Renzi, il premier dalle promesse mancate

ROMA  – Mentre il governo compie un anno, Matteo Renzi rilancia la riforma della scuola, la riforma della Rai innescando ulteriori polemiche dopo quelle del Jobs Act.

Matteo Renzi è un vero imbecille”, scrive il senatore azzurro Maurizio Gasparri replicando alle parole del premier Matteo Renzi sulla riforma della Rai che “non può essere disciplinata da una legge che si chiama Gasparri”. Su Twitter Gasparri si sfoga in più di un messaggio: “Matteo Renzi – scrive il vicepresidente del Senato – è di una abissale ignoranza, privo di basi culturali, solo chiacchiere, distintivo e insider trading”.

Ma è sul piano politico che l’ex sindaco di Firenze non sembra disposto ad accettare neppure la sfida democratica lanciata da Maurizio Landini.

Parole, quelle del leader della Fiom, che sembrano aver colpito proprio nel segno considerando la reazione del premier: “Landini “dopo la sconfitta con Marchionne”, dopo quella nel sindacato – “Non credo che Landini abbandoni il sindacato, è il sindacato che ha abbandonato lui” – si butta in politica, osserva Renzi. “Non è il primo” ma certo “è difficile pensare che tutte le manifestazioni non fossero propedeutiche all’entrata in politica”. Renzi non accetta l’accusa  di essere un uomo solo al comando, di decidere da solo: questo vale per la scuola – “abbiamo ascoltato tutti” il resto sono “pagliacciate” dice davanti alla protesta, durante l’iniziativa del Pd sulla scuola, di alcuni insegnanti precari – per il Jobs act, per tutto. Perchè “la democrazia – ripete – è ascoltare e poi decidere, altrimenti non è democrazia, è palude, immobilismo, quello che per decenni ha bloccato l’Italia”.Infine Renzi affronta  anche il grande tema della Libia e del terrorismo internazionale dopo l’ultima minaccia dell’Isis a Roma. Il premier prima di tutto vuole “tranquillizzare gli italiani” perchè “noi conosciamo come stanno le cose in Libia e siamo in grado di intervenire”. Serve buonsenso prima di tutto: “Diciamo no all’esagerazione, non siamo sotto attacco, niente fughe in avanti – ricorda -. Al tempo stesso non dobbiamo sottovalutare niente”. Sulla Libia arriva tempestiva la replica colorita del segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Renzi ammette che “i terroristi sfruttano l’invio dei barconi per fare soldi”. E lui questi barconi continua ad accoglierli! A casa mia uno che si comporta come Renzi si chiama complice. Stop alle partenze e agli sbarchi, prima che sia tardi, cazzo”.

Critiche anche Beppe Grillo che oggi pubblica un posto intitolato  #Renzivoltagabbana”. “Il presidente del Consiglio non ha mantenuto le promesse agendo anche in contraddizione con quanto affermato precedentemente”, scrive l’ex comico.

“Oggi 22 febbraio si celebrano i primi 365 giorni del governo Renzi. Vediamo quali promesse ha rispettato in questo primo anno di mandato”, è l’introduzione di Grillo, che si sofferma poi su alcuni temi, a partire dal Jobs Act. “Se le parole di Renzi avessero qualche valore, l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori non sarebbe mai stato eliminato. Nel 2009 Renzi dichiarava: “io ho detto che non ho trovato un solo imprenditore in 3 anni che faccio il sindaco che mi abbia detto, Caro Renzi io non lavoro a Firenze o in Italia perché c’è l’articolo 18. Nessuno me l’ha detto. Non c’è nessun imprenditore che ponga l’art. 18 come un problema. Mi dicono c’è un problema di burocrazia, di tasse, etc”. Renzi invece ha fatto esattamente il contrario”, si legge nel post.  

“Lo scorso mese di ottobre Renzi diceva: “è pronta. La bozza di legge sul modello tedesco all’esame di Palazzo Madama dopo la riforma elettorale, entro l’anno o a inizio 2015″. Oggi siamo alla fine di febbraio e della riforma per le unioni civili non c’è traccia”, si legge ancora nel post nel capitolo “Unioni civili”. E poi non mancano attacchi sulla riforma della scuola che ancora non si è vista, sulla riforma della giustizia, quando “Renzi diceva che l’obiettivo era quello di rendere i processi più rapidi e di ridurne il numero. Peccato che l’unica cosa su cui il Governo si è concentrato sia stato il tentativo di tagliare le ferie ai magistrati da 45 a 30 giorni. 

Secondo Grillo l’unica promessa è stata quella del bonus di 80 euro. “Una promessa studiata mediaticamente per ottenere consensi alle ultime elezioni europee. La verità, però, è che nemmeno in questo caso è stato in grado di rispettare al 100% le proprie promesse. Gli 80 euro dovevano, infatti, andare anche ai pensionati, alle partite iva ed agli incapienti come scriveva Renzi qualche mese fa sul suo amato twitter”.

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