Primarie. Un grande prova di democrazia. Un milione e mezzo già registrati

ROMA – Più di un milione e mezzo di cittadini  si sono registrati per votare  alle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato premier.  Domenica le urne saranno aperte in tutta Italia dalle ore 8. Si potrà votare fino alle 20, poi subito gli scrutini. I seggi sono 9.239,  in 7940 degli 8215 comuni italiani.

Centomila i volontari che gestiranno le operazioni di voto. Le primarie assumono il  di una grande manifestazione politica, una festa della politica , dice Pierluigi Bersani.  Un segnale che la partecipazione dei cittadini è l’unico modo per recuperare credibilità, consenso in una situazione in cui forti sono le spinte populiste, la demagogia pare prendere il posto della proposta, del progetto. Che la politica, quella buona, deve e può tornare ad essere protagonista , che il  Paese ha bisogno di un governo che sia scelto dai cittadini.  Quei cittadini che già si sono registrati, un numero nettamente superiore alle previsione sono la prova, anche fisica, che la scelta delle primarie di coalizione voluta da Bersani, per statuto candidato unico del Pd,  ha rappresentato un momento di democrazia di cui il paese ha tanto bisogno. I cinque candidati, Bersani, Renzi, Vendola, Puppato, Tabacci,  per tutta la giornata di sabato hanno partecipato ad incontri, manifestazioni, dibattiti  mentre gli ultimo sondaggi  venivano resi noti da  chi ormai ogni giorno si esercita in previsioni. Il segretario del Pd viene dato largamente in testa , vicino a quel 50% che  per passare al primo turno. Se si andrà al ballottaggio   lo stesso Bersani   ne vede gli aspetti positivi, nel senso che si rafforzerà ancor più il rapporto con i cittadini, la partecipazione a un evento destinato a lasciare il segno nella vita del  paese. Un momento chiarificatore in una situazione in cui solo la coalizione del centrosinistra offre certezze sul governo che viene proposto . La coalizione dei progressisti si pone come  il soggetto fondante della nuova compagine , aperto al contributo di forze moderate , europeiste, costituzionaliste. Una risposta il segretario del Pd l’ha dato anche a Di Pietro che, proprio alla vigilia del voto, propone che a scrutini effettuati, si riapra un rapporto con il centrosinistra. Da Bersani arriva un “ sì” ma con ,molti ma.- Dice il segretario del  Pd che vanno chiarite molte cose. “ Da parte nostra-afferma- non vi è mai stata preclusione, ma di fronte alle posizioni che ha preso l’Idv su qiasi tutta la batteria  dei temi che abbiamo affrontato quest’anno, dalle posizioni sul Presidente della repubblica a quelle sul Pd bisogna che ci siano dei gesti politici significativi  che correggano. Con meno di questo non basta dire ” ci siamo”. La mia preoccupazione è sulla credibilità che dobbiamo avere nei confronti degli italiani perché non si può dire che andiamo d’accordo ppoi litighiamo.

 

Il problema è troppo serio”. Una risposta molto chiara, tutte le cose, si può dire nel centrosinistra sono al loro posto, la proposta di governo è concreta, mentre le altre forze politiche, quelle che ci sono e quelle che annunciano che, forse, ci saranno si aggrovigliano, si contorcono. Vedi Pdl  con la  convocazione delle primarie, daccordo Berlusconi, il quale il giorno dopo aver nominato i garanti fa sapere che forse lui torna in campo  tanto che Alfano, molto contrariato, dice che se c’ il cavaliere le primarie non si fanno. Oppure l’Udc, l’ex terzo polo e il nascituro( forse) partito  per la terza Repubblica che non si sa bene cosa sia con alla testa Montezemolo, Riccardi, Bonanni, Olivero,  che punta per il Monti bis, il quale Monti temporeggia, dice e non dice, commenta e non commenta. Specie dopo quanto affermato dal Presidente della repubblica che ha richiamato il fatto che un senatore a vita non dovrebbe candidarsi. Arriva Fini il quale, furbescamente, dice che dopo le elezioni i montiani chiederanno al Capo dello Stato di indicare l’attuale premier come presidente del Consiglio. A prescindere dal risultato elettorale? E’ grave che una simile “pensata” possa venire dalla terza autorità dello Stato.  Il centrosinistra  pone un obiettivo semplice e chiaro: chiedere il voto ai cittadini poer un governo del cambiamento. “ Un governo che non si pone l’obiettivo di cambiare- afferma Bersani- non ha ragione di essere”. E di cambiamento ce ne sono molti da fare. Proprio  sabato in tutta Italia si sono svolte manifestazioni degli studenti, degli insegnanti, ci sono centinaia di scuole occupate,  si rivendica una diversa politica dell’istruzione, ci sono precari in lotta  cui scade il contratto che non verrà rinnovato, centinaia di vertenze di aziende in crisi, più di  4 milioni di lavoratori precari, per molti di questi, si parla di circa 270 mila, scade il contratto, per tanti altri non vi  è alcuna certezza,. Cala la produzione industriale, diminuiscono i consumi, le tredicesime sono già impegnate.  In questo quadro allarmante  arriva l’accordo, voluto dal governo, firmata dalle associazioni di impresa e dal Cisl ,Uil, Ugl, che  fa minaccia la contrattazione nazionale con il rischio che  ci sia un riflesso negativo sui salari già bassi. Al certo non si creerà neppure un posti di lavoro in più. E proprio il lavoro e la questione morale, la lotta alla corruzione, alla criminalità  sono i punti fondamentali del programma della coalizione di centrosinistra. Il voto di domenica è un passo importante, il primo per  affrontare la campagna elettorale e assicurare al Paese un governo che governi.

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