Una lacrima sul viso e un ‘no’ a Marchionne

ROMA – Lo ha detto lo stesso Monti che le misure adottate dal governo sono indigeribili,  i sacrifici richiesti agli italiani insopportabili.

Ma così si doveva fare perché eravamo con un piede dentro il baratro e gli italiani hanno capito.  Insomma parlare di lacrime e sangue non è poi così distante dalla realtà E dovrebbero ben riflettere coloro che, ogni giorno, in ogni tv, in ogni intervista, parlano di  “ agenda Monti”, come fosse una nuova bibbia. Del resto per quanto riguarda “lacrime e sangue” il governo è in regola. Le lacrime ce le mette  Elsa Fornero e il sangue ce lo mettono i lavoratori e i pensionati italiani, le fasce più deboli dei cittadini. Inoltre ci sono dei lavoratori che dovrebbero pagare un prezzo ancora più alto, quello di potersi liberamente iscrivere al sindacato che pìù loro aggrada. Ancora: se il datore di lavoro li vuole licenziare non sono più tutelati dallo Statuto. Certo la giusta causa è rimasta, ma anche se hanno ragione, se hanno subito un torto, spetta al giudice decidere se devono essere riassunti o semplicemente indennizzati e se ne vanno a casa. E poi? Affari loro, si arrangino.

 

Fornero a l’ad del Lingotto:  “congela i licenziamenti”

Di più. Un signore che i tecnici e  i professori conoscono molto bene, annuncia che gli investimenti promessi nelle fabbriche Fiat non ci sono più , poi si vedrà, intanto accumula  ore e ore di cassa integrazione, chiude Termini Imerese e Irisbus di Avellino. Non lo vogliono disturbare, neppure una telefonata, una mail, un messaggino,  è troppo indaffarato, perché disturbarlo. Presenta un nuovo piano messo su in quattro e quattro otto, racconta che produrrà un suv Maserati, idea geniale. Faccia pure. Il governo è silente.  Poi viene condannato in quanto amministratore delegato di Fiat ad assumere  operai discriminati  iscritti alla Fiom Cgil. Lui le tenta tutte per non farlo. Poi un tribunale glielo ordina. Allora, il manager Marchionne che fa. Dice che per assumerne 19, iscritti alla Fiom che hanno fatto causa ne deve mandarne via 19. Se teniamo conto che dovrà far rientrare più di 140 lavoratori discriminati ,pensate cosa può accadere in quella fabbrica di Pomigliano.  Nella Repubblica italiana in cui, stante la Costituzione,il lavoro è un diritto fissato dall’articolo 1 della Carta, un signore che sia chiama Marchionne stabilisce che è sì un diritto ma per chi è d’accordo con lui, con le sue fandonie, con i suoi piani, “ prima “ Fabbrica Italia”, ora per usare un linguaggio che non ci piace, ma calza a pennello, “ Rottama fabbrica”.  La Fiom è diventata per l’ad col girocollo una vera e propria ossessione.

Finalmente il ministro Fornero, asciugate le lacrime si fa sentire e gli chiede di congelare i licenziamenti  “  in attesa della verifica di una possibilità di dialogo che non riguardi solo il fatto specifico ma l’insieme delle relazioni sindacali.”  C’è anche chi legge la dichirazione come una proposta di scambio. Fiom rientra in fabbrica e ritira le denuncie.  Uno scambio impossibile. Non solo dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Parla  di  “ novità della fattispecie ( il licenziamento ndr) che fa evolvere le relazioni industriali nel senso dello scontro e   dell’indurimento della contrapposizione,” di “ mancanza di volontà di dialogo da entrambe le parti”. Linguaggio contorto ma meglio che niente. Meglio del suo collega ,il ministro  Passera  il quale afferma che la decisione di Marchionne non gli piace però, aggiunge Sul fronte politico Bersani  parla di  “ un caso morale””. Bisogna che la Fiat ragioni diversamente, iniziative del genere sono inaccettabili”. Sul versante sindacale Cisl e Uil chiedono il ritiro dei licenziamenti,anche se mantengono una posizione polemica nei confronti della Fiom “ colpevole” perché i lavoratori discriminati si rivolgono alla magistratura. Interviene anche Diego della Valle il quale afferma che “bisogna proteggere l’Italia da Marchionne  e dagli Agnelli”.

 

I “tecnici” o sono incompetenti o colpiscono nel gruppo
Proprio ieri, pare, lo diciamo perché è sempre bene andare con i piedi di piombo, che il  governo nella persona del ministro Grilli, quello che tiene il borsello, ha trovato l’accordo con i relatori alla legge di stabilità ed ha fatto retromarcia su aspetti di fondo. Il pratica la legge di stabilità viene riscritta. Per amor di polemica ci chiediamo: è mai possibile che dei “tecnici” dei professori, degli economisti, diano alle stampe una legge così sballata? Che un consiglio dei ministri dopo sette ore di discussione adotti misure che vanno contro il buon senso? C’era perfino una tassa sui cani che accompagnano i non vedenti. Delle due l’una: o sono totalmente incompetenti oppure il governo ha un solo orizzonte, tagliare comunque, recuperare miliardi per arrivare al pareggio di bilancio nel 2013. Così si va a spizzico, un po’ qua un po’ là. Indifferente  a cosa e  chi quei tagli colpiscono.

 Cinismo, il  taglio  dei fondi per l’assistenza ai malati di Sla.

E’ mai possibile che nessuno si era accorto che venivano tagliati i fondi per l’assistenza ai malati di Sla.Cinismo allo stato puro. Se ne sono accorti, Fornero e Balduzzi, quando tante associazioni hanno fatto presente che sia per i malati di Sla che,in genere, per tutte le persone bisognose  di assistenza i fondi necessari erano scomparsi. Fornero ha pianto di nuovo.  Si asciughi le lacrime e abbia il coraggio di lasciare il suo posto se non verrà ripristinato il fondo necessario. E prenda il coraggio a due mani, chiami Marchionne, magari lo faccia insieme a Passera, difenda la Costituzione da un manager troppo disinvolto e dai rampolli della famiglia Agnelli. L’elenco delle cose che non vanno si può affrontare nell’arco di tempo che resta  fino alle elezioni. A volte anche i tecnici, i professori sbagliano. Lo riconoscano e pongano in atto i rimedi necessari. Perché se così non si fa non è possibile avviare una politica di sviluppo. Nella storia di questo paese la politica dei due tempi, prima il rigore, poi la crescita ha fatto fallimento. E’ rimasto solo il rigore. Non vorremmo pensar male: che vogliate mettere sulle spalle di un possibile governo di  centro sinistra solo il rigore, lacrime e sangue. Non  avrebbe neppure più gli occhi per piangere.

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