Dl Cultura. Parte l’Art bonus. Franceschini un primo passo

ROMA – Passa il dl cultura e quindi il credito d’imposta per le erogazioni a favore dei beni culturali,  le agevolazioni fiscali per la produzione cinematografica, gli interventi per le  fondazioni lirico-sinfoniche e per il Progetto Pompei, e soprattutto passa la  riorganizzazione del Ministero dei beni culturali e del turismo.

Il Senato ha infatti dato l’ok  alla nuova fiducia richiesta dal governo, questa volta al decreto cultura, noto anche  come ‘Art bonus’ del ministro Dario Franceschini. Il quale, prima che la collega Boschi  ponga la questione di fiducia, spiega che il provvedimento «abbatte due barriere: la  prima è quella esistente tra pubblico e privato, la seconda è quella tra tutela e  valorizzazione». Il decreto segna anche un cambio di rotta importante: «Veniamo da  anni di tagli, se è vero che la cultura è un veicolo trainante, allora è arrivato il  momento di investire». Franceschini ha tenuto a sottolineare che «il decreto contiene  misure urgenti, non è un disegno di legge organico di riforma del settore. Questo  lavoro deve essere un primo passo di un disegno più ampio che faremo insieme al  Parlamento». 

La relatrice Rosa Maria Di Giorgi (Pd) aveva posto l’accento sul concetto di educazione alla fruizione dei beni culturali e sulla necessità di creare occupazione qualificata nel settore. «È un decreto che introduce importanti innovazioni, riordina alcuni ambiti e si ispira a una filosofia di fondo: l’inscindibilità tra le misure in favore dei beni culturali e le politiche per il turismo. A ciò va aggiunto un terzo elemento, quello della formazione artistica e dell’educazione alla cultura umanistica». Fondamentale, secondo la De Giorgi, il ruolo della scuola per insegnare, fin dalla più giovane età, a riconoscere, amare e sentire propri i beni culturali e le forme di arte e spettacolo per i quali siamo riconosciuti nel mondo«. Il provvedimento, e in particolare l’intervento straordinario su Pompei, ha scatenato una piccola faida Nord-Sud, e la Lega ha protestato. ‘L’ennesimo provvedimento straordinario per Pompei dimostra che gli italiani sono un popolo di commissari. Viviamo di emergenze continue, ma il tempo per una soluzione definitiva non c’è: Renzi accelera per agevolare il percorso dell’inutile riforma costituzionale» tuona Nunziante Consiglio . E domani, in effetti, si riparte con le riforme.

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