Ue fa le pulci alla legge di stabilità, quasi una bocciatura. Letta contrattacca

ROMA – Il progetto di Legge di Stabilità continua a far tenere il fiato sospeso al nostro Paese. Che si voglia definirla una bocciatura o un rimando fatto sta che secondo la Commissione saranno necessari altri sforzi, un aggiustamento nell’ordine di 3-4 miliardi di euro per sbloccare la clausola che favorisce gli investimenti cofinanziati nel 2014.

A stretto gironi posta arriva la risposta di Enrico Letta che ha precisato “Abbiamo fatto i conti giusti, la manovra funzionerà dentro le regole, sono tranquillo”. Il premier ha poi aggiunto che “più rigore, troppo rigore fine a se stesso, finirebbe per soffocare la ripresa. Sarebbe un errore”. Invece, le misure adottate “rafforzano il carattere innovativo della Legge di stabilità 2014 che, per la prima volta dopo diversi anni, avvia un percorso di riduzione della tassazione”Il ministro Saccomanni ha assicurato che il risultato finale della legge di stabilità è garantito e respinge la parola bocciatura usata dai media.

Dubbi della Commissione Ue  sulla tenuta effettiva dei nostri conti

La Commissione europea in effetti, ha espresso dei dubbi sulla tenuta effettiva dei nostri conti, in particolare ha chiesto al Governo di fare maggiori sforzi allo scopo di garantire un calo del rapporto tra debito e pil coerente coi vigenti impegni europei soprattutto in materia di decrescita del rapporto. Solo se il nostro Paese raggiungerà questo obiettivo allora potrà usare quella clausola degli investimenti sul cui utilizzo immediato il no è stato secco e senza appello.

L’aggiustamento necessario, la manovrina sempre negata, sarebbe nell’ordine di 3-4 miliardi in nel 2014 e sul punto il commissario competente Olli Rehn si è detto possibilista.

Con la decisione di oggi l’Italia viene posta gruppo dei Paesi a piu’ alto rischio di sforamento delle regole sul deficit contenute nel patto di Stabilita’ e crescita insieme a Spagna, Lussemburgo, Malta e Finlandia.

Il problema è comunque relativo al 2014, con la Commissione che ritiene che il progetto di bilancio porti a progressi limitati. Bruxelles esorta quindi le autorità italiane a prendere le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale, al fine di garantire che il bilancio 2014 sia compatibile con il patto di stabilità e crescita e ad accelerare i progressi verso l’attuazione delle raccomandazioni fiscali.

Saccomanni: già previste contromisure su disavanzo e debito

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni preferisce non parlare di bocciatura e sposta   l’attenzione sul fatto che il risultato finale verrà comunque garantito. In una nota del Ministero si legge infatti che sono già state messe in campo misure per contrastare eventuali rischi su disavanzo e debito 2014″. Per XX settembre i rischi segnalati dalla Commissione sono stati già considerati nell’azione del Governo e il semaforo giallo acceso da Bruxelles è dovuto ad una valutazione che “discende da una stima di crescita del prodotto che, come è noto, non coincide con quella del Governo italiano e comporta implicazioni per le proiezioni di finanza pubblica.”

Gli uomini di Saccomanni sottolineano inoltre che la crescita del rapporto debito PIL proviene dalla recessione che si è protratta fino al 2013 e dal pagamento di circa 50 miliardi di euro di debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni oltre che dal sostegno finanziario ai Paesi dell’area dell’Euro in difficoltà

Il ministero spiega inoltre come “La Commissione europea, nelle sue odierne comunicazioni sottolinea che ‘le leggi di bilancio di tutti i Paesi dell’area Euro non violano in maniera sostanziale gli obblighi del Patto di Stabilità e Crescita e che non è necessario richiedere revisioni dei piani di bilancio’”.

La Commissione non ha tenuto conto di provvedimenti già approvati 

Per il Mef nel formulare il suo giudizio la Commissione non ha tenuto in pieno conto di importanti provvedimenti annunciati dal governo, anche se non formalmente inseriti nella Legge di stabilità, e già in fase di attuazione, misure che da una parte saranno di stimolo all’economia e dall’altra saranno in grado di produrre gettito e risparmi di spesa aggiuntivi che il governo intende utilizzare per ridurre ulteriormente il disavanzo e il debito del 2014, oltre che per alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese.

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