Renzi ovvero “di doman non c’è certezza”

“Quant’è bella giovinezza,

Che si fugge tuttavia!

Chi vuol esse lieto, sia:

di doman non c’è certezza”

ROMA – Così scriveva Lorenzo De’ Medici, Canzona di Bacco, Canti Carnascialeschi. Lorenzo, detto il Magnifico, signore di Firenze fino dal 1469 al 1492, anno della sua morte,non aveva certo l’idea  che il suo verseggiare, con accompagnamento musicale durante il carnevale, avrebbe resistito all’usura del tempo. Invece è proprio così.  Quella mancanza di certezza anche oggi è un modo di  dire comune che descrive perfettamente  a situazione del nostro Paese, dell’Europa, del mondo. L’incertezza segna il nostro secolo, in tutti i campi, regola,  o peggio, organizza la nostra vita. Forse “chi vuol essere lieto, sia! “potrà apparire uno scherzo, una birbonata di Lorenzo, il quale sapeva bene che c’era poco  da esser lieti, già al suo tempo.

Vuole il caso che sia proprio il “signore” di Firenze di tanti secoli fa richiaml un “signore” dei nostri tempi venuto dalla città toscana,che dell’incertezza fa una delle regole di vita.  E siccome è al tempo stesso presidente del Consiglio e segretario del più forte partito al governo noi, cittadini o meglio sudditi, data la scarsa partecipazione alla vita politica, sociale, siamo succubi dell’incertezza. Non è un bel vedere. Matteo Renzi, il “signore” che ci governa ha provocato in noi la prima, più grave incertezza. E’ lui che ha rimesso in sella un pregiudicato come Silvio Berlusconi il quale oggi grazie alla “sintonia” sulle riforme , il patto del Nazareno, sede del Pd, stipulato con il leader Democratici, te lo ritrovi su tutte le televisioni, le sue, quella pubblica e le altre. Solo in questo Paese un condannato a quattro anni  per frode fiscale, un reato molto grave, non candidabile, interdetto dai pubblici uffici, può fare campagna elettorale e, fra l’altro, di attaccare il Capo dello Stato per  non  avergli concesso la grazia. Già che c’era offende i tedeschi che negherebbero l’esistenza dei campi di concentramento e crea un caso internazionale, quasi cene fosse bisogno.

Berlusconi occupa le tv. Ma davvero la legge è uguale per tutti

Una volta a settimana andrà ad importunare per quattro ore anziani disabili. Per il resto libero per tutta la giornata. Siamo certi che ciò sia giusto?  Pensiamo di no. E ci viene meno  una certezza: che la legge sia uguale per tutti. Seconda incertezza. Riguarda il bonus di 80 euro nelle buste dei larvoratori il cui reddito varia da 8 mila euro e 24 mila lordi, poi decresce, a 26 mila scompare. Avevamo una certezza: che bisognava  certo “risarcire” questa fascia di lavoratori, ma insieme non si poteva lasciar fuori chi ha un reddito inferiore a ottomila euro e i pensionati con assegni miserevoli. Per non parlare delle partite Iva. Dice il premier che nel 2015 sarà provveduto. Ma la certezza non c’è, perché la copertura è tutta da trovare.

Il bonus da 80  euro sarebbe in media da 53

Poi ci viene meno anche la certezza che siano proprio 80 euro. C’è chi ha fatto i conti ed ha scoperto che, intanto, il bonus intero , che copre da maggio a fine anno,vale per chi ha un contratto di lavoro a partire dall’1 Gennaio. Altrimenti vengono scalati i mesi non coperti. Fatti calcoli si scopre che la media del  bonus non è di 80 euro ma di circa 53, una  bella botta. E già che ci siamo si scopre un’ altra incertezza. Fatti i conti la manovra per il 2015 vale allo stato 25 miliardi. E Bankitalia ammonisce: i risparmi indicati  non bastano. Renzi nega comunque che sia necessaria una manovra correttiva. Nega ma non porta alcuna carta certa. L’incertezza appunto di cui parlava il suo lontano avo, “signore“ di Firenze.

Le giravolte sulle riforme istituzionali

Infine le riforme istituzionali, la cosa più importante. Renzi va a colloquio con  Napolitano e annuncia la disponibilità a mediazioni a partire dalla abolizione-riforma del Senato. Si è parlato della possibilità di  una doppia elezione dei consiglieri regionali, due liste con una che indica chi andrà a Palazzo Madama. Meglio che niente.  Il premier aveva adombrato questa mediazione  addirittura intervistato da Lucia Annunziata. Bersani e la minoranza che  si appresta a dar vita alla nuova “area riformista” considerano “positive le aperture di Renzi e mandano in soffitta il disegno di legge presentato dal senatore Pd, Vannino Chiti.Poi, passate neppure 24 ore, vede la ministra Boschi, il capo gruppo del Pd al Senato e la presidente della Commissione di Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, cui è affidato l’iter della legge e si torna ad una elezione di secondo livello, da parte cioè dei consiglieri regionali, oppure soni gli stessi partiti ad indicarli. Insomma un gran pasticcio come dice Pippo Civati. Lorenzo, il Magnifico davvero ha lasciato il segno nella storia secolare.

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