Tra caro vita e disoccupazione, Italia a rischio esplosione sociale

ROMA – La disoccupazione in Italia continua a salire. Nel quarto trimestre 2011 il livello più alto dal 2001, si registra al 9,7%. E’ quanto riporta l’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro, precisando che i dati potrebbero essere ancora più drammatici visto che ai 2,1 milioni di disoccupati bisogna aggiungerci  migliaia di lavoratori che sono in Cig.

E poi ci sono i “neet”, un nuovo acronimo che non è la marca di un prodotto per la depilazione, bensì una sorta di codice che identifica tutti coloro che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione e che sarebbero 1,5 milioni di persone. Inutile fare le somme, ma stiamo parlando di moltissime persone. Troppe.
E oggi arriva un’altra di quelle notizie che porta quel pizzico di “ottimismo all’incontrario”: il carrello della spesa è sempre più caro rivela l’Istat, che registra un aumento del tasso di crescita a quota 4,7%.
Effetto dei rialzi congiunturali dei beni energetici, dicono gli esperti, come la benzina arrivata ad un aumento da record storico del 20,8%.

Insomma l’effetto domino si fa sentire e così i prezzi, quasi si parlassero tra loro, lievitano all’unisono mentre il consumo inevitabilmente si abbassa ancora di più. Ennesima stangata che il Codacons quantifica in un’ulteriore spesa di 686 euro all’anno per una famiglia composta da 4 persone.
Vogliamo ancora parlare di crescita?

“È inconcepibile che i prezzi alla produzione diminuiscano mentre quelli al consumo aumentano in maniera così vistosa. Questo dato fornisce la prova certa delle pesanti ed intollerabili speculazioni in atto sui prezzi”, commentano il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti  e quello  di Adusbef Elio Lannutti.

E non finisce qui,  perchè a questa situazione limite, c’è da aggiungere un’aggravante non proprio trascurabile, ovvero la riforma del lavoro e le misure di austerità introdotte dal governo Mario Monti che sicuramente non gioveranno a quella ripresa che a onor di cronaca è sempre più distante dai problemi reali delle persone.

Ieri il ministro del lavoro Elsa Fornero è arrivata a dire , testuali parole, che “il governo sta cercando di lavorare perchè l’Italia viva un pò meglio”. Speriamo che sia stata una battuta dettata dal momento contingente,  visto che si trovava ospite all’Asta del Barolo, perchè  la stessa Fornero ha detto di sentire sempre storie angosciose: imprese che chiudono, lavoratori in cassa integrazione o in mobilità. Ed è questa la fotografia dell’Italia oggi, mentre la politica economica va avanti per la sua strada continuando ad ignorare  le drammatiche conseguenze.

Oggi il primo cittadino di Milano Giuseppe Pisapia durante un’intervista ha lanciato dei messaggi chiari che non andrebbero sottovalutati. “O il Governo e il Parlamento prenderanno in tempi brevi decisioni che vanno nella direzione dell’equità e dello sviluppo, oppure il rischio è che a settembre ci sia una vera e propria esplosione sociale”, ha detto il sintesi il sindaco. “Il mio – tiene a sottolineare Pisapia – non è nè pessimismo nè allarmismo, ma una grande preoccupazione. In molti non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. C’è l’incertezza del lavoro e la paura che gli aumenti portino a una situazione per cui per molti sarà difficile fare il proprio dovere di pagare le tasse”.

Insomma per Pisapia il momento è cruciale: “siamo a un bivio”, ha detto. In pratica se non arriveranno segnali di maggiore equità l’Italia corre dei seri rischi e questa volta non con le banche, ma con i cittadini.  Insomma il clima sociale non è mai stato così teso, mentre il governo sta tirando troppo una corda che si potrebbe spezzare irrimediabilmente.  

Pisapia puntualizza che lo Stato deve pagare – e non solo a parole –  i crediti nei confronti delle aziende fornitrici e i rimborsi Iva,  ma anche  far partire gli investimenti al più presto: se a settembnre non si vedranno nuovi cantieri e nuove assunzioni, c’è il rischio che la situazione esploda”.

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