La lezione di Obama, “pericoloso bolscevico”

ROMA –  “E’ che siamo tutti cittadini”. Così  Barack Obama spiega al Congresso,  con il discorso sullo Stato dell’Unione , perché l’America è una nazione. Un  discorso intenso , appassionato,  da consigliare ai nostrani editorialisti che dettano ricette èper uscire dalla crisi tutte centrate sui tagli, sul rigore a senso unico.

Da consigliare anche a Monti e ai montiani, a coloro che hanno storto la bocca  quando la  la Cgil ha presentato le proposte per il “Piano del Lavoro.”. Il professore ha storto la bocca e non c’è intervento che non se la prenda con Susanna Camusso. Le proposte della Cgil impedirebbero di diminuire le tasse e non consentirebbero aumenti dell’’occupazione. Non diciamo, ovviamente , che Obama ha  copiato il documento della Cgil . C’è una corrente di pensiero che pone l’intervento del capitale pubblico, non lo statalismo,mirato alla ripresa economica , improntato alla socialità. Una svolta, un cambiamento di rotta nella politica mondiale di cui  Obama si fa capofila delle forze di progresso. Una svolta a sinistra,  gridano gli esponenti della conservazione, raffigurando il presidente degli Usa Obama come un pericoloso estremista, un bolscevico. Reazioni simili a quella di dei Repubblicani Usa che non hanno digerito la “ ricetta democratica” A tutto campo, dalla politica interna a quella estera..   

L’ America progredisce quando avanziamo tutti insieme

Far rinascere un paese dove tutti abbiano le stesse opportunità, qualunque sia la loro origine”.” L’America progredisce solo quando avanziamo tutti insieme”.  Alzare il salario minimo,riforma fiscale “che elimini i privilegi sui profitti, perché chi si mantiene lavorando abbia condizioni di vita dignitose”. Scuola, energie rinnovabili , investimenti pubblici per le infrastrutture, lotta al cambiamento climatico, leggi contro le armi, nuove aperture per l’immigrazione:queste le linee guida. Ma per essere ancora più chiaro si rivolge ai Repubblicani ,con un pensierino  verso l’Europa del rigore  e della conservazione, un partner fondamentale per gli Usa, con l’auspicio di consistenti mutamenti nella politica della Ue..” Non si costruisce  la prosperità- afferma- con i tagli di spesa “ e cita John Kennedy che 51 anni fa esorto la classe politica ad essere “ partner per il progresso” E lancia il “piano per il lavoro” made in Usa.
“Lo Stato dell’Unione è più forte”. Ma il cammino da fare è ancora lungo perché “milioni di americani –dice- fanno un lavoro che non è remunerato a sufficienza, altri milioni sono disoccupati, i profitti sono ai massimi storici eppure i salari ristagnano”.

Rilanciare le classi lavoratrici e il ceto medio

Primo obiettivo è “rilanciare le classi lavoratrici e il ceto medio”, mettendo lo Stato “al servizio di tutti”. Non “Big Government”, ma “Smart Government”: una ripresa sana non richiede un mega-Stato, ma uno Stato efficace e intelligente.  Ed arriva agli investimenti,”facendo dell’America una calamita di nuovi posti dando l’istruzione e la formazione professionale richiesta per i nuovi mestieri; pagare salari adeguati.” Presenta il programma “ Fix it First” ( prima di tutto aggiustare), un piano di recupero e manutenzione  da 500 miliardi di dollari per le grandi infrastrutture americane. Subito al lavoro tante persone con “ azioni urgenti” , ben 70 mila interventi di cui hanno bisogno i ponti del Paese. Propone una collaborazione con i privati in modo da attirare capitali per migliorare le strutture fondamentali, porti, scuole, condotte.
Entro il 2014la guerra in Afghanistan sarà terminata

“Dimostriamo a tutti – ha affermato tra gli applausi – che non c’è un posto migliore dell’America per fare affari”. Infine  l’aumento del salario minimo da 7,5  a 9 dollari l’ora,la parità retributiva garantita alle donne. “Nessun lavoratore americano deve vivere sotto la soglia della povertà”. Infine  incentivi per le imprese  che assumono disoccupati  da lunghi periodi.  Le assonanze con il “Piano del Lavoro” della Cgil sono evidenti, Non serve alcun commento. Infine Obama ha dato un annuncio significativo che riguarda la politica estera cui ha dedicato parte del discorso: “ Nel corso del prossimo anni, 34.000 soldati americani- ha detto- torneranno a casa dall’Afghanistan. Il ritiro continuerà e alla fine del 2014 la nostra guerra in Afghanistan sarà terminata.” Un segnale di pace indirizzato alle nazioni e ai popoli di tutto il mondo.

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