Gay Pride a Roma per dire no all’omofobia. Sfilano in 200 mila

Marino: “Una delibera per istituire nella capitale il registro delle unioni civili”

ROMA – Successo a Roma per la ventesima parata del Gay Pride, alla quale, stando alle dichiarazioni degli organizzatori, hanno partecipato ben 200mila persone. «Adesso fuori i diritti. 20esimo Roma Pride»: è lo striscione che ha aperto il corteo partito da  piazza della Repubblica fino a via dei Fori Imperiali. Subito dietro lo striscione, per la prima volta nella storia del pride capitolino, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, insieme a tutti (o quasi) i presidenti di municipio con le fasce di rappresentanza. Divertito e sorridente il sindaco al quale i manifestanti in testa al corteo hanno cantato, parafrasando una famosa canzone, «Marino, Marino, Marino mi voglio al più presto sposar». 

E proprio il primo cittadino della capitale ha affermato : «Io sto incalzando la politica italiana da molti anni su questo tema (le unioni civili, ndr) e credo che le mie idee siano molto chiare, l’amore deve fare premio su tutto e Roma deve essere guida orgogliosa della nostra Repubblica. Quindi, immediatamente dopo il voto del bilancio in Consiglio comunale, calendarizzeremo la delibera per istituire

nella Capitale il registro delle unioni civili». Lo ha annunciato da piazza della Repubblica il sindaco di Roma, Ignazio Marino, prima della partenza del Gay Pride, a quanti gli chiedevano che la delibera sulle unioni civili venga discussa al più presto in Consiglio comunale. «Stiamo anche lavorando – ha aggiunto Marino – per capire se il Comune può riconoscere le unioni che sono state celebrate in altri Paesi europei». 

«Questo non basta – ha aggiunto Marino – dobbiamo spingere sul Parlamento affinchè tutti abbiano gli stessi diritti, non diritti speciali per qualcuno ma gli stessi per tutti. Roma farà da apripista rispetto a molte altre città italiane» ha ribadito. A chi gli ha sottolineato l’importanza della presenza di un sindaco al Pride, a vent’anni dalla partecipazione di Francesco Rutelli, Marino ha risposto: «io non faccio altro che testimoniare quello che penso, ovvero che debba essere rispettato l’amore e l’affetto di tutte le persone e credo che sia davvero un’onta per il nostro Paese essere rimasti così indietro rispetto al resto d’Europa». Quella di oggi, ha commentato infine, «è una grande festa. Credo che questa piazza sia d’esempio per il nostro Paese. Tante persone che sulla base di un concetto, l’idea dell’amore e dell’affetto, manifestano con gioia e senza violenza. Queste manifestazioni servono per dimostrare che bisogna essere orgogliosi di sè stessi e – ha concluso – non bisogna avere nessun timore». 

“Credo che abbiamo raddoppiato il numero di partecipanti dello scorso anno”, ha detto il portavoce del Roma Pride, Andrea Maccarrone mentre il corteo coloratissimo attraversava  le strade della capitale. All’evento sono moltissime le voci di solidarietà nei confronti dei tanti movimenti degli omosessuali che si sono dati appuntamento a Roma. “Nel ventesimo anniversario del primo Pride

di Roma la Cgil è presente, ora come allora, a sostegno delle lotte per l’eguaglianza e la libertà, contro il pregiudizio e contro ogni forma di discriminazione nel mondo del lavoro, nella scuola e nella società». Lo afferma Vera Lamonica della Cgil Nazionale, aggiungendo che «concreti avanzamenti sul terreno dei diritti civili possono concorrere a far ripartire il Paese. C’è bisogno che le norme raccolgano quanto è oramai maturato nelle coscienze e nella quotidianità della vita».

In piazza insieme alle associazioni LGBTQ anche l’Udu e la  Rete Studenti Medi  “per costruire insieme un nuovo cambiamento culturale partendo dai diritti”. Come Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari, spiega in una nota Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi, «oggi siamo in piazza al Pride di Roma, in difesa dei diritti e contro le discriminazioni. Il progresso culturale del nostro Paese passa anche di qui, attraverso l’affermazione che siamo tutti uguali, che abbiamo tutti pari dignità, nel riconoscimento delle nostre diversità. Riteniamo sia un passo fondamentale anche per sconfiggere il bullismo omofobo dilagante nelle nostre scuole”.

“L’Italia ascolti le storie e le voci del Pride. È tempo di pari diritti e pari dignità per tutte e tutti”. È quanto scrive su twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.   Durante il corteo è apparso anche un cartonato a grandezza naturale raffigurante il premier Matteo Renzi: l’ha portato a piazza della Repubblica il Gay Center.«Abbiamo portato ironicamente Renzi al Pride perché, con il suo 40% dovrebbe lottare per i nostri diritti». A dirlo è il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo. «Finora nonostante le promesse in campagna elettorale, non ha fatto ancora nulla. Ci auguriamo che, anche se non sarà presente fisicamente al Pride, Renzi cambi verso».

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