Lampedusa. 111 morti recuperati. I sindacati si mobilitano contro le stragi

Alfano propone Nobel per la pace all’isola siciliana

 

ROMA – Sono riprese all’alba le ricerche dei dispersi del tragico sbarco di ieri a Lampedusa. Mezzi e squadre di sommozzatori sono al lavoro nel punto in cui il barcone naufragato a mezzo miglio dall’Isola dei conigli. Un centinaio i morti che dovrebbero trovarsi sotto lo scafo. Si ridimensiona momentaneamente il bilancio delle vittime recuperate, non 127 come riferito ieri dalla polizia, ma 111,

spiega la guardia costiera, tra cui 4 bambini e 49 donne. Oggi, nel giorno del lutto nazionale, attesa nel pomeriggio il presidente della Camera Laura Boldrini.  «Abbiamo salvato oltre 150 persone. I morti, fin qui sono 111 ma il bilancio non è definitivo». Così ha riferito il ministro dell’interno, Angelino Alfano, sulla tragedia avvenuta al largo di Lampedusa.  Alfano ha poi aggiunto che bisognerebbe “assegnare il Nobel per la pace a Lampedusa”. “Le cose da fare sono due in Europa e una in Africa. Dall’Italia faremo sentire fortissima la nostra voce in Europa per modificare l’accordo di Dublino, che carica troppo i paesi di ingresso”, ha aggiunto Alfano.

Anche il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso si recherà a Lampedusa.  “Mi ha promesso che verrà qui con noi a Lampedusa e noi gli faremo vedere davvero come questa sia la porta dell’Europa”, ha precisatoil ministro dell’Interno.  

“Su quella barca, al posto di quei disperati, ci potevo essere io”, ha detto il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge a 24 ore dalla strage di migranti. “È una tragedia immane,- ha aggiunto – un dolore terribile che mi paralizza. Quei morti ce li abbiamo tutti sulla coscienza. Le cose ora devono cambiare: Per un ministro il dolore deve trasformarsi in azione: basta vittime. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso: bisogna rivedere tutte le nostre norme sull’immigrazione e serve una legge sui richiedenti asilo, a cominciare dalla Bossi-Fini”.

«La sfida più grande che ci attende, oltre a quella di avere massimo riguardo per le persone, è che ogni comune, ogni Paese che si affaccia sul Mediterraneo è una porta dell’Europa, sono frontiere dell’Europa, e quindi pertanto devono essere inclusi in una politica che non è soltanto nazionale ma internazionale, europea», ha aggiunto Kyenge. E infine:  “Questa è la nostra sfida, ovvero far capire che Lampedusa, così come Grecia, Spagna, tutte le città e i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo necessitano di una politica più solida, di gestione degli sbarchi, che costituiscono una emergenza e pertanto la gestione deve essere comunitaria, anche perchè spesso parliamo di persone che cercano una nuova vita fuggendo dai conflitti, dalle guerre”.

Sindacati, giornata di mobilitazione per fermare le stragi nel mediterraneo

Per fermare le stragi nel Mediterraneo e una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo.  Roma, 4 ottobre – Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato una giornata di mobilitazione nazionale ‘Fermiamo le stragi nel Mediterraneo’ per chiedere “una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo”, che si svolgerà venerdì 11 ottobre, con iniziative che verranno definite a livello territoriale.  “La tragedia di Lampedusa – scrivono in una nota i sindacati – si aggiunge a decine di altre che si sono consumate negli ultimi anni e che sono costate la vita ad oltre ventimila persone: esseri umani che hanno lasciato il loro Paese fuggendo da guerre e persecuzioni o alla ricerca di una vita migliore”.   “Nel giorno del dolore, dell’indignazione e della vergogna per l’ennesima tragedia di morte nel Mare Nostrum – proseguono i sindacati -, per fermare i viaggi dell’orrore e per fare in modo che l’esortazione gridata da tutti non sia vana, Cgil Cisl e Uil, nel segno di cordoglio e solidarietà, indicono una mobilitazione nella giornata di venerdì 11 ottobre 2013 per una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo”. “Cgil, Cisl e Uil – conclude la nota – non resteranno in silenzio di fronte al ripetersi di queste tragedie.  Il mondo del lavoro si mobilita perché all’indignazione ed al dolore possa seguire la ricerca di soluzioni concrete”. Nel merito Cgil, Cisl e Uil chiedono di: “realizzare un piano per la costruzione di un efficace sistema di accoglienza, anche attraverso l’impegno dell’Unione europea, che non può esimersi dalla responsabilità  di sostenere una delle più importanti frontiere europee nel Mediterraneo; istituire corridoi umanitari per i profughi che fuggono dalle guerre, rendendo esigibili in condizioni di sicurezza, l’accesso all’asilo ed alle misure di protezione internazionale; riformare la legislazione sull’immigrazione e dotare l’Italia di una legge organica in materia di asilo; contrastare la tratta degli esseri umani,  anche attraverso forme efficaci di collaborazione con i Paesi di origine e di transito di migranti e profughi e colpendo duramente i trafficanti”.     

La Guardia Costiera recupera i superstiti 

 

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