo, che potrebbe concludersi con la vittoria di Damasco e quindi della Russia (che la sostiene attivamente) entro la fine dell’anno, Mosca ha ormai consolidato pienamente la sua posizione nel conflitto e la Turchia, che ha sempre appoggiato i ribelli siriani anti-Assad, per ora non sembra voler interferire in questa battaglia, malgrado le recenti affermazioni del presidente Recep Tayyip Erdogan. Lo scorso 28 novembre, durante un vertice internazionale a Istanbul, Erdogan ha detto che le forze armate di Ankara hanno lanciato l’operazione Euphrates Shield in Siria “per mettere fine al regime del presidente Bashar al Assad”, definito un tiranno. Queste dichiarazioni hanno creato attriti con la Siria e con la Russia, alla quale Erdogan ha subito fornito spiegazioni, durante una conversazione telefonica con l’omologo russo, Vladimir Putin, avvenuta il 30 novembre. 

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