Abbiamo ascoltato, nella corsa alla Casa Bianca, un linguaggio preoccupante, a volte velenosamente retorico, da parte del candidato Trump: parole xenofobe, sessiste e di odio di Trump che se diventassero politica di governo significherebbero un completo disastro per i diritti umani.
Il presidente uscente, Barack Obama, dovrebbe fare ricorso a tutti i poteri rimastigli per fare almeno due cose: chiudere il centro di detenzione di Guántanamo e concedere la grazia a Edward Snowden (il 24 novembre esce in Italia lo straordinario film di Oliver Stone sulla sua vicenda). Non sono fiducioso che lo farà.
Così, è probabile che l’elenco delle questioni riguardanti i diritti umani su cui Trump dovrà scegliere da che parte stare, sarà ancora più lungo: le uccisioni ormai semi-quotidiane da parte delle forze di polizia, la militarizzazione della risposta alle proteste di massa, le condizioni detentive nelle carceri di massima sicurezza, l’assenza di giustizia e risarcimenti per le vittime di violazioni dei diritti umani, i programmi illegali di sorveglianza di massa (per l’appunto denunciati da Snowden), l’uso dei droni, il commercio irresponsabile di armi e altro ancora.
Questioni riguardanti i diritti di oltre 300 milioni di cittadini statunitensi e quelli di alcuni miliardi di persone nel mondo…