Congresso del Pd. Renzi scopre l’acqua calda

ROMA – Al Pd si offre un’occasione d’oro. Il percorso del Congresso incrocia quello del Pdl in cerca di autore, in piena crisi, con tanto di spargimento di veleni fra le varie correnti. Forse dire correnti è troppo, in fondo sono pur sempre fondate sia su problemi di potere ma c’è anche qualche barlume di politica.

I componenti dei vari “ clan “ che, insieme, costituiscono la “ banda Bassotti “all’ordine del pregiudicato,  si configurano non come avversari  Che è già il segno di una disgregazione politica. Ma come nemici, si odiano proprio. Lo si vede anche dalle smorfie che fanno quando l’uno o l’una parla male dell’altro/a. Cosa significhino le correnti lo sa bene anche il Pd. Nella storia politica italiana solo la dc ha etto al peso delle divisioni interne. Ma erano altrui tempi, c’erano altri personaggi. Con quelli di oggi  siamo certi che la Dc non tornerà più. In fondo una occasione d’oro per il Pd è rappresentata anche dalla discussione sulla legge di Stabilità. Invece di prendersela con Cgil, Cisl, Uil dovrebbe “ usare “ le proposte dei sindacati per migliorare, cambiare, dare un altro segno alla legge che è uscita dal Consiglio dei ministri. Le buone intenzioni ci sono.  

Un’occasione d’oro per il partito democratico

Ma alle parole non fanno seguito iniziative concrete. E di buone intenzioni  è lastricato il mondo. Ma se davvero si vuole portare il lavoro e l’uguaglianza  al centro della politica economica bisogna prendere il toro per le corna. Certo occorre colpire gli sprechi, ma la spesa pubblica italiana è fra le più basse dì Europa. Allora? Occorre intervenire sulle ricchezze, sui grandi patrimoni immobiliari, sulle rendite finanziarie, salvando i  piccoli risparmiatore. E non con tagli lineari che mettono in crisi i comuni, abbassando la qualità e la quantità dei servizi per i cittadini.. E neppure colpendo alcuni milioni di dipendenti pubblici che hanno i contratti bloccati i cui salari sono di poco al di sopra di mille euro. Le “ sentinelle antitasse”, così si sono definiti Alfano e soci, devono fare buon viso a cattiva sorte, se così si può dire, non possono, perché incalzati dai falchi, dai liberisti più sfrenati far pagare un prezzo altissimo ai lavoratori e ai pensionati, costringendo le forze sociali , i sindacati,  ad usare l’unica arma che hanno, lo sciopero, checché<ne dicano gli editorialisti del Corriere della sera e anche il mondo imprenditoriale che fa sentore la sua voce, la sua protesta. Verrebbe da chiedersi dove erano in questi anni del berlusconismo. Ma per amor di patria sorvoliamo. 

I programmi  presentati dai quattro candidati segretari

Ecco  in questo quadro l’occasione d’oro del Pd fra l’altro e non è un fatto secondario, si darebbe una mano a Enrico Letta, premier già vicesegretario del pd, non uj estraneo. Una mano per dare battaglia in Europa, perché se la politica dell’a Ue non gira da un’altra parte, sarà dura per tutti. E’ vero che nella storia della sinistra e poi del centrosinistra le occasioni d’oro più volte sono state sprecate. E torniamo così al congresso. I quattro candidati alla segretaria hanno presentato i documenti programmatici. Cuperlo, Civati, Pittella, Renzi si sono cimentati in un lavoro certo non facile. Pagine su pagine che meritano di essere lette . Subito ci nasce un dubbio: che saranno in pochi rispetto ai tanti che si presenteranno alle urne per le primarie a leggere, a documentarsi prima di scegliere. Forse sarebbe avvenuto così anche se  i candidati avessero presentato quattro paginette perché nel Pd ci si è disabituati a discutere di politica.

 

Il rischio che la politica resti fuori dal Congresso

 Lo dicono proprio i quattro candidati e quelli che si propongono come segretari delle federazioni provinciali. Il rischio  che si avverte fin dalle prime battute, è che la politica resterà fuori dal congresso. Del resto l’assise dei Democratici ora inizia formalmente ,a da mesi è in corso il dibattito, lo scontro, tutto basato sulle regole in funzione delle persone.  Non è un casso che Renzi sia il  candidato che poco guarda alle proposte, all’analisi, all’approfondimento. Non presenta un programma ma un insieme di cose ovvie, dette bene., punta l’indice contro la sinistra , che  è da rottamare, usa la battuta invece dell’argomentazione.   Della sinistra dice che “ha la puzza sotto il naso”. Perché ? “ io voglio vincere, voglio i voti del Pdl e di Cinque stelle , altrimenti perdiamo”. Scopre l’acqua calda. Quando si fa una campagna elettorale si chiedono i voti non solo agli iscritti al partito, ma ai cittadini. Forse il Pd , e Renzi, dovrebbero pensare in primo luogo a recuperare bi voti finti nell’astensione. Forse proprio di coloro che puzzano di sinistra. Pensiamo che siano tanti. Poi leggendo ci viene un sussulto. Il sindaco di Firenze parla della formazione  dei quadri, uno dei compiti cui il Pd è venuto meno.  Non crediamo ai nostri occhi: si deve insegnare loro- dice il sindaco di Firrnze- a come si scive una delibera, cone si prsenta un’interrogazione. E poi come si sta in televisione. Ci fermiamo, sempre  per carità di patria.

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