Renzi alla prova. Unire le forze democratiche oneste e responsabili

ROMA – Berlusconi  e Grillo strizzano l’occhio a Renzi, il neo segretario del Pd. L a legge elettorale si può fare subito. Se ci sediamo noi tre al tavolo, dice il pregiudicato, in una settimana la riforma è fatta e si può  andare  subito al voto.

Gli esponenti della “banda bassotti” gli fanno il coro, Brunetta fra i più scalmanati. Grillo continua imperterrito negli attacchi a tutto a tutti e a partire dal Capo dello Stato , ai giornalisti e ai parlamentari cui dovrebbe  essere impedito l’accesso alla Camera  in quanto illegittimi stando alle sue cervellotiche interpretazioni  della sentenza della  Consulta. Da Renzi viene una prima, condizione in cui si trova nota congiunta rende noto. “ Lavoreremo insieme”. Meglio che niente, ma è un po’ poco vista la drammatica situazione in cui si trova il Paese. Vediamo lo scenario: di fronte alla inumana vicenda di Prato, delle enclave di schiavitù presenti in cui vivono molti immigrati e alla devastazione delle alluvioni su mezza Italia, ci si accorge di come il disvalore del lavoro e dell’ambiente siano le due facce del fallimento del capitalismo neoliberista e del berlusconismo.

 

Le destre hanno creato l’economia dell’iniquità

Le destre per difendere l’autonomia assoluta del libero mercato e la finanza speculativa, come ci ricorda anche l’enciclica Evangelii Gaudium, hanno creato l’economia dell’iniquità, dell’esclusione e del degrado ambientale. La dignità della persona, il valore della vita umana e della natura vengono ogni giorno colpite. Il loro fallimento è pesante tanto che l’insieme delle società occidentali è solcato da sfiducia, da un disorientamento morale e politico. La vita quotidiana di milioni di famiglie italiane è segnata dall’angoscia della precarietà e dell’assenza di lavoro per figli  e genitori, chi ha un’impresa fa fatica o chiude, ci si barcamena con redditi e pensioni insufficienti cercando di risparmiare a scapito della salute, dell’istruzione e della casa. Diritti negati, vita precaria e per molti la povertà. Cose queste dette dalle statistiche e viste con il fiorire di cartelli con scritto “vendesi”, ma soprattutto è il vissuto quotidiano di tutti noi (a meno che non si è uno di quelle poche migliaia di persone che si stanno arricchendo con la crisi). E ciò è ancora più drammatico nel Mezzogiorno.

La costruzione tecnocratica e rigorista dell’Europa

L’Italia è dentro un impasto reso pestifero dal degrado etico di una parte delle classi dirigenti e popolari, dai tagli ai comuni, da forti diseguaglianze, dagli sprechi e dalle arretratezze della burocrazia, dell’industria, della scuola e della ricerca scientifica. È difficile sintetizzare il tutto sotto la categoria della crisi. E’ qualcosa di più profondo. Abbraccia l’intero sistema nazionale e la costruzione  tecnocratica e rigorista dell’Europa. Si pone con evidenza l’urgenza della riforma democratica dell’attuale modello capitalistico per superare i suoi caratteri speculativi e finanziari. C’è bisogno di un cambiamento profondo, quindi, basato sui valori dell’uguaglianza, della solidarietà, della dignità e libertà della persona nel rispetto della natura. Non i rattoppi. Servono valori forti su cui plasmare l’etica pubblica e su cui rimodellare la qualità dello sviluppo e delle istituzioni, e che rappresentano l’energia pulita per realizzare il balzo progressista e democratico necessario a  superare il capitalismo finanziario e parassitario. 

La sfida del cambiamento,una società giusta e solidale

La sfida del cambiamento non riguarda solo la sinistra e le forze popolari, che hanno il dovere di proporre una società sostenibile, giusta e solidale, ma riguarda anche tutti gli altri. Per uscirne occorrerà unire le forze consapevoli e perbene, che sono tante, in un grande sforzo nazionale. In Europa sarà decisivo il consenso alle forze socialiste. Un segnale incoraggiante è rappresentato dall’accordo tra sindacati e Confindustria sulle misure da prendere per il lavoro, l’impresa, gli investimenti e il rinnovamento dell’amministrazione pubblica, accordo che può essere la base su cui aggregare forze del lavoro, del ceto medio e dell’impresa, intellettuali e ceti popolari.

Berlusconi e Grillo fomentano odio contro le istituzioni

Berlusconi e Grillo sono sulla sponda dell’azzardo antieuropeo e antidemocratico e fomentano un odio contro le istituzioni, i sindacati, i giornalisti e i partiti. E si stanno attivando forze oscure alcune alimentano aggressioni violente contro le sedi del PD, altre promuovono mobilitazioni per metter in ginocchio la società. Le manifestazioni, con punte di violenza dei “ forconi” e degli ultrà con infiltrazioni dell’estrema destra segnano un clima che non  può che allarmare .In questa situazione così difficile, in cui la sinistra esprime il capo del governo non si può essere immobili. Va presa una forte iniziativa politica nel paese e nelle istituzioni per unire le forze democratiche oneste e responsabili. 

Dal “governo di necessità” al “ governo necessario”

Questa è la prova a cui è chiamato il neo segretario del PD Matteo Renzi.  Il dibattito parlamentare dell’11 dicembre, potrebbe essere l’occasione per porre la questione del superamento dell’attuale “governo di necessità” costruendo il “governo necessario”, senza Berlusconi, e con un programma chiaro per il lavoro, per una nuova legge elettorale e per superare il bicameralismo. Non una proposta politicista che parli di posti e di potere, bensì una proposta politica unitaria sostenuta da un chiaro programma di “inversione di tendenza” su ineguaglianze, lavoro, impresa, patrimoniale, tasse ridotte per il lavoro e le imprese, investimenti, aumento dei redditi (pensioni e giovani), difesa del territorio e riduzione dell’inquinamento atmosferico. 

 

Le condizioni politiche per incidere subito sulla crisi

Il governo Letta deve cambiare di segno politico e programmatico: solo così potrà fare di più e meglio. Il PD è chiamato, quindi, a realizzare le condizioni politiche e programmatiche necessarie per incidere immediatamente sulla crisi: nuova maggioranza, ampio schieramento sociale, solide proposte per la ripresa della domanda interna e del lavoro, linea europea anti-recessiva. Dopo si tornerà al voto.

È difficile dire se la nuova destra europea del NCD, i centristi e anche SEL, saranno all’altezza della sfida ed accetteranno di fare un passo insieme e in avanti per il bene dell’Italia e per la riforma democratica dell’Europa. I dubbi sono più che legittimi, tuttavia, sarebbe sbagliato non fare un tentativo serio. Consapevoli che ogni incertezza e ritardo lascia spazio alle forze dell’avventura.

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