Il movimento Cinque Stelle sbaraglia. Aspettando il Grillo promesso

ROMA – “Nessun boom del movimento cinque stelle”, ha fatto intendere il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “L’unico che ricordo è quello degli anni ’60”, ha detto ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul risultato dei grillini.

Tempestiva la risposta del comico: “Il prossimo anno si terranno le elezioni politiche, subito dopo, sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo” replica Beppe Grillo, che aggiunge:  “Sono a bocca aperta, là dove non hanno osato neppure i Gasparri e i Bersani ha volato (basso) Napolitano. Il  Presidente rappresenta l’unità nazionale,dunque  anche il Movimento 5 Stelle”.

Tuttavia i  risultati raggiunti da questo neo movimento, che guarda caso, usa la stessa V di vendetta, quella tratta dal libro di Alan Moore,  lasciano intendere quest’improvvisa onda anomala che per certi versi sfiora tutti quei sentimenti di ostilità verso i partiti segnati dalle logoranti contraddizioni al loro interno. Come nel comune di Sarego nel vicentino, dove un giovane di 32 anni, Roberto Castiglion, sarà il primo militante del Movimento ad indossare la fascia del Tricolore.
Effetto della recente disaffezione alla politica, voto di protesta o  voglia di cambiamento? Probabilmente tutte le risposte andrebbero prese e valutate a seconda dei luoghi e delle circostanze in cui sono state espresse. Sta di fatto che  queste amministrative sono state caratterizzate anche da un’altissima astensione, quasi il 7% rispetto a quelle passate,  e da una perdita generale verso quei partiti “tradizionali” come il Pdl e la Lega che subiscono una notevole perdita proprio in quei territori dove avevano regnato incontrastati.

Ora bisognerà vedere se, giunti negli scranni della politica locale, i neo eletti del Movimento Cinque Stelle saranno veramente in grado di mantenere tutta una serie di considerazioni politiche che portano avanti da sempre e dare un forte segnale della loro innovativa presenza. Il programma, lo ha fatto notare Beppe Grillo a quei giornalisti disattenti,  c’è e inizia così:
“L’organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente. Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito. La Costituzione non è applicata. I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio”.
A seguire molti punti, pochissimi dei quali già contraddistinti da una lettera V, che sta ad indicare l’obiettivo raggiunto.
Un programma di appena 15 pagine in cui si parla di Stato e cittadini, di Energia e informazione, di economia, di trasporti, salute e infine istruzione. Ma l’infornata di voti in questa tornata elettorale è stata possibile, soprattutto grazie a quelle manifestazioni d’intenti che hanno centrato le tante tematiche locali,  che inevitabilmente vanno a migliorare il nostro quotidiano.
Nichi Vendola l’ascesa improvvida del Movimento Cinque Stelle l’ha definita  “una spina nel fianco per il centrosinistra”. E poi ha detto: “noi non dobbiamo assolutamente snobbarli, ma, al contrario, aprire un confronto serio con loro”.
Diversamente Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, dice di percepire nell’aria una sensazione di timore nei confronti del Movimento 5 stelle”. “Al contrario, io non sono spaventata – precisa – . Si misureranno con il governo dei comuni, con il ruolo di opposizione, con le istituzioni. Quelli che ho sentito parlare mi sembrano persone con la testa sul collo. E siccome è la democrazia che ha consegnato questo risultato, bisogna guardarlo con rispetto. E con interesse”.

Una cosa è certa, il movimento Cinque Stelle può rappresentare tutto tranne l’antipolitica con la quale tanti avversari hanno preferito liquidare il fenomeno Grillo. Tuttavia nella pratica sarà da vedere se la loro politica ha la capacità di guardare ai veri problemi della gente. E non solo a parole.

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