ROMA – Il centro sinistra alla prova di appello. Noi siamo fra coloro che considerano una occasione mancata il ricorso al governo dei tecnici quando si poteva andare ad elezioni e tutto lasciava intendere che il centrodestra sarebbe stato sconfitto.
Ma allora, fu detto che doveva, prevalere il “ senso di responsabilità.” C Di rispondere all’emergenza con una “maggioranza” d’emergenza .Non politica , non di unità nazionale,impossibile stante la profonda diversità fra Pdl e Pd, attestati su sponde opposte, che per venti anni si sono dati battaglia. Si dirà ma in altri paesi, prendiamo per esempio la Germania, socialdemocratici e democristiani hanno governato insieme. In nItalia, del resto, la lotta al terrorismo fu combattuta insieme da forze politiche diversamente collocate, dal Pci alla Dc. Ma si trattava , di partirti che sin rispettavano, avevano il senso dello Stato anche se i democristiani qualche marachella, per non dire di più. Il partito di Berlusconi, la Lega Nord, questo “ senso” se lo sono messi sotto i piedi. Da una parte ad un partito il cui gruppo parlamentare crede, finge di credere perché così l capo vuole, che Ruby sia la nipote di Mubarak non si può chiedere senso dello Stato. Vale anche per la Lega di Bossi , ora di Maroni,che adorava il dio Po, immettendo in una ampolla le sue acque, tutti vestiti di verde, cappellini, magliette, foulard, cravatte,fazzolettino nel taschino.
I governi di Pdl e Lega hanno provocato disastri
I due partiti, là dove hanno governato,nelle Regioni, nei Comuni, hanno provocato disastri, insozzando la vita politica ad ogni livello. Lombardia e Lazio, sono i simboli di una disfatta . Nsolo. Il modo di governare dei due partiti ha provocato sfiducia nelle forze politiche, facendo, come si dice di ogni erba un fascio. Anche le forze di centrosinistra non sono state immuni da errori,in taluni casi sono state contigue. Con grande ritardo hanno preso coscienza, quando l’hanno presa, che i partiti dovevano rinnovarsi, cambiare. E’ così che arriva Monti .Proprio nel modo in cui nasce ed opera il governo dei tecnici, senza una maggioranza politica, allora impossibile, si trova la risposta a chi continua a ipotizzare un Monti bis, . Ma non a caso non entrarono ministri politici. Nasceva “ tecnico” e tale doveva , ed è , rimasto tale. Perché ora sarebbe possibile, invece, una coalizione con Pdl o come si chiamerà , Pd, Udc, o lista per l’Italia. ?
L’assurdo di un Monti bis o Agenda Monti
Non trovi nessuno che ti dia una risposta logica perché difficile è spiegare l’assurdo. Un Monti bis certamente è possibile. Ma a due condizioni: che lui accetti di essere candidato, di una formazione di centrodestra,. Non c’è bisogno che partecipi alla elezioni, che si metta in gioco. Per lui il giocatore sarebbe lo schieramento dei moderati, si fa per dire, magari guidato da quel signore che si chiama Briatore, un po’ in Kenia e un po’ in Italia a far bisboccia con Berlusconi. Con l’aggiunta di quel moderato che è Storace. Che questa formazione, che non c’è,vinca le elezioni. È tutto da vedere. Insomma ci sono le condizioni perché una alleanza fra progressisti e democratici, l’obiettivo del Pd per il quale Bersani ha lavorato con grande pazienza ,aperta a forze liberali, costituzionaliste e europeiste ha tutte le carta in regola per candidarsi, con possibilità di successo, a governare l Paese. Le viene data una seconda possibilità. Se errare, come si dice, è umano, perseverare è diabolico. Vogliamo dire che non si può perdere di nuovo, questa occasione per il bene del Paese, per costruire un futuro profondamente diverso dall’oggi e dallo ieri. La responsabilità maggiore è del Pd, la forza più consistente dell’alleanza. E qui, come si dice, cascò l’asino. Il Pd ha avuto, unico partito, il coraggio di chiamare a raccolta il “ popolo” del centrosinistra con le primarie, a rischio infiltrazioni di destra.. Una grande consultazione per scegliere il candidato premier e ,insieme, costruire il programma del governo, a partire dalla Carta di intenti, approvata dalla assemblea nazionale del Pd discussa firmata da Sel e dal Psi .
Bersani .non sono io che decido i candidati
Insomma le primarie per discutere i problemi del Paese. Invece che succede, malgrado le buone intenzioni di Bersani ? Il rischio è che diventi una guerra interna al Pd in cui si discute su chi dei parlamentari uscenti deve essere “rottamato”. Ha dato il via Veltroni annunciando che non intende ricandidarsi ed è scoppiata la “ rottamo mania” Paginate e paginate sui giornali. Ma che farà D’Alema? A Bersani si chiede non come il Pd si muoverà per cambiare radicalmente la politica di questo Paese, ma se non ricandiderà quell’antipatico di “ baffino”. Bersani dice che lui non ricandiderà né Bersani né altri perché non è compito suo ma degli organismi del partito secondo statuto .Ricorda che lo statuto prevede che chi ha fatto tre legislature deve chiedere una deroga allo statuto .Siccome la risposta non consente il titolo a tinte forti gli si farà dire che non ricandiderà D’Alema. Se pensiamo che le elezioni ci saranno fra circa sei mesi ci vengono i brividi. Un tormentone così, condito da fasulli sondaggi settimanali, il cittadino elettore non se lo merita proprio.