Non solo Coaching: quando valorizzare un’esperienza meno bella

Tutto quanto di meno bello mi è accaduto nella vita, oggi è oro, un ponte, un trampolino di lancio per il futuro.  (Cit. C. Carbonardi)

La storia del vaso rotto giapponese riparato unendo i pezzi con materiali preziosi non è leggenda ma è una tecnica e si chiama Kintsugi.

Mi ricordo che da bambina, ero davvero molto maldestra, rientrando da scuola e con lo zaino in spalla, ruppi un vaso molto importante per la mia Mamma. Lei disse che la cosa non era grave, ma i suoi occhi erano gonfi di lacrime, era l’ultimo regalo che aveva avuto da un suo riferimento importante nella Vita. 

Lo avessi saputo!  Avessi conosciuto ora il “Kintsugi“ avrei fatto di tutto per ricomporre quei quattro pezzi in un gioiello più prezioso. I giapponesi infatti riparano un oggetto rotto e ne valorizzano ogni singola crepa, unendo ogni pezzo all’altro attraverso l’unione dei pezzi con una pasta mix di oro argento e platino. 

Bellissimo il risultato, a volte più bello dell’oggetto di partenza. 

Il significato della metafora del Kintsugi è profondo, e può dare uno spunto di riflessione ad ognuno di noi, in tutte le situazioni in cui relazioni sono a rischio di rottura definitiva, in cui si sbaglia e qualcun altro è coinvolto, in cui si vive un “fallimento”,  quando si pensa di buttare via tutto: relazioni, matrimoni, amicizie o altro.

Osserviamo il Vaso rotto, con alcune venature dorate, piccolo frammenti uniti con amore. 

Cosa ci fa pensare?

Per i Giapponesi, tramite la tecnica del Kintsugi, il vaso rotto e riparato con quelle venature dorate è un nuovo vaso diverso da quello di prima. La sua bellezza è rivalutata dando origine ad una nuova opera. 

Per me quel vaso “ricostruito” rappresenta la vita e i cambiamenti che essa porta con sé. Sono le delusioni a cui reagiamo, i fallimenti da cui ci rialziamo, le rotture che, comprese con il tempo, vengono rivalutate e, in generale, tutte le difficoltà che affrontiamo, che in sostanza decidiamo di risolvere, dalle quali apprendiamo e che, nel tempo, ci porteranno ad avere un domani migliore dell’oggi. 

In sintesi tutte quelle situazioni che decidiamo di recuperare e valorizzare, invece di accantonarle, attraverso l’esperienza e l’apprendimento.

Quanti di noi hanno subito torti, vissuto difficoltà, e si sono trovati a scegliere come ripartire e valorizzare sé stessi in un nuovo contesto.

Ecco, noi possiamo essere il vaso rotto, ricostruito con materiale prezioso. L’esperienza fatta anche se meno bella e l’apprendimento che ne deriva, sarà materiale prezioso che ci valorizzerà. 

Le esperienze meno facili ci aiuteranno a crescere e ci trasformeranno in qualcosa di migliore, purché si sia disposti ad accettarne l’insegnamento; insegnamento e conseguente apprendimento saranno il mix che unirà il nostro passato ed il nostro presente, proiettandoci verso un futuro migliore. 

Saremo davvero una Persona migliore accettando l’insegnamento, trasformando i vari “pezzi” della nostra Vita in un puzzle tenuto insieme da un collante in oro?

Se rinunceremo al vecchio detto della nostra cultura “un vaso rotto non è mai come prima”, saremo pronti a cogliere la sfida ed a fare in modo che un vaso rotto, opportunamente valorizzato, sarà più bello di prima perché rappresenterà il ponte tra passato, presente e la possibilità di un futuro diverso e migliore. 

Non solo non c’è alcun tentativo di nascondere il danno, ma anzi la riparazione del vaso viene letteralmente illuminata di una nuova luce.

Le vicissitudini dell’esistenza, in effetti, sono messe in risalto proprio grazie alle rotture che esse comportano.”  (Cit. Christy Bartlett)

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