Tunisia. Essebsi, lacune nella sicurezza al Museo

TUNISI – Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha ammesso che ci sono state “lacune” nella sicurezza che hanno facilitato l’attacco al museo del Bardo.

“Ci sono state lacune”, il che significava che “la polizia e l’intelligence” non hanno garantito la sicurezza del museo, ha affermato Essebsi in una intervista al settimanale francese Paris Match. Il presidente ha comunque voluto sottolineare che le forze di sicurezza, una volta scattata l’emergenza, hanno “risposto in modo molto efficace, impedendo certamente che ci fossero decine di morti in piu’, neutralizzando i terroristi prima che azionassero le cinture cariche di esplosivo” che indossavano.  Il presidente ha anche informato che un terzo attentatore che ha preso parte alla strage del Museo del Bardo a Tunisi è ancora latitante. “Alla fine, erano tre i terroristi” ha detto il presidente, aggiungendo che il terzo è “”ancora”” in fuga. Nell’attentato di mercoledì sono morti 20 turisti stranieri – quattro dei quali italiani – e una guardia tunisina. Duee degli attentatori sono stati poi uccisi dalla polizia.

Terrorismo è un problema di tutti

Il terrorismo e’ un problema “che riguarda tutti i paesi e fra questi dobbiamo comprendere anche Italia e Francia”. E’ quanto ha affermato il presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, nel corso di un’intervista all’emittente televisiva “Europe 1”. In riferimento al problema del terrorismo in Tunisia, Essebsi ha riferito della presenza di “4 mila tunisini jihadisti tra Iraq e Siria, 400 dei quali sono gia’ rientrati, mentre altri 5 mila sono stati fermati prima della partenza verso quei paesi”.  Inoltre dal punto di vista delle indagini sull’attentato al museo del Bardo, il presidente ha confermato che “il terzo membro del commando e’ ancora in fuga”. Si e’ pero’ mostrato deciso a combattere il terrorismo perche’ “dichiariamo guerra a chi ci dichiara guerra” anche se si dice “contrario allo stato di polizia”.

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