Come mai fallirà la Germania?

Un pezzo stimolato da un articolo di Handelsblatt. Cosa causerà il prossimo fallimento della Germania? Uno dei Paesi con la maggiore storia recente di default ripetuti e reiterati, la Germania, è protagonista di una simpatica discussione tra chi segue i bilanci pubblici degli stati europei.

Si discute infatti su quale sarà la crisi che porterà al prossimo fallimento della grande Germania, prossimo non nel senso che sia vicino nel tempo ma nel senso di