Capitolini. Sciopero massiccio. Un grande corteo. Bloccati tutti i servizi pubblici

 

ROMA – A Roma,venerdi,è stata una giornata molto calda, non solo perché è arrivata un’ondata di caldo africano che ha portato le temperature a quasi 30 gradi, ma perché, per la prima volta nella storia, hanno scioperato tutti, ma proprio tutti, i dipendenti del comune di Roma.

Per i 24mila dipendenti capitolini, secondo i sindacati, il rischio è di vedersi decurtata la busta paga di circa 200 euro, nonostante il Campidoglio abbia dato più volte rassicurazioni che il taglio ai salari non ci sarà. Ma le assicurazioni non si sono tradotte in certezze “Oggi lanceremo una rivoluzione capitolina – spiega il segretario di Fp-Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola – una sorta di mappatura delle criticità presenti in ogni singolo ufficio”. 

“Qui in piazza – ha proseguito Di Cola – siamo più di diecimila. L’adesione allo sciopero è all’80%, centinaia di scuole,gli asili nido, sono chiuse così come molti dipartimenti dei municipi mentre molti gruppi di polizia locali non sono operativi”. Dicono i vigili che in un gruppo di settecento al lavoro ve ne sono sei, sette. “Se il sindaco non farà marcia indietro la protesta continuerà e si intensificherà”, è la risposta arrivata dai sindacati di categoria.con il pieno sostegno di Cgil, Cisl, Uil, dal palco in piazza del Campidoglio. “Ricordo al sindaco che al tavolo non siamo soli – ha aggiunto – siamo ventiquattromila. Noi vogliamo bene a questa città e chiediamo al sindaco le sue scuse”.

In ballo dunque, “c’è, molto di più del salario accessorio – sottolinea Francesco Croce, segretario della Uil-Fp Roma e Lazio – c’è la richiesta di dignità per i lavoratori, ovvero per coloro che garantiscono i servizi alla città”. Duro l’attacco di Giancarlo Cosentino, segretario Fp-Cisl Roma e Lazio: “Sentiamo il peso della città, Marino nulla conosce, non c’è lui davanti ai bambini, nelle strade o nei municipi”.

Il primo corteo unitario dei dipendenti capitolini è partito al grido di “dignità, dignità”, da piazza della Bocca della Verità, agenti di Polizia Municipale, educatrici, assistenti sociali,mestre, vigili urbani, amministrativi hanno sfilato verso piazza del Campidoglio. Ad aprire il corteo lo striscione che recita ‘Game over, insertcoin to continue…Salario, diritti, dignità per garantire servizi ai cittadini,difendiamo i diritti del futuro”.  E’ la macchina amministrativa che va radicalmente rivista. Guidano le parole di  una canzone di Gaber:” Libertà è partecipazione”.In prima fila le maestre. C’è una vertenza aperta .riguarda gli asili nido. Per il mesi di luglio i bambini dovrebbero essere “trasferiti” presso nidi convenzionati .Lo slogan più gridato “No alle maestre tappabuchì” e “25 bambini-1 maestra”. . “Già prendiamo poco  non ci tocchino i nostri stipendi”. Un’altra va oltre la questione del salario accessorio: “Ci si dimentica che l’obiettivo principale sono i bambini e le relative questioni psicopedagogiche, gli aggiornamenti professionali e tutto ciò che è necessario per la corretta formazione del bambino. Il sindaco si è dimenticato di noi e noi siamo tutte qui”. Al grido di “Chi non salta Marino è”  migliaia di dipendenti capitolini hanno poi manifestato davanti Campidoglio.

Il corteo ha portato alla chiusura di numerose strade nel centro di Roma. La conseguenza è che il traffico è andato letteralmente in tilt tra piazza Bocca della Verità e Piazza Venezia. Si registrano forti rallentamenti anche sul lungotevere dove le auto vengono deviate. Via del Teatro Marcello è rimasta chiusa al traffico.

Il sindaco di Roma, arrivato in sella alla sua bicicletta, è stato fischiato prima di entrare a Palazzo Senatorio dalle migliaia di dipendenti capitolini che hanno scioperato e manifestato contro il taglio dei salari accessori. “I sindacati non fanno l’interesse dei lavoratori – si difende il sindaco – che è invece devono essere sereni, avere un salario che io ho difeso con le unghie e con i denti ed avere un nuovo contratto”, ha spiegato Marino ormai in lotta aperta col sindacato. Ieriil sindaco aveva preso carta e penna per scrivere una lettera ai dipendenti, nel tentativo di placare gli animi, pubblicata poi sul sito del Comune: “Oggi siamo alla vigilia di uno sciopero che nasce dalla paura di tagli nei vostri stipendi. L’ho detto dall’inizio: i salari non si toccano. Non vogliamo toccare lo stipendio né le ore di lavoro. Ma la macchina amministrativa va riorganizzata, per migliorare la qualità del lavoro e dei servizi”. A giudicare dal clima e dalle reazioni di oggi, i dipendenti e i sindacati non si sono sentiti molto rassicurati dalle parole del Sindaco. 

 

 

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