Giù le mani da Enrico Berlinguer

 

ROMA – In una campagna elettorale disgustosa violenta, che non trova riscontro in  alcun altro Paese della Unione europea, si è inserito improvvisamente il nome di Enrico Berlinguer. Lo hanno fatto Grillo e Casaleggio aizzando la folla di Piazza San Giovanni a gridare il nome del segretario del Partito comunista italiano.

Si sono avute le giuste riprovazioni,a partire da Matteo Renzi, il premier e segretario del Pd. Con seguito di insulsi dibattiti nei talk show, di interventi nei tg, l’ultimo dei quali, ci spiace dirlo, quello della Costamagna che ha preso le parti di Grillo facendolo diventare una vittima di una ben orchestrata campagna dei media contro l’urlatore. Per favore, lo diciamo a tutti, lasciate stare Berlinguer, non sfregiate la sua memoria, non tirate da una parte  e dall’altra, le scelte politiche del segretario del Pci. In un paese dove la corruzione è un fatto endemico, altra cosa da tangentopoli anche se da lì prende spunto di Berlinguer si utilizza una suo discorso, una sua intervista in cui poneva come tema fondante di una politica di rinnovamento, di cambiamento,la questione morale. Trovò molti critici, venne accusato di “moralismo”. Qualcuno anche nel suo partito. A partire da craxi e dal craxismo,  poi Berlusconi e il belursconismo, un ventennio,la questione morale, così come impostata dal segretario del Pci,è rimasta patrimonio di pochi. Anche nel Pd  ci sono stati troppi smemorati. Grillo e Casaleggio, fino a qualche giorno fa,non avevano mai pronunciato il nome del segretario del Pci. Ma c’è questo nome lo si utilizza travisando i problemi che con la questione morale aveva posto.

Valore e  significato della “questione morale”

Non si trattava solo di mandare in galera tangentisti,ladri di ogni risma, corruttori e corrotti, di combattere  la criminalità organizzata,mafia, camorra. Certo anche di questomaa Berlinguer vedeva la questione come cardine di politiche economiche e sociali, come difesa e sviluppo della democrazia,della partecipazione, rinnovamento dei partiti. Proponeva un progetto di società. Non avrebbe mai affrontato una campagna elettorale per l’Europa senza parlare dell’Europa. Di più, in uno dei suoi più importanti discorsi, la scelta europea era il centro di un orizzonte più ampio. Berlinguer  guardava al mondo. Non avrebbe mai ignorato quello che accadendo in Medio Oriente dove la “primavera dei popoli” si sta trasformando nella “primavera dei generali”.  Da noi questi avvenimenti sono solo fatti di cronaca. Infine la questione morale poneva un problema: da che parte stare. Berlinguer non ha mai avuti dubbi, da quella dei lavoratori,della classe operaia,soggetto politico in quanto capace di rappresentare interessi generali. Il segretario del Pci, sarà bene ricordarlo, si recò di persona alla Fiat dove i lavoratori e i sindacati erano impegnati in una dura lotta per difendere l’occupazione.  Espresse loro la piena solidarietà del Pci e l’impegno a sostenere la loro battaglia. Una scelta che anche allora raccolse critiche, poi ci fu la marcia dei “quaranta mila”, quadri, dirigenti in particolare schierati con l’azienda,  le critiche divennero più forti. Ancor oggi è argomento di dibattito, di confronto.

L’evoluzione del concetto di politica e la società civile  

Noi che da cronisti abbiamo vissuto quella vicenda pensiamo che senza quel sostegno i lavoratori avrebbero pagato un prezzo molto più alto. Infine un apprezzamento per le parole pronunciate da Matteo Renzi che, forse per la èroma volta on modo esplicito afferma che Berlinguer fa parte della storia del Pd.Meglio tardi che ma il segretario del Pci,da grande statista quale è stato non avrebbe mai detto che il sindacato va bene quando si occupa di problemi aziendali non quando fa politica. Evidentemente  l’attuale segretario del Pd ha un concetto di politica  superato fin dai tempi di Aristotele, Accademia di  Atene (367- 347 a.C). Si  possono ricordare le evoluzioni di questo termine, polis,la città,alla cui amministrazione, partecipano tutti i cittadini: da Machiavelli a Locke,Hobbes,Montesquieu, Marx, La  politica è andata sempre più includendo come soggetto la società civile e si delinea  nella società moderna come stato in costante divenire delle relazioni sociali ed economiche.  Per Renzi invece la politica è riservata ai ministri, ai sindaci, un pochino, ma non troppo, anche ai parlamentari. Non a caso  in questa campagna elettorale il premier ha scelto come un “avversario”  la Cgil e più in generale i sindacati. Allora, davvero,  giù le mani da Berlinguer.

 

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