Governo. Non a tutti i costi

ROMA – E’ un percorso tutto in salita. Appena Napolitano ha dato l’incarico ad Enrico Letta di formare il nuovo governo la compagnia di Berlusconi  ha imbracciato le armi. Finiti i sorrisi, dolci baci e languide carezze, stiamo insieme per il bene del Paese, il cavaliere mette i piedi nel piatto.

Rilancia i suoi otto punti, ma in realtà a lui ne interessa uno solo, la giustizia. Letta sente puzzo di bruciato e rilancia. Il governo? “Non a tutti i costi, dice. Sono i suoi ambasciatori televisivi a porre il problema come uno dei fondamentali per dar vita  al governo. Certo non chiede alcun salvacondotto, e come potrebbe, ma a partire dalle intercettazioni telefoniche, intanto, un giro di vite, il tentativi di una forte limitazione dell’uso  di questo strumento indispensabile per tante indagini. Basta un niente, una legge sbagliata,m restrittiva e può saltare l’impianto di numerosi processi. E poi la corruzione, non si parli  di falso in bilancio, già punito dicono, ma non è vero. E il conflitto di interessi? A quello ci  hanno pensato i  “saggi” nominati da Monti, lo hanno eliminato, come un inutile orpello. Ma verrà riproposto alla attenzione del Paralamento dalle associazioni, a partire da Articolo 21, che ne hanno fatto il cavallo di battaglia di una battaglia importante, significativa, un paletto fondamentale della società democratica. Così come scompaiono, il riconoscimento dei figli di immigrati nati in Italia, i diritti  civili. Per quanto riguarda le questioni economiche il primo punto all’ordine del giorno è la restituzione dell’Imu. Sanno bene i berluschini che non è possibile, che non si può fare. Allora perché? La risposta è semplice. Mentre in apparenza il Pdl  vuol dare il segno di quanto grande sia il suo impegno per dar vita al governo, in realtà si prepara già alla campagna elettorale, a prendere di mira il Pd che avrebbe impedito il rimborso Quando come è noto, o dovrebbe esserlo, il Pd,  ha avanzato precise e realizzabili proposte per la riduzione di questa tassa.

Berlusconi. Mentre tratta, lavora per far saltare il banco

E potremmo continuare nel racconto di questo gioco di Berlusconi, da una parte tratta per  dare vita ad un esecutivo tutto politico,  che duri,larghe intese Pd-Pdl, un abbraccio che potrebbe essere mortale per i Democratici, dall’altra lavora per far saltare il banco, convinto dai sondaggi di cui è in possesso di poter vincere le elezioni se si andasse a votare a breve.  E alza il prezzo della collaborazione. Il Pdl fa circolare i “suoi” nomi per la lista dei ministri Mette in campo il “meglio” della squadra  del cavaliere. Cioè il peggio della ciurma con in testa Brunetta e Schifani, i due capigruppo per marcare la presenza del Pdl e poi Sacconi, l’ ex ministro  che ha lavorato solo per una cosa:dividere i sindacati e mettere all’angolo la Cgil.  Ancora: non vuole in alcun modo la conferma di un ministro come Cancellieri all’Interno e per la giustizia ha già scelto Schifani. Cancellieri sarebbe responsabile di aver sciolto  per mafia molti comuni amministrati dal centro destra. Poi si fanno circolare i nomi di Gelmini  che ha devastato la scuola pubblica  ed ora verrebbe richiamata in servizio per il colpo definitivo.Poi un ruolo deve essere trovato per lo zio di Enrico, Gianni Letta, magari sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il ridicolo si accoppia con il disprezzo delle istituzioni che non possono essere assolutamente essere considerate un fatto di flia.

L’arroganza del cavaliere e le debolezze del Pd in crisi

Cosa rende Berlusconi così arrogante? Due fatti: la crisi del Pd, lo scontro fra le correnti di cui si è perso il conto, il solco che si è creato fra i Democratici e una parte crescente della società, la perdita di prestigio e credibilità di una grande forza popolare, hanno indebolito il partito. Insieme la rottura della coalizione di centrosinistra con la decisione presa da Sel di chiamarsi fuori ha reso ancora più debole il Pd dando una mano a quelle forze che non vogliono il cambiamento. La polemica in questi giorni si è fatta sempre più aspra. Spetta al Pd, la forza largamente maggioritaria della coalizione di centrosinistra da subito provare a riannodare le fila, pur nella diversità di posizioni sulla questione governo.

Vendola:  archiviamo la polemica, è meglio per tutti

Vendola ha fatto un gesto distensivo quando ha affermato: “ Cari compagni del Pd, prima si archivia questa polemica e meglio è per tutti”. E in merito agli “stati generali della nuova sinistra” indetti per  la seconda settimana del mese di maggio ha sottolineato: “Vogliamo costruire una sinistra anti-ideologica su basi nuove, non una zattera per i profughi del Pd”. Il recupero di un percorso  che guarda all’unità della coalizione di  centrosinistra, pur da posizioni diverse , non potrebbe che rafforzare Enrico Letta. Se i provvedimenti che il governo prenderà vanno in direzione delle emergenze da affrontare non si vede perché Sel non dovrebbe votarli . E ci resta difficile pensare che il governo sostenuto dal Pd potrebbe adottare misure con cobntrddicono le sue proposte, a partire da quelle contenute nella carta di intentri e dagli otto punti di Bersani. Se questo avvenisse il sucidio del Pd sarebbe certo.

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