Grandi opere. Gip, strettissimo legame tra Incalza e Lupi

ROMA – “Un direttore dei lavori compiacente verso l’impresa esecutrice delle opere ha consentito sistematicamente che l’importo dei lavori delle ‘Grandi opere’ si gonfiasse a dismisura, assecondandone ogni richiesta o ‘riserva’ ed anzi svolgendo la propria attivita’ nell’esclusivo interesse di tale impresa”.

E’ quanto scrive il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di quattro degli indagati dell’inchiesta “Sistema”. “Una direzione dei lavori cosi’ configurata – osserva il Giudice – e’ del tutto chiaro che risulti superflua, priva di reale utilita’ per la stazione appaltante e non necessaria per l’esecutore dell’opera”. 

Nell’ambito dell’attivita’ illecita svolta dagli indagati, di fatto, “si e’ sfruttata una previsione normativa della cosiddetta ‘legge obiettivo’ su cui, fin dalla emanazione, i primi commentatori avevano posto l’attenzione: quella secondo cui e’ il ‘contraente generale’ a nominare il direttore dei lavori”. Il Gip rivela infatti un “evidente profilo di atipicita’ della figura (del contraente, ndr) rispetto al contratto di appalto di opere pubbliche, nel quale l’appaltatore non svolge mai la direzione lavori, funzione che spetta all’amministrazione”. 

Lo srettissimo legamen tra Ercole Incalza e Massimo Lupi

Ercole Incalza era cosi’ influente all’interno del ministero delle Infrastrutture da aggiornare il ministro Lupi, in procinto di farsi intervistare da un quotidiano, sullo stato dei lavori e dei finanziamenti delle Grandi Opere, da buttare giu’ il programma di governo che il Nuovo Centro Destra avrebbe dovuto presentare e da ottenere la nomina del senatore Nencini a sottosegretario, dietro sua sponsorizzazione. E’ quanto emerge dalle 268 pagine di ordinanza cautelare scritta dal gip di Firenze. Il magistrato si sofferma, anzitutto, sullo strettissimo legame tra Ercole Incalza e il ministro Lupi. “Una relazione – scrive – che ha sicuramente contribuito, da ultimo, all’affermazione del potere di Incalza nei rapporti con i dirigenti delle imprese e anche con altri soggetti istituzionali”. Il 28 dicembre del 2013 e’ significativa per gli investigatori del Ros una conversazione tra i due che esalta “l’effettiva importanza” rivestita dall’ingegnere all’interno del dicastero delle Infrastrutture. Sul Corriere della Sera del 29 dicembre 2013 viene pubblicata l’intervista concessa dal ministro Lupi proprio sui temi trattati il giorno prima con Incalza. Ma era stretto anche il legame che Incalza aveva, piu’ in generale, con il Nuovo Centro Destra: in una telefonata tra l’ingegnere e una tal Daniela il primo “afferma di aver trascorso la notte a redigere il programma di governo che Ncd avrebbe dovuto presentare e di essere in attesa del benestare di Angelino Alfano e di Maurizio Lupi”. 

C’e’ poi una telefonata del 17 febbraio 2014 indicativa dei rapporti tra il ministro e Incalza: in questa conversazione Lupi – scrive il gip – “si lamenta con l’altro per essere stato da lui ‘abbandonato’. Incalza contesta tale affermazione dicendogli di aver scritto anche il programma”. Altro esempio dell’influenza che Incalza “sembra avere sulle decisioni del ministro si trae – evidenzia sempre il giudice di Firenze – il 28 febbraio 2014 quando Maurizio Lupi ha telefonato al primo e lo ha informato che, in seguito alla ‘sponsorizzazione’ di quest’ultimo, avevano nominato viceministro per le infrastrutture il senatore Riccardo Nencini”. Lupi – si legge ancora nell’ordinanza – “invita quindi Incalza a parlargli per dirgli ‘che non rompa i coglioni’. Nel corso di alcune successive telefonate Ercole Incalza fa presente che al ministero per le Infrastrutture sono arrivati due suoi compagni socialisti facendo riferimento a Nencini e a Umberto Del Basso De Caro. Il suo amico commenta tali nomine dicendo ‘complimenti…sempre sempre piu’ coperto…'”.

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