Grexit all’orizzonte. L’Eurogruppo non si fida più di Tsipras

BRUXELLES – L’Eurogruppo straordinario sulla Grecia finora non ha preso nessuna decisione. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha annunciato di aver cancellato il Summit europeo in programma oggi a Bruxelles.

Resta quindi in calendario alle 16 l’Euro Summit  che “continuera’ fino a quando concluderemo i colloqui sulla Grecia“. Alle 11, invece, riprende l’Eurogruppo sospeso ieri notte.  Insomma la discussione è più complicata del previsto, ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, ed “è improbabile che riceveremo oggi il mandato a negoziare”. Insomma, siamo ancora in alto mare e la tensione si fa sempre più tesa. La Germania sta cercando di umiliare la Grecia, ha denunciato Dimitrios Papadimoulis,

vice presidente del Parlamento europeo e membro di Syriza in un intervista a Mega tv commentando la proposta del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble di una Grexit di 5 anni. “Quello che e’ in atto – ha detto Papadimoulis – e’ un tentativo di umiliare la Grecia e i greci e di rovesciare il governo di Alexis Tsipras”.  Ma c’è dell’altro. Il fornte dei Paesi ostili alla Grecia sta aumentando. Il ministro delle finanze finlandese Alexander Stubb tuona contro Atene per le troppe incertezze: “Ho ancora molti dubbi, la strada per la definizione delle condizionalità è molto difficile”.

Il rigidissimo ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che conduce le trattative, ha già fatto sapere che non farà nessuno sconto. Anzi, non crede più a Tsipras e non accetta il suo piano. Insomma, nonostante   i l’ex Troika abbia promosso il piano greco, offrendo aiuti per oltre 70 miliardi di euro, la discussione è squisitamente politica ed è incentrata sulla fiducia  che la Grecia non comunica più ai suoi stati membri.

In questo probabilmente Tispras ha fatto male i conti. Non solo non gli crede la UE, ma anche una parte del suo partito è deluso da come Tsipras ha impostato la sua strategia politica dopo la vittoria del NO. Inutile ricordare che non puoi fare una battaglia con tanto di referendum per poi proporre le stesse identiche cose.

Il viceministro olandese spiega che “c’è seria preoccupazione sull’attuazione visto che i greci stanno proponendo qualcosa che una settimana fa era stata rigettata al referendum”. Una “incongruenza” che va risolta, spiega il ministro maltese. La fiducia è venuta a mancare non solo per la ‘sfida’ di Tsipras all’Ue, con la convocazione del referendum a sorpresa, ma anche perché ieri ad Atene “la maggioranza parlamentare si è erosa ed è molto difficile passare le riforme” senza una maggioranza ampia, ha chiarito il ministro irlandese Micheal Noonan. 

Con una situazione simile, all’Eurogruppo i falchi hanno gioco facile. Atene non ha molte carte da giocarsi, se non promettere di accelerare l’approvazione delle riforme che l’Eurogruppo le propone. I ministri vorrebbero che passasse subito la riforma dell’Iva, l’abolizione delle baby pensioni, la liberalizzazione delle licenze tv, l’abolizione dei monopoli, le privatizzazioni promesse. Il ministro Tsakalotos è pronto ad accettare tutto, ma stavolta ai falchi sembra non bastare nemmeno quello. Persino il Portogallo si leva contro: non vede perché dedicare una parte del suo piccolo pil un salvataggio più grande di quello che lui stesso ha avuto. Francia e Italia provano ad allargare il fronte dei sostenitori, che ora ha imbarcato anche l’ex Troika promuovendo il piano greco. Ma sarà difficile coinvolgere il nutrito numero dei ‘seguaci’ della Germania: Slovacchia, Finlandia, Olanda, Estonia, Lituania e Lettonia. Nel migliore dei casi, con un accordo, le condizioni saranno durissime.

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