Monti a luci spente. Meno salari, meno consumi, meno vendita case

ROMA – Basta che Monti accenni alla ormai famosa “luce “alla fine del tunnel e parli di riprese che arrivano, a gelare gli entusiasmi del premier, i dati dell’economia reale, questa volta riferiti alla vendita delle case e ai mutui in diminuzione, ai salari rispetto all’inflazione, al calo dei consumi.

Commentando i dati dell’Ocse, volgendoli pro domo sua Monti si era auto elogiato. Oggi  lo accompagna il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che da Berlino, dove ha incontrato Angela Merkel fa sapere che ci sono “numerose ragioni per essere ottimisti sull’Europa. Ma la cancelliera tedesca lo gela intervenendo alla assemblea della Bid, la Confindustria tedesca proprio su uno dei punti più delicati della politica europea, la proposta di portare da 500 a 2.000 miliardi la disponibilità del fondo salva stati, permettendo al fondo di intervenire direttamente a sostegno del paesi in difficoltà. Merkel ha dato uno stop molto netto: “La condivisione del debito senza regole sarebbe un passo indietro nella costruzione europee” ed ha invocato regole molto rigide, senza le quali non c’è niente da fare. “Troppe promesse – ha detto  fatte dai diversi Paesi non sono state mantenute”.  Lo stop di Merkel  trova origine anche dal fatto che anche in Germania cominciano forti preoccupazioni perché l i dati sulla produzione danno segni di flessione.

L’ottimismo di Draghi  fa risalire le Borse,ma anche lo spread

Le parole di Draghi, i segnali di ottimismo sull’eurozona  hanno attutito i giudizi della Agenzia  di rating S&P che non vedono alcuna luce. Per Italia e Spagna confermano che la recessione continua,  anzi si sta intensificando. L’Eurozona si mantiene in recessione con un rating al ribasso, -0,8. Nel 2013  salta la previsione di un + 0,3, si rimarrà fermi alla zero.  Dopo  l’intervento del presidente della Bce le Borse hanno preso un brodino recuperando le perdite, collocandosi in una zona di incertezza, fra il più e l meno. Lo spread è risalato toccando 560 punti base per poi attestarsi a 555. I titoli italiani sono stati venduti con un rendimento del 5%. Per quanto riguarda l’Italia, come dicevamo all’inizio, ci sono tre dati che spengono ancora una volta la “luce” di Monti, annesso che mai si sia accesa.  Il primo dato riguarda le retribuzioni e il rinnovo dei contratti.

L’inflazione surclassa le retribuzioni. 34 contratti senza rinnovo

La crescita annua dei salari in assenza dei rinnovi che riguardano 34 contratti di cui 16 nella pubblica amministrazione, crollerebbe attestandosi ad un +0,9. I mesi di attesa per i lavoratori a contratto scaduto sono in media 32 in deciso aumento rispetto d agosto  2011 (20,4). In generale l’attesa media è di 9,3 mesi con una perdita di salario molto consistente. Nel mese di luglio le retribuzioni sono salite dello 0,1 e dell’1,6 su base annua. Di fatto sono ferme e la stessa previsione tendenziale rimane al disotto del livello di inflazione ( + 3,2) con una differenza di 1,6 punti. La crescita dei prezzi è doppia rispetto a quella dei salari.

Consumi a picco,mai così male nella storia della Repubblica

Il secondo dato riguarda i consumi. Secondo previsioni rese note dalla Confcommercio saremmo in presenza della “peggiore variazione negativa  della storia della Repubblica” con un calo di oltre il 3%. Solo alcuni settori di spesa, telefonia e informatica e solo un canale di distribuzione, il discount, tengono i livelli di fatturato del 2011. Fra l terzo trimestre del 2007, punto di massima per l’economia italiana, e il secondo trimestre del 2012 i consumi pro capite  sono diminuiti in termini reali del,6,5%. Secondo Federconsumatori i dati sarebbero addirittura peggiori registrando un secco -5% previsto per fine anno, con ben 35 miliardi in meno nei mercato dei consumi.

Crolla il mercato immobiliare. Non si comprano case, ritorna l’affitto

Terzo dato riguarda il crollo del mercato immobiliare dovuto alla crisi e alle difficoltà crescenti di accesso al credito La necessità di cambiare casa, per  varie ragioni la prima delle quali l’arrivo di figli, resta ma  ci si rivolge sempre più all’affitto. Nel promo trimestre dell’anno le vendite delle case, 154.813 in totale, sono diminuite del 16,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il 92% dei contratti ha riguardato le abitazione con un calo del 17,2% e il 6,3% di immobili ad uso economico con un calo dell’11,8%. I mutui sono diminuiti del 49,6%. I prestiti garantiti da ipoteca immobiliare hanno registrato una flessione tendenziale del 32% e quelli non garantiti  del 62,6% Tutto ciò mentre i prezzi di vendita  delle case sono diminuiti del 2,7%. Unico fatto positivo che è cresciuta la fiducia nell’affittare a cittadini stranieri.

Condividi sui social

Articoli correlati