Cgil. Nessun diritto di veto ma vogliamo contrattare e non solo essere ascoltati

ROMA – Un dibattito serrato, il film sulla crisi che sta attraversando il nostro paese raccontato dagli interventi di chi opera ogni giorno nelle aziende e nei territori per evitare chiusure, licenziamenti, di chi tratta per ottenere la cassa integrazione, di chi deve affrontare il problema del lavoro nero, dei precari.

Si intreccia con una discussione, a viso aperto, sul sindacato, il suo ruolo, la Cgil, la sua unità, la Confederalità, il rinnovamento, la democrazia interna. Maurizio Landini, segretario generale della Fiom svolge un intervento molto critico, parla di un congresso così come si è svolto che non è più unitario, annuncia la presentazione di una lista per l’elezione del  Direttivo ma chiarisce subito, “niente scissioni”. La rappresentanza, l’accordo con Confindustria sono il centro della polemica da tempo aperta che verrà ripresa nel corso del dibattito. Una “ collocazione” nel congresso la trova ancora Renzi, poco nominato ma molto criticato. in vena di provocazione, rispondendo a Camusso, si è chiesto dove stava la Cgil negli anni passati, un ignobile tentativo di far passare il sindacato, la Cgil in particolare, come responsabile dei disastri provocati invece da politiche liberiste. Il Congresso gli ha risposto.

 Applausi scroscianti per Mirko Lami  della Rsu di Piombino  

 Dove è stata e dove sta la Cgil, una risposta corale è venuta dagli applausi scroscianti dalla platea congressuale di Rimini per Mirko Lami, Rsu di Piombino che, in un intervento appassionato, ha chiesto unità al sindacato e di non lasciar morire il polo industriale toscano. Lami è stato poi abbracciato dalla segretaria generale Susanna Camusso, di fronte alla standing ovation della platea. Ancora: Carla Cantone, segretario generale dello Spi, ha ricordato che nelle prossime settimane saranno consegnate al governo 1 milione di cartoline dei pensionati, unitariamente “ per chiedere giustizia sociale”. “ Noi non ci stiamo- ha detto- vogliamo risposte  concrete dalla politica e sono stufa di sentirmi dire: hai ragione. Gradirei dei fatti e lo Spi continuerà a lottare per avere risposte e non solidarietà pelosa o caritatevole”. 

Megale. Il segretario del mio partito usa un” populismo dolce” che parla al ventre del paese

 

 

 Megale, segretario generale dei bancari, senza peli sulla lingua, ha raccolto il senso dei tanti interventi che hanno  risposto agli attacchi portati al sindacato., “ Non porgiamo l’altra guancia. Tutto potevo aspettarmi tranne che vedere il segretario del mio partito usare la stessa logica dell’antipolitica che ha discreditato i partiti negli ultimi 20 anni per attaccare il sindacato, con un ‘populismo dolce’ che parla al ventre del paese. Ma, al contrario dei partiti, il sindacato confederale – ha affermato il segretario Fisac – non solo ha retto negli anni, ma dagli accordi del ’93 ha dimostrato quanto la coesione e la partecipazione possano contribuire a salvare il paese, portandolo in Europa”.  Così come  sono arrivate risposte al ministro Poletti. Aveva addolcito, per quanto possibile,le posizioni del premier parlando di “ ascolto” da parte del governo delle posizioni dei sindacati, poi, aveva detto, non chiediamo permessi a nessuno, decide il governo. Il segretario confederale Fabrizio Solari replica al ministro del Lavoro: “Non abbiamo mai avuto un diritto di veto. Però la Cgil pretende, come credo tutte le parti sociali del Paese, di poter contrattare e non solamente di essere ascoltata.

Bonanni e Angeletti: Insieme non ci metteranno in un angolo

” Bonanni e Angeletti, i segretari generali di Cisl e Uil si muovono in sintonia con la relazione ndi Susanna Camusso e con le proposte che ha avanzato sull vertenze da aprire a partire dalla pensioni e sulla partecipazione. “ Insieme-dicono- non ci faremo mettere nell’angolo”.  “ Non abbiamo bisogno di maestrini che ci dicano cosa fare- afferma Bonanni-, il confronto non è questo .Veniamo da divisioni, difficoltà e grandi equivoci – ha proseguito – ma abbiamo saputo ritrovare una sintesi che è l’energia più sana della democrazia”. È nella contrattazione, come aveva detto Camusso, “la radice del potere dei lavoratori e della rappresentanza sindacale. Rivolto al premier Angeletti afferma: “ il nostro ruolo, se ne faccia una ragione Renzi, è quello negoziale, contrattuale. Altro che conservatori, siamo noi i primi grandi riformisti, da sempre, di questo paese. E la mancanza di riforme in questi anni è stata pagata proprio da chi rappresentiamo”. E, un augurio al congresso: “Mai come questa volta il successo della Cgil in una fase storica così difficile, condizionerà anche il successo o l’insuccesso della Uil e della Cisl, dell’intero paese” I problemi  della democrazia interna, la rappresentanza, l’unità, la confederalità non sono altra cosa.

