L’errore non è dei sindacati ma del Pd in collisione con Cgil, Cisl, Uil

ROMA – E’ la prima volta che il Pd entra in rotta di collisione con Cgil, Cisl, Uil. Non si tratta di una partecipazione o meno a una manifestazione. Non è obbligo, a volte neppure utile, che un partito si presenti sventolando le proprie bandiere ad una manifestazione sindacale.

Importante, in particolare per un partito di sinistra , di centro sinistra altrimenti qualcuno storce la bocca,stabilire un rapporto da pari a pari con i sindacati, riconosca il ruolo fondamentale delle forze sociali, tenga conto delle proposte, dei progetti che avanza che rappresenta milioni di lavoratori. Ciò vale anche per i governi. Una volta la concertazione era un modo per  confrontarsi concretamente, punto con le prerogative e nel ruolo che gli è proprio. Proprio questo tipo di rapporto è servito ad affrontare , di volta in volte, problemi difficili,situazioni pesanti per il Paese. I risultati sono stati positivi.

Un danno al Paese l’aver abbandonato il metodo della concertazione

Ma ora questo metodo dellqa concertazione è stato abbandonato, negli  anni del berlusconismo imperante i ministri che tenevano, o dovevano, tenere i rapporti con i sindacati, hanno usato il loro<potere per dividere le organizzazioni, discriminare la Cgil, metterla all’angolo. Monti non è stato da meno, mostrava proprio  noia, per lui  e la ministra Fornero , in particolare,  con i sindacati si poteva comunicare via internet. E Letta?. Qualcosina in più è stato fatto, un incontro non si nega a nessuno. Sulla legge d Stabilità, un provvedimento molto importante, la bussola per i prossimi tre anni, ha tante volte affermato il premier, un incontro c’è stato, mordi e fuggi.  Cgil, Cisl, Uil, hanno consegnato un documento in cui venivano esposte le loro richieste, facevano  osservazioni, davano indicazioni. Addirittura documenti sono stati elaborati anche con Confindustria.  Solo il ministro Zanonato ( Pd), pare sia stato tenuto all’oscuro di tutto,non ha mai letto neppure i giornali. Altrimenti avrebbe evitato la sciocchezza che ha detto, con tono offensivo. 

Le sciocchezze di Zanonato,  Colaninno e del renziano Rughetti 

In riferimento alla decisione di sciopero, quattro ore a livello territoriale con manifestazioni, e alle motivazioni che  Camusso, Bonanni e Angeletti hanno dato, ha esclamato: : “Discorsi di questo tipo sono tutti interessanti e utili al dibattito, poi bisogna tradurli in proposte precise. Mi piacerebbe sentirne qualcuna”.  Visto che è molto distratto ci permettiamo di consigliarli anche la lettura del “ Patto per il lavoro”, messo a punto dalla Cgil, un lavoro molto importante. Un richiamo, nel titolo,  al “patto”  che porta il nome di Giuseppe Di Vittorio  di cui, forse, il ministro ha sentito parlare. Addirittura il responsabile economico del Pd, Matteo Colaninno definisce lo sciopero inopportuno”.  Non ci meraviglia che il deputato Angelo Rughetti, molto vicino a Matteo  Renzi, ci mette del suo. “Lavoriamo per migliorare la legge di stabilità senza portare in  Parlamento markette e bandierine.  Lo sciopero strumento utile solo per sindacati. “ Avendo come caposcuola Matteo di cui è bene non dimenticare gli sperticati elogi rivolti a Marchionne quando cacciava dalle fabbriche gli iscritti alla Fiom non c’era da aspettarsi di meglio. 

Fassina, un errore lo sciopero generale. Poi si corregge

E, nella corsa a chi arriva primo a maltrattare i sindacati, si inserisce anche il viceministro Stefano Fassina che  forse non si accorge di entrare in contraddizione con sé stesso. “ Lo sciopero generale sarebbe un errore”, aveva detto prima che fosse nota la decisione di Cgil, Cisl, Uil che non hanno indetto uno sciopero generale ma avviano una  mobilitazione che duri nel tempo, accompagni il dibattito parlamentare. Se non vengono ottenuti risultati, allora, sarà sciopero generale. Se c’ un errore questo è l’h fatto dal governo: conosceva le proposte dei sindacati con al centro il lavoro, la riduzione del peso fiscale sui lavoratori e pensionati, misure per rilanciare i consumi.  Subito le risorse per gli esodati e la cassa integrazione. Susanna Camusso risponde a Fassina . “ Un errore è stato fare una legge  di stabilità che non avesse al centro il lavoro”  E Il premier  si fa vanto di “ dire dei no” a fronte del rischio di u trovare in Parlamento una valanga di emendamenti.

I tanti “ no” che il premier Letta non ha detto

Bene, allora perché  non ha detto no quando è stato deciso di non far pagare ai ricchi l’Imu? O quando  il suo ministro ha proposto una nuova batosta  che colpisce i lavoratori pubblici che hanno il contratto bloccato da tre anni e continueranno ad averlo bloccato? E perché non si è opposto quando dalla legge è saltata la tassa sulle rendite finanziarie o quando si è fatto qualche favore alle banche? Errore, inopportuno, parole grosse per qualificare uno sciopero che vengono dal Pd. Ma i sindacati che dovevano fare dal momento \ che le loro proposte, motivate, anche con le indicazioni della copertura dei costi,non sono state accolte. O meglio si è  fatto finta di accoglierle, ma in modo così soft che nessuno si accorgerà dei 14 euro in più sulla busta paga. Fassina poi ha tentato di correggere <il suo “ errore”. “ Ho grande rispetto “Ho grande rispetto per i lavoratori quando si mobilitano- afferma il<viceministro dell’Economia-dopodiché il governo è pronto a discutere. In parlamento  si lavorerà per dare risposte ai problemi” e “vedere se sono possibili interventi”. Tutto ciò “va valutato avendo in mente i vincoli entro i quali lavora il governo”. E su Squinzi, che invita  il parlamento a non commettere “porcate”, Fassina risponde duramente: “Non mi piace questo linguaggio”. 

 

Epifani cerca di rinediare. “Scegliere le cose che fanno bene al Paese”

Guglielmo Epifani, già segretario generale della Cgil, porta una parola di conciliazione: “La legge di stabilità- dice il segretario del Pd- avrà un cammino molto complicato, come sempre. Bisogna evitare la somma delle richieste e l’inconcludenza dei risultati e scegliere le cose che fanno bene al Paese. Noi dobbiamo fare esattamente il contrario: selezionare le richieste e i miglioramenti, e scegliere le cose che servono di più al Paese”. Quello che hanno detto Camusso, Bonanni e Angeletti.


 

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