Monti. Ora ignora perfino l’economia sociale di mercato

ROMA – Indichiamo a Mario Monti  la lettura di  tre “osservazioni” che riportiamo di seguito. 1) Il Fondo monetario internazionale nelle sue previsioni economiche ha sottovalutato l’impatto  su Pil e occupazione delle misure di austerità che alcuni paesi hanno dovuto varare”.

“Gli autori delle previsioni hanno sottostimato in modo significativo l’aumento della disoccupazione e la flessione dei consumi privati e degli investimenti associati al consolidamento fiscale”. 2) “Il progresso presunto” da realizzare con misure quali il Patto di disciplina fiscale (fiscal compact ndr) che obbliga tutti i paesi allo stesso modo di proiettare verso il basso i loro deficit“ non è la soluzione, la cura non farà che peggiorare la situazione che conduce ad una accentuazione della crisi a cui gli europei non sono pronti”. 3) “Gli interventi necessari per i paesi dell’Ue per accedere ai fondi sono una cura che servirà solo a peggiorare la salute del paziente. La Croce  Rossa prevede da due  a quattro anni particolarmente difficili in Europa”. Questi tre interventi non sono stati fatti da pericolosi bolscevichi, estremisti rivoluzionari alla Fassina o Vendola o, peggio ancora, Camusso e Landini. Il senatore Monti può stare tranquillo.

Il Fondo monetario: un errore le misure di austerità

Il primo intervento è di Olivier Blanchard, il capo economista del Fondo monetario internazionale che riconosce un clamoroso errore, sulla base del quale sono state messe a punto dalle strutture tecnocratiche della Uue le misure che Monti ha condiviso e condivide. La seconda osservazione è del premio Nobel per l’economia nel 2001, Joseph Stiglitz che traccia un futuro nero, “apocalittico” per l’Europa, intervistato da un giornale tedesco “Handelsblatt”. La terza osservazione è del direttore dell’Agenzia umanitaria internazionale, Croce Rossa ( Cicr), Yves  Daccord intervistato da un giornale danese “Politikern”. Se è vero che i  cittadini italiani possono non conoscere queste prese di posizione di autorevoli personaggi dello scenario politico, economico, e sociale internazionale visto che i nostri giornali si guardano bene dal farne parola, provinciali come sono, il professor Monti non è scusato di questa ignoranza.  Lui che si vanta di essere una delle più influenti personalità del firmamento europeo dovrebbe  far tesoro di  quanto affermano Blanchard, Stiglitz e Daccord. E far diventare queste posizioni cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, sfidando proprio Fassina, Vendola, Camusso, Landini, ma sopratutto Bersani. Non pretendiamo che letture di questo tipo le facciano anche Casini e Fini, impegnati  in  altre faccende, prima fra tutte quella di mettere insieme qualche voto che consenta loro di essere presenti in Parlamento. Nel nome della nuova politica ovviamente, un passo avanti  si richiede anche confronti di Monti che di nuovo per ora non ha detto niente.

La questione sociale, il lavoro non negli orizzonti di Monti

Non solo: proprio per quanto riguarda la “questione sociale”, il lavoro in primo luogo, è rimasta del tutto fuori dalle scelte politiche del governo dei tecnici da lui presieduto e, ora, risulta estranea alla coalizione che si va formando. Anche noi abbiamo letto le poche risposte date dal professore su Twitter. Malgrado la gran cassa suonata dai media su questo “eccezionale evento”, così è stata definita la “salita” del premier dimissionario in Twitter,  a tante domande, molto interessanti, non è stata data risposta. E quelle poche, quindici, sedici sono state non risposte. Monti non ha detto niente. Programmi, cose da fare, progetti alleanze, tutto indefinito. Ancora peggio il  Casini-pensiero, si fa per dire. Come un disco rotto va ripetendo che se Bersani non ha la maggiorana sia alla Camera che al Senato si sogna di diventare il capo del governo. Domanda: secondo il capo dei neodemocristiani, più vecchi degli originali, dovrebbe farlo che non abbia la maggioranza né al Senato né alla camera? Vista la situazione un consiglio. A Casini di andare a lezione di diritto costituzionale. A Monti di  ripassare i fondamentali dell’economia sociale, magari leggendo per intero gli articoli che abbiamo richiamato.  Se non li trova basta che rilegga una intervista rilasciata da lui, Rettore della Bocconi, al professor Giorgio Fiorentini, uno sei massimi esperti di economia sociale. Economia sociale di mercato, professore, non di marxismo-leninismo.

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