Inefficienza della politica italiana? Arriva una sensazionale scoperta scientifica

Martin Kjaerstaad studente di scienze politiche della prestigiosa Norwegian Business School si è reso protagonista la scorsa settimana di una incredibile scoperta.

Appassionato dell’Italia (per via della cucina, del clima e soprattutto di una sua amica di nome Olga), Martin studia da anni il costante evolversi della situazione politica e culturale del nostro paese e insieme al suo gruppo di studio è arrivato in poco tempo a una conclusione inaspettata, che, se venisse applicata, avrebbe delle conseguenze enormi per lo sviluppo del Bel Paese.

Vale a dire che è stata trovata, dopo vari esperimenti in laboratorio, la soluzione per risolvere il problema dell’inefficienza della classe politica italiana e allo stesso tempo la maniera per sconfiggere definitivamente la criminalità organizzata.
Due imprese impossibili che, se realizzate, farebbero compiere al nostro paese un balzo in avanti soprattutto a livello di efficienza e civiltà.

Ma andiamo per gradi.
Sentiamo cosa ha dichiarato il ricercatore.

– La proposta per sconfiggere definitivamente e soprattutto in un colpo solo la criminalità organizzata e far funzionare il sistema politico è di una semplicità sconcertante. – ha detto Martin in conferenza stampa e ha proseguito – davvero non mi spiego come in Italia non ci abbiano pensato prima – e poi ancora – quello che va fatto è una semplice inversione di ruoli, ovvero uno scambio alla pari delle parti. Mi spiego meglio: la criminalità organizzata in Italia secondo Confesercenti e Sos Impresa nella XIII edizione del rapporto ‘Le mani della criminalità sulle imprese’, con un fatturato complessivo di oltre 137 miliardi di euro e un utile di oltre 104 miliardi di cui oltre 65 miliardi in denaro contante, è “la più grande azienda italiana”.
Vale a dire che il ramo commerciale della criminalità mafiosa e non, che incide direttamente sul mondo dell’impresa, da solo sfiora i 100 miliardi di euro, pari a circa il 7% del Pil nazionale.
Dalla filiera agroalimentare al turismo, dai servizi alle imprese e alla persona agli appalti, dalle forniture pubbliche al settore immobiliare e finanziario non c’è settore che non venga toccato.

Ora considerando il fatto che queste persone riescono a generare un fatturato così ingente senza avere sedi legali, consigli d’amministrazione, partite iva, biglietti da visita, targhe fuori dai portoni, master in business administration, certificazioni di qualità, ferie, malattie, congedi per maternità, assegni familiari, buoni pasto etc, ovvero operando nascosti e braccati in continuazione da forze dell’ordine e bande rivali concorrenti, e, soprattutto, essendo considerati dei bruti di scarsa cultura, si deve concludere che devono avere sicuramente delle doti manageriali altissime ed essere delle menti eccezionali, comunque superiori alla media.

Quindi, alla luce di queste indubbie capacità manageriali e umane è a loro e solo a loro che va affidato, direi completamente, un Paese indebitato fino al collo, economicamente statico, eternamente in bilico tra populismo e fascismo più o meno camuffato. Portare allo scoperto questi intrepidi manager che lavorano faticosamente nell’ombra rischiando la vita ogni giorno, dovrebbe essere considerata, in ultima analisi, alla stregua di una missione di stampo umanitario. Mettere il Paese al loro servizio, o meglio, scusate, mettere al servizio del Paese la loro capacità organizzativa, imprenditoriale, sociale, far tesoro della loro esperienza di fare business anche nei momenti più complicati, non può che far bene alla comunità e al territorio. Ufficializzare finalmente il loro ruolo, non più dietro le quinte a ispirare teorie complottiste e mediocri fiction in televisione, ma finalmente protagonisti alla luce del sole.

