Debiti PA, Europa apre procedura. Il Pd contro Tajani

ROMA – La Commissione europea ha deciso oggi, con procedura di urgenza, di notificare all’Italia una lettera di messa in mora per violazione della direttiva europea sui ritardi nei pagamenti alle imprese della Pubblica amministrazione, che e’ stata recepita da una legge nazionale nel marzo 2013.

La direttiva è entrata in vigore a partire dal 16 marzo del 2013 e fissa un termine ordinario di 30 giorni per liquidare le fatture, mentre in casi eccezionali è possibile arrivare fino a 60 giorni. In caso di sforamento, è necessario pagare un interesse di mora pesantissimo, pari a otto punti più del tasso Bce, attualmente vicino allo zero. L’Italia ha recepito quelle regole quasi subito, almeno dal punto di vista formale. A livello sostanziale, invece, è stata decisamente meno accorta. 

Così, Tajani ha delegato due soggetti (Confartigianato e Ance) a monitorare la situazione dei pagamenti. E i risultati di queste verifiche sono stati sistematicamente molto al di sotto degli obiettivi: “In Italia le autorità pubbliche impiegano in media 170 giorni per effettuare pagamenti per servizi o merci fornite e 210 per i lavori pubblici”, ricorda la Commissione. Insomma, i termini della direttiva restano un’utopia. Le nostre Pa non rispettano i termini massimi indicati dalle norme europee e, in aggiunta, provano sistematicamente ad aggirare le regole con il ricorso a pratiche scorrette.

“Le norme Ue impongono il pagamento dei debiti entro 30 giorni, e la Pubblica amministrazione italiana paga le fatture in media in 180 giorni, che diventano 210 nel settore dei lavori pubblici – ha ricordato Tajani -. L’Italia e’ il peggior pagatore d’Europa, la Grecia paga in 155 giorni”.

Ma la richiesta di apertura della procedura di infrazione, che comporterebbe l’invio di una lettera di messa in mora dopo l’iniziativa del responsabile Industria Antonio Tajani, agli ultimi giorni del suo incarico, scatena reazioni stizzite e infuriate. A partire dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che trova “francamente incomprensibile” il gesto da parte del “commissario uscente Ue Antonio Tajani”. Parole a cui seguono quelle ancora più aspre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi che giudica il gesto “un atto di irresponsabilità contro l’Italia”. Ma il commissario Ue non tentenna di fronte alle critiche. “L’Italia è il peggior pagatore d’Europa” e ai giornalisti che gli hanno chiesto perché abbia scelto proprio questo momento per aprire una procedura di infrazione che mette in difficoltà il governo Renzi, Tajani ha risposto: “Nei mesi scorsi ho inviato messaggi, fatto avvertimenti, sollecitazioni alle autorità italiane affinché trovassero una soluzione per i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti alle imprese, ultimamente anche la Banca d’Italia ha indicato che l’Italia sta violando le norme europee: ho sempre difeso le stesse posizioni con tutti i governi, compreso quello Berlusconi che mi indicò come commissario europeo”. E ha ribadito che “non è una questione di governo ma di gente che perde il lavoro. L’obiettivo – ha aggiunto – non è sanzionare l’Italia ma far sì che l’Italia paghi i debiti alle imprese che altrimenti chiudono”.

Sembrerebbe, dunque, uno scontro interno che si sposta sullo scenario europeo. Un avversario politico che, alla fine del suo mandato, cerca di mettere il bastone tra le ruote del Governo Renzi. Ma la situazione, a ben guardare, è più complessa. Il premier Renzi aveva già deciso di pagare tutti i debiti della Pa entro la fine di settembre, almeno quelli certificati, ma sulla riuscita di questa impresa vi sono parecchi dubbi. I detrattori del Governo sostengono che i circa 40 miliardi di euro da pagare non ci sarebbero e che reperirli causerebbe un disavanzo notevole con conseguente aumento del debito. La questione resta spinosa ed ora con l’intervento della Ue la situazione potrebbe precipitare.

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