Né conservatori né nostalgici. Ci interroghiamo sulla sinistra del futuro

ROMA – Renzi parla spesso di gufi. Ma  chi sono? I gufi sono tutti quelli che sperano che questo governo inciampi, e che gli impegni e le promesse messe in campo non si realizzino, così che la fiducia, le attese e le aspettative vadano deluse.

Ci sono gufi nel Pd? Spero proprio di no, sarebbe gufare contro noi stessi, come segare il ramo sul quale stiamo, non è un esercizio ginnico conveniente. Dobbiamo evitare, tutti assieme che il Pd si trasformi in un insieme di comitati elettorali impegnati a gestire i diversi appuntamenti alle urne. Serve un partito-comunità che porti i più giovani ad aderire a un progetto sulla base di prospettive, ambizioni, di una visione del tempo che vivono e di quello che vivranno. 

Di politica si deve parlare, e dalla politica bisogna ripartire. Una politica che allarghi gli orizzonti della sua riflessione, che sappia rialzare lo sguardo sul mondo e che non sia, lo dico senza alcuna polemica, schiava solo dell’agenda parlamentare che è fondamentale ma non esaurisce la realtà. Non siamo né conservatori né nostalgici. Siamo persone che si interrogano su come dovrà essere la sinistra del futuro.  In un momento come quello attuale credo sia necessario guardare a una classe dirigente nuova che per altro è già in campo e spesso offre buona prova di sé. Con una sola condizione: evitare di identificare il Partito democratico solo ed esclusivamente con lo spazio delle istituzioni. In un paese  come il nostro, l’esistenza di una terra di mezzo fra chi governa e il popolo è una necessità. E la soluzione a questa esigenza, che poi è il nodo di quale democrazia si immagina, non può essere solamente una leadership forte.

 

Condividi sui social

Articoli correlati