Napolitano, una via al limite del possibile. Verso le elezioni

ROMA – Un lungo discorso,, puntiglioso, non formale, quello del Presidente della Repubblica che ha conferito a Pierluigi Bersani l’incarico di “ in continuità con eloquenti  precedenti, di verificare un sostegno parlamentare certo a un governo che abbia la fiducia della Camere”. In queste poche parole  Napolitano ha indicato una strada per dare un governo al Paese, ancora più difficile di quanto non poteva apparire.

Non si tratta di una  “esplorazione” sulla possibilità di formare un governo  di coalizione. Per questo  gli “esploratori”, stante la prassi, possono essere i presidenti delle due Camere, come già è avvenuto oppure personalità che hanno ricoperto ruoli istituzionali significativi. Bersani è il presidente del Consiglio incaricato e deve verificare se l’esecutivo da lui proposto,  che richiama la coalizione di centrosinistra,è in grado di assicurare un governo stabile. Coalizione che, dice lo stesso Napolitano, è nelle condizioni più favorevoli  per affrontare questo compito avendo ottenuto la maggiorana assoluta alla Camera e quella relativa al senato. Arriva a questa conclusione facendo però notare,in prima battuta, che “ un governo di vasta unione, che conti sulle due principali forze, cosiddetto di grande coalizione è stato chiesto dal Pdl di Silvio Berlusconi”.

 Il Capo dello Stato: Difficoltà rilevanti per un governo di larghe intese

Subito dopo riconosce che le “ difficoltà sono rilevanti  per le antiche divergenze e contrapposizioni che si erano attenuate con il sostegno al governo Monti”. Ed aggiunge che “ anche negli anni scorsi caratterizzati dal bipolarismo, avevo chiesto larghe intese su scelte importanti,garanzie istituzionali, politica europea” Sta qui, se ci possiamo<permettere la debolezza del discorso di Napolitano: le antiche divergenze e contrapposizioni sono scelte politiche profondamente diverse, una visione , un progetto di società che divide Pd e Pdl,  programmi diversi per quanto riguarda la politica economica e sociale,la presenza ventennale di un leader come Berlusconi che ha portato al disastro il Paese., cui non  può essere affidata alcuna credibilità, non solo per i suoi problemi con la giustizia. Che pure sono pesanti come un masso. Da ultimo l’invasione da parte dei parlamentari del Pdl del tribunale di Milano, gli attacchi continui alla magistratura fino ad usare la parola eversione nei confronti di Magistratura democratica. Per non parlare di Ruby parente di Mubarak, della condanna nel processo Unipol, di quella che riguarda la Mondadori nel rapporto con De Benedetti, i processi in corso a Milano,il continuo ricorso a espedienti di ogni genere per  allungare i tempi dei procedimenti,le leggi ad personam votate  dalla sua maggioranza, l’indagine   sulla compera di  parlamentari, vedi  le dichiarazioni di De Gregorio.

Bersani. Un governo in condizioni di generare cambiamento

 Il sostegno al governo Monti dato da Pd e Pdl   nasceva dalla esigenza di evitare che l’Italia affondasse. Non solo, lo stesso Berlusconi ha provocato la caduta del governo dei “ tecnici”.   Senza volerlo da parte del Presidente della Repubblica che si è detto sempre contrario al ricorso alle urne. La certezza,come dicono autorevoli costituzionalisti, di una maggioranza  si verifica in Par ha affermato -per l’avvio di una legislatura che abbia un governo in condizione di generare il cambiamento necessario e un percorso di riforme in grado di realizzare quel che non si è visto fin qui, gli aspetti rilevanti di riforme costituzionali e politico-elettorale”.  Governabilità  e cambiamento, due parole che hanno senso se strettamente legate. Altrimenti  ci si muove in vecchie logiche che non portano da nessuna parte.

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