Un pregiudicato disperato, un pericolo per la democrazia

ROMA – Sì , la notizia del ritiro dei ministri del Pdl ordinata da un pregiudicato, come  Silvio Berlusconi, condannato per un reato fra i più odiosi, fa il giro del mondo. Impazza su tutti i siti più importanti, nelle edizioni on line dei quotidiani, occupa le reti televisive.

Non è una crisi  “normale” come avvengono spesso nei paesi democratici. Intanto l’Italia è l’ottava potenza mondiale  e i riflessi di quanto avviene nel nostro Paese interessano, i paesi “ globalizzati”, primo fra tutti quelli del vecchio Continente. Ma non è solo di questo che si tratta. Certo, l’economia globalizzata non può che temere pericolosi contagi. Ma qui e ora siamo a qualcosa di diverso da una normale crisi di governo.

La notizia fa subito il giro del mondo

E di questo si parla subito in tutto il mondo. L’attacco alle istituzioni democratiche, la spinta eversiva che viene dalle iniziative di Berlusconi è sotto gli occhi di tutti. Non è mai avvenuto che in un paese democratico, una  Repubblica parlamentare, il capo di un partito che ha responsabilità di governo, decida di far dimettere tutti i deputati e i senatori  del suo partito. Non gli basta che i “ suoi” parlamentari accolgano questa richiesta con una acclamazione. Devono firmare una lettera di dimissioni  su un modulo già preparato. E  questi, privi di dignità e del rispetto per loro stessi, dimenticando che i parlamentari non hanno vincolo di mandato, firmano. Tuttavia i malumori sono consistenti, alcuni rifiutano di sottoscrivere, altri pensano che si tratta di una mossa politica e che alle dimissioni non si arriverà. In realtà è un ricatto bello e buono perché il pregiudicato e gli stessi parlamentari sanno bene che le dimissioni sono individuali e il Parlamentale deve votarle. Ci vorrebbe perlomeno un anno. In realtà il cavaliere punta allo sfascio a far saltare il banco, ricatta. Ma viste le reazioni tiepide di dei suoi cortigiani, le divisioni fra falchi e colombe, i tanti “ma anche”, i “ si ma”, capisce che la situazione non è quella che vorrebbe.  Come poi si vedrà uno come Cicchitto dissente dalla improvvisa decisione.

Attacca anche la Giunta del Senato per le elezioni. Non si presenterà

La disperazione lo porta a tagliare la testa al toro: Ordina ai ministri di dimettersi e quello che succederà succederà. Punta a nuove elezioni subito, vuole partecipare in prima persona. Per completare l’opera ha bisogno di far saltare la riunione della Giunta per le elezioni che il4 ottobre si riunisce per deciderne la decadenza da senatore. Annuncia che lui non si presenterà e altrettanto faranno i suoi avvocati. Perché ? Perché dieci componenti dell’organismo del Senato si sono già espressi . Siamo oltre il ridicolo. Della condanna di Berlusconi si parla da mesi,tutti dicono la loro,possono ovviamente farlo. Non si tratta di fare un nuovo processo .Ci sono stati già i tre gradi di giudizio.Ognuno, tanto più un parlamentare,ha dirittodi dire la propria. Tutto questo porta a una conclusione: Non si tratta di una normale crisi di governo,crisi che si giocano ,nei paesi normali,nei Parlamenti.

Messe in discussione le fondamenta dello stato democratico

Qui siamo in presenza di una minaccia allo Stato democratico,  di una crisi della Repubblica, vengono messe in discussione le fondamenta   del nostro ordinamento costituzionale. Tutto questo perché  cosi vuole un, condannato per il reato di frode fiscale. Mai qualcosa di simile sottolinea il segretario del Pd, Epifani:  La difesa dei principi che guidano il nostro Paese,la difesa della democrazia,indicano un “ obbligo” per le forze politiche che hanno a cuore il futuro dell’Italia,per il Pd in primo luogo: dar vita ad un governo di scopo per cambiare la legge elettorale ed approvare la legge di stabilità. Per non far precipitare il paese in un pozzo senza fondo,in un baratro oscuro.

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