Crisi. Draghi e Padoan, nessuna ripresa senza investimenti

ROMA  –  Mentre la BCE lancia l’allarme sulla ripresa economica dell’Italia e sui conti pubblici, Draghi avverte che “non ci sarà ripresa sostenibile in assenza di un aumento degli investimenti”.

Insomma, serve un consolidamento. «Un deciso incremento degli investimenti – ha detto Draghi – è essenziale per portare l’inflazione in maggiore prossimità dei livelli auspicati, per stimolare l’economia e ridurre la disoccupazione. Solo se le politiche strutturali, di bilancio e monetarie procedono di pari passo, l’area dell’euro assisterà al recupero degli investimenti».  

Dello stesso avviso il ministro Pier Carlo Padoan, il quale ha ribadito all’Europa la necessità di fare uno sforzo per la crescita e l’occupazione, visto che è stato fatto ben poco. Oggi in occasione dell’Eurofi Financial Forum di Milano, il ministro  ha partecipato a un dialogo con Jacques de Larosière, il quale lo ha appunto sollecitato sul tema della crescita e delle modalità per sostenerla e finanziarla. Il ministro ha quindi illustrato la strategia di 3 pilastri messa a punto cogliendo l’opportunità della presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione Europea: migliore integrazione del mercato interno, per realizzare un mercato veramente unico in molti settori; riforme strutturali, con un migliore monitoraggio delle iniziative nazionali, anche con strumenti di benchmarking, combinato alle raccomandazioni specifiche per paese; investimenti, che al tempo stesso costituiscono un contributo alla domanda ma anche un cambiamento strutturale sul lato dell’offerta, soprattutto se lavoriamo con un buon bilanciamento tra investimenti privati e pubblichi.

L’Europa, ha spiegato ancora Padoan, ha reagito alla crisi del 2007 con un consistente sforzo nel consolidamento di bilancio che ha prodotto importanti risultati che vanno preservati. Il passo successivo ha riguardato la riduzione della frammentazione dei mercati finanziari, producendo l’unione bancaria. I test sul sistema bancario europeo aumenteranno la fiducia nella stabilità del nostro sistema finanziario. Questo intervento renderà più efficaci le politiche monetarie.

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