Pd. La “Costituente delle Idee” per riportare la politica nel dibattito congressuale

ROMA – È nata ufficialmente questa mattina alla Camera dei Deputati la “Costituente delle idee”, un’iniziativa promossa da Cesare Damiano, Vannino Chiti, Pietro Folena e Domenico Lucà a nome delle  associazioni che rappresentano, per avviare un dibattito pre-congressuale all’interno del PD che non verta unicamente sulle regole statutarie, sulle modalità di svolgimento delle Primarie e sulle ambizioni, sia pur legittime, di questo o quel candidato ma, più che mai, sui contenuti, sulle proposte e sul progetto politico che il Partito Democratico dovrà avere la forza e il coraggio di elaborare nei prossimi anni. 

I temi che si intendono introdurre nel dibattito congressuale sono stati presentati in una conferenza stampa . Si tratta di otto proposte elaborate in diverse riunioni delle singole associazioni e poi confrontate in una importante iniziativa tenuta il 21 giugno in cui si è discusso sul “ Futuro del Riformismo. Costruire la sinistra plurale”.

Otto proposte  cruciali per l’avvenire della sinistra
 Un “ titolo” molto impegnativo così come lo sono gli otto punti che riguardano  argomenti cruciali per l’avvenire della sinistra e per le caratteristiche fondanti del Partito Democratico. Una “ Costituente per le idee” che ha già avuto importanti e significative adesioni, fra gli altri  si contano quaranta parlamentari che non vuole essere un nuova corrente a sostegno di questo o quel candidato.  Alla conferenza stampa presente anche il responsabile dell’organizzazione della segreteria del pd, Zoggia. I titoli degli otto punti sono di per sé significativi: aprire il partito alla società e alla partecipazione con la discussione congressuale che deve partire dal basso,europeismo,antiliberismo, no al populismo e all’antipolitica,ecologia e sviluppo sostenibile,centralità del lavoro, diritti civili, riforme con un premier  più forte.

Conferenza stampa di Damiano, Chiti, Folena e Lucà
 Innanzitutto, come hanno detto i quattro esponenti del Pd  rispondendo anche alle domande dei giornalisti, vogliamo essere un partito riformista, della sinistra plurale, che non torni alle origini né alle vecchie e oramai superate distinzioni ma si apra a energie fresche, nuove e propositive, rilanciando la mescolanza tra le diverse anime e culture e favorendo l’incontro tra socialismo laico e cattolicesimo sociale, in nome della dignità e della libertà degli esseri umani che sono un patrimonio imprescindibile per entrambe le scuole di pensiero.  In secondo luogo, l’europeismo, basato sull’idea di un’Europa che raggiunga quanto prima l’unione politica e riveda immediatamente le linee guida in ambito economico, accantonando il dogma dell’austerità che tanti guai, tanto dolore e tante sofferenze ha causato soprattutto alle nazioni più fragili. Senza dimenticare, strettamente connessi a questi primi due punti, i capisaldi della lotta contro il pensiero liberista, l’anti-politica e il populismo che negli ultimi trent’anni hanno sfibrato, sfregiato e immiserito la nostra società, mettendo a rischio la tenuta delle istituzioni e il concetto stesso di democrazia. Inoltre, entrando nel merito delle battaglie condotte in questi anni e del dibattito, non meno lacerante, sull’importanza del rapporto fra il PD e le associazioni sindacali, le forze intermedie, crediamo – hanno detto-che sia indispensabile rilanciare i princìpi del socialismo liberale, facendo dello sviluppo equo-sostenibile, della centralità del lavoro e della libertà solidale i nostri punti di riferimento, elevandoli a fari della nostra azione quotidiana in ambito politico e civile. Infine, pur essendo a favore di un governo parlamentare forte, con un premier che abbia la facoltà di nominare e revocare i ministri e con l’introduzione della sfiducia costruttiva.

Netta contrarietà alla deriva presidenzialista

 Pur riconoscendo la necessità di superare l’attuale sistema bicamerale, siamo totalmente contrari alla deriva presidenzialista da più parti auspicata per il semplice motivo –hanno sottolineato- che, la difesa della centralità del Parlamento e delle istituzioni è un valore non negoziabile.
In poche parole, in questo non periodo segnato dal qualunquismo, dalla propaganda becera e dalle non proposte di chi parla in continuazione pur avendo poco o nulla da dire,  è stato detto dai relatori-  ci siamo sforzati di ribadire che il Partito Democratico è e dovrà sempre essere il baluardo della Costituzione: un concetto tutt’altro che scontato, specie se si considera che il non pensiero dominante in questo non tempo si basa sull’assunto che tutto ciò che ci ha garantito settant’anni di stabilità e benessere sia da smantellare, dimenticando, nella maggior parte dei casi, che le palingenesi traumatiche hanno sempre tagliato l’uomo fuori dal processo di sviluppo. Ovviamente non poteva mancare un riferimento anche alle polemiche interne al Pd sulle “regole” per il Congresso. “

 Sulle regole per il Congresso si trovi un compromesso

 Nella nostra impostazione- ha precisato Damiano- privilegiamo la battaglia sui contenuti a quella sulle regole. Si trovi una composizione, un compromesso” Accordo sulla necessità di separare la figura di candidato premier  da quella di segretario, come aveva sottolineato Vannino Chiti e sulla possibilità che votino non solo gli iscritti ma anche gli “ aderenti”, chi, dice Folena si ritrova nel Pd, nei suoi contenuti, nelle sue iniziative. Per quanto riguarda la legge elettorale Chiti ha ricordato che il Pd ha presentato al Senato una proposta, votata all’unanimità dagli organismi del partito,  che prevede il maggioritario a doppio turno di collegio. Infine un annuncio. Il “ manifesto” verrà< presentato con tre iniziative a Roma,Napoli e Torino.:

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