Naturalmente bisognerebbe affidargli tutto lo Stato per farlo funzionare perfettamente alla maniera delle loro organizzazioni, ma questo non dovrebbe essere un problema per chi da decenni già collabora nell’ombra con la macchina statale.
Naturalmente si dovrà negoziare con tali organizzazioni la giusta royalty che soddisfi per intero tutte le parti, ma non credo che con loro ci siano problemi.

D’altra parte con la loro esperienza in ambito di organizzazione, pianificazione e soprattutto recupero crediti, lo Stato non potrebbe che -dopo decenni di inefficienza- trarne che vantaggi.
Penso solo al “debito pubblico” che verrebbe derubricato in “rimetti a noi i nostri debiti, altrimenti…”.
Riflettete inoltre e per inciso sulla piaga dell’usura, che in Italia ha raggiunto vette inimmaginabili. La nostra organizzazione installerebbe di peso loro consulenti nelle istituzioni bancarie, rendendo finalmente trasparente il meccanismo del tasso di interesse da applicare e le modalità di rientro del capitale.
In pratica diamo lo Stato a chi è in grado di gestirlo (date a Cesare quel che è di Mario, Filippo, Oreste, etc) e basta con gli sprechi e gli incompetenti (che tra l’altro alimentano con la continua critica al loro fallimentare operato, l’insorgere di populismi e nazionalismi, nonché ritorni ai fascismi di cui sopra, in Italia mai sopiti, anzi).
Per non parlare del ritrovato rispetto che si verrebbe a realizzare in campo internazionale (relativamente ad altri tardi epigoni tipo mafia russa o mafia cinese) riportando il Paese nel luogo che merita; ovvero lassù.

Naturalmente bisognerà da subito prevedere una forma di collaborazione con l’altra grande organizzazione a scopo di lucro presente in Italia da secoli e in maniera capillare su tutto il territorio, ovvero il Vaticano, ma abbiamo eseguito vari esperimenti in laboratorio e siamo certi che stabilendo da subito una congrua ripartizione di profitti e relative percentuali, la partnership possa funzionare al meglio.
Detto ciò, di contro, c’è da risolvere, il problema della classe politica a detta di tutti incompetente (benché votata dagli stessi che la criticano) e corrotta. Dati purtroppo incontrovertibili e sotto gli occhi di tutti da decenni. Da cui l’assioma da bar o da autobus dei politici inetti che rubano un favoloso stipendio senza risolvere nulla (sic).

Ma torniamo all’esperimento. Non dimentichiamo che, avendo dato lo Stato in gestione alla Criminalità Organizzata la sua conduzione politica, si deve risolvere il problema di colmare il vuoto lasciato da essa stessa e allo stesso tempo ricollocare l’intera Classe Politica italiana sfanculata (si dice così in italiano?) dalla Criminalità Organizzata.

Quindi seguitemi.

Se noi abbiamo affidato la gestione ufficiale dello Stato alla Criminalità (finalmente e ora davvero) Organizzata, in cambio pretendiamo che la Classe Politica gestisca il segmento del Crimine.

E qui viene il bello della scoperta.

Come d’incanto se i primi porteranno la loro esperienza ed efficienza nel far funzionare la macchina dello Stato, i politici, noti incapaci, nel giro di sei mesi contribuiranno a far fallire la criminalità e tutti i loro affari…

È matematico anzi assiomatico.

Non sapendo prima di tutto fare nessun mestiere di pratica utilità e non riuscendo a decidere quasi nulla in maniera collegiale, anzi contribuendo attraverso continue discussioni, diatribe e scissioni a rimanere soli contro tutti, non gestendo le continue emergenze che quel business richiede, fallendo continuamente in programmazione e non possedendo spirito finanziario, se non per quanto riguarda la rozza e desueta riscossione di tangenti, nel giro di pochissimo tempo pagherebbero la loro inefficienza sparendo dalla circolazione, estinguendosi, e come conseguenza, facendo sparire, insieme ad essi anche il fenomeno criminoso.
A quel punto non esisterebbe più nessun tipo di malaffare poiché non ce ne sarebbe semplicemente bisogno.

Concludendo quindi, come dite voi in Italia? Due piccioni con una fava?

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