Caso Muraro: Raggi, le bugie hanno le gambe corte

ROMA – Che brutta aria tira nella capitale. Un clima irrespirabile che fa pensare che da una Roma già stravolta dalla corruzione e dai loschi affari non ne usciremo più.

Perfino Virginia Raggi che aveva promesso un grande cambiamento, scivola su una questione che riguarda proprio uno dei cavalli di b attaglia della sua campagna elettorale: la trasparenza. Oggi perfino le verità nascoste sul caso di Paola Muraro, su indagini che esistevano ma di cui gli stessi diretti interessati negavano, cala il tragico presagio dell’ennesima disfatta di un etica e di una coerenza che sembrano non esistere più.

Insomma, questa Roma malconcia non riesce proprio ad alzare la testa, a venir fuori dal caos che l’accompagna da troppo tempo. Eppure ci avevano provato i romani a cambiare rotta, avevano creduto nel nuovo che avanzava, ispirato da belle parole di onestà, di giustizia e soprattutto – vale la pena di ripeterlo – di trasparenza. Il voto al M5S, al di là del proprio credo ideologico, è stato questo: un voto di voler cambiare lo stato delle cose, specie dopo i fatti emersi di mafia capitale in cui  esponenti istituzionali hanno approfittato del loro ruolo per trarre vantaggi economici personali introducendo una rete criminale che si è insinuata nel governo della capitale. 

Ma il caso Muraro è certamente diverso e ciò che a nostro avviso mette in guardia è l’atteggiamento ambiguo, questa reticenza che intacca quel sano comportamento etico a cui il M5S dice tanto di ispirarsi.

Così emerge che la responsabile dell’ambiente sapeva di essere indagata da settimane e pure il primo cittadino di Roma ne ne era al corrente, ma non hanno detto nulla. Hanno preferito il silenzio. Hanno negato questa possibilità, prendendosi di fatto gioco degli stessi romani che in questo cambiamento ci hanno creduto. Nascondersi dietro alla mancata ricezione di un avviso di garanzia è stato un atto in controtendenza rispetto alle promesse fatte. E poi quel silenzio assordante, di chi probabilmente fa di tutto per non ammettere la realtà. Insomma basta giocare con le parole del “io non sapevo”. Come dice il proverbio le bugie hanno le gambe corte. Anche se da una giovane neo sindaco non ce la saremmo mai aspettato.

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