Schiavella. Una malattia che si chiama personalismo e protagonismo

 

 Walter Schiavella segretario generale della Fillea, sottolinea che “ la democrazia interna, non è il problema della Cgil, né è un problema che si sia andati al congresso con due documenti. Il problema vero è la deriva identitaria che colpisce il tessuto connettivo della CGIL ,cioè la sua natura confederale. La malattia –prosegue-sta degenerando dopo anni di incubazione. I suoi sintomi evidenti sono il protagonismo ed il personalismo  che condiziona le scelte, il sottrarsi alle regole collettive.”

Occorre arrestare questa deriva “il problema  è eminentemente politico e non certo disciplinare” per questo occorre “richiamare tutti al proprio ruolo in funzione di chi (e di quanto) davvero si rappresenta.”

E a quella rappresentanza reale “della nostra gente voglio tornare-continua Schiavella “in un settore che ha lasciato sul campo 700mila posti di lavoro in cinque anni di crisi e dove il nostro lavoro, il lavoro dei nostri funzionari e delegati, oscuro difficile e straordinario, ha prodotto migliaia di accordi su tutto il territorio nazionale per salvare decine di migliaia di posti di lavoro.”

Landini. Ricostruire la C gil come una casa di vetro. Niente scissioni

Entra nel dibattito a piedi giunti Maurizio Landini. “Doveva essere un congresso unitario- afferma- e la Fiom aveva scelto di lavorare non su documenti contrapposti ma provare a fare congresso che permettesse un confronto, ricercare una strategia capace di affrontare le situazioni che abbiamo difronte e che ci mettono in difficoltà. Non è così, non è stato cosi, stiamo celebrando un congresso partito unitario e che non si conclude unitario”. Occorre ricostruire la Cgil come una casa di vetro “trasparente”  la confederazione deve indicare come spende le risorse, come prende le decisioni e prevedere anche “un codice etico”. «Ho vissuto tanti anni in un condominio – ha detto, facendo riferimento alla metafora usata  da Susanna Camusso – e non capisco l’accanimento. Ma qui non si tratta di casa o condominio, qui siamo a un terremoto, non ci sono né case né condomini. Il problema è se siamo in grado di ricostruire una casa trasparente”.  Il nodo  dello scontro  resta la rappresentanza, accordo bocciato dai metalmeccanici della Fiom.  “Doveva essere un congresso unitario e la Fiom aveva scelto di lavorare non su documenti contrapposti ma provare a fare congresso che permettesse un confronto ricercare una strategia capace di affrontare le situazioni che abbiamo difronte e che ci mettono in difficoltà. Non è così, non è stato cosi, stiamo celebrando un congresso partito unitario e che non si conclude unitario”. Il segretario generale della Fiom ha detto, rispondendo poi ai giornalisti non c’è alcuna “frattura, nessuna scissione”. 

  «Doveva essere un congresso unitario e la Fiom aveva scelto di lavorare non su documenti contrapposti ma provare a fare congresso che permettesse un confronto ricercare una strategia capace di affrontare le situazioni che abbiamo difronte e che ci mettono in difficoltà. Non è così, non è stato cosi, stiamo celebrando un congresso partito unitario e che non si conclude unitario». 

Carla Cantone. I nostri iscritti ci chiedono partecipazione e tanta unità

 Torna Carla Cantone su questi problemi.” i nostri iscritti ci chiedono  ascolto, partecipazione e ci chiedono unità, tanta unità. E’ l’appello con il quale occorre concludere questo Congresso. Fuori di qui c’è un mondo da riconquistare, che noi dobbiamo riconquistare. Domani il  XVII Congresso della Cgil, chiude i battenti. Si voteranno i documenti, verranno eletti gli organismi dirigenti. Si conteranno i voti.  Si faranno i bilanci  non solo di questa “tre giorni” ma di quasi sei mesi di dibattito nelle aziende, nei territori, migliaia e migliaa vdi assemblee. Fi da ora si può dire che è un congresso che lascerà il segno.

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