Ilva. Decreto in arrivo, ma non prima di lunedì. Critiche a Clini e Passera

ROMA – Il decreto legge sull’Ilva, varato venerdì scordo dal Cdm, è ancora all’esame della Ragioneria Generale dello Stato e sarà trasmesso al Quirinale domani per la firma di Giorgio Napolitano. E’ quanto diffuso oggi dalla Presidenza dei Ministri che  ha di fatto voluto smentire quanto riportato da alcuni media. Tuttavia le polemiche sulla vicenda Ilva e sulla posizione intrapresa dall’esecutivo non si placano.

“Nel leggere alcune interviste dei ministri Clini e Passera – precisa il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli  –  c’è da restare davvero sbalorditi perché nel decreto varato dal governo non c’è un euro né per la bonifica né per l’emergenza sanitaria. Ma c’è di più perché nel decreto di risanamento, bonifica e salute non si parla nemmeno. Gli unici soldi messi a disposizione per il risanamento di Taranto sono poco più di 100 milioni di euro (una goccia nel mare) che ancora non possono essere utilizzati perché litigano per chi deve fare il commissario”.

E poi aggiunge: “E’ chiaro ed evidente che l’unico scopo del decreto salva-ilva (che ribadiamo è incostituzionale) è stato quello di far riprendere la produzione commissariando la magistratura che stava facendo il proprio dovere di difendere la salute dei cittadini. Perché il governo (che ha quantificato in 3-4 miliardi il costo degli interventi) non ha chiesto al gruppo Riva di sottoscrivere una fideiussione bancaria a garanzia di questa somma? Perché il governo non ha sequestrato come garanzia per gli interventi il pacchetto azionario di Alitalia (11%) che i Riva detengono? Evidentemente l’unico scopo del governo era quello di bypassare il sequestro della magistratura restituendo a chi ha provocato questa situazione le chiavi dell’azienda introducendo per decreto la libertà di inquinare e svendendo la salute dei cittadini di Taranto. Ho il triste presentimento – conclude Bonelli – che chi ha questo enorme disastro ambientale e sanitario facendo utili per miliardi di euro non pagherà un euro per le bonifiche – conclude Bonelli -. E grazie al governo Monti e dei suoi due ministri dell’industria (Clini e Passera) tutto il costo delle bonifiche (se mai si faranno) sarà scaricato tutto sulle spalle dei contribuenti italiani”.

Polemizza sull’operato dei due ministri anche il responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi: “Le dichiarazioni sull’Ilva di Passera e Clini rasentano la fiera delle banalità. Il ministro dello Sviluppo Economico annuncia che il governo è pronto ad intervenire sulla gestione e sulla proprietà qualora l’azienda non ottemperi a quanto previsto dal decreto che, secondo Passera, rispetta l’azione della magistratura. Viene spontaneo chiedersi come mai il governo non abbia assunto, da subito, il controllo diretto dell’Ilva sia per la bonifica che per la ristrutturazione degli impianti, visto che i magistrati di
Taranto hanno dato precise disposizioni da oltre sei mesi. Mentre il ministro Clini – sottolinea Zipponi –  arriva addirittura a sostenere l’assurdità per cui le disposizioni del Gip avrebbero fermato gli interventi previsti dalle prescrizioni dell’Aia, dando un alibi all’impresa e mettendo così in discussione gli impegni presi. Ma chi impedisce all’Ilva di iniziare gli interventi stabiliti dalla magistratura, a cominciare dalla copertura dei parchi minerari? Al contrario, sono mesi che l’azienda perde tempo invece di avviare una seria ristrutturazione”.

Perfino Beppe Grillo è intervenuto sulla vicenda dal suo blog: “La polvere sotto il tappeto è l’ultima strategia rimasta al Sistema per sopravvivere”, si legge nel suo sito. E poi: “La polvere ha ormai formato cumuli e il tappeto è deformato, con gobbe, strane linee e ondulazioni. I poteri dello Stato qualche volta ci provano a ripulire la stanza, ma senza esito. Infatti dove svanisce lo Stato, svaniscono anche i suoi poteri, la loro
legittimità.  Le sentenze dei giudici, come avviene a Taranto, vengono cancellate per decreto legge (Mussolini aveva più pudore), indagati come Mancino possono, senza scandalo, colloquiare con il Quirinale della loro situazione processuale per la trattativa mafia-Stato, la Costituzione viene interpretata  quando serve dal Parlamento (come per il Lodo Alfano vergognosamente approvato prima della bocciatura della Corte Costituzionale), i referendum (finanziamenti elettorali, nucleare) dei cittadini vengono annullati, le leggi di iniziativa popolare (Parlamento Pulito) neppure prese in considerazione».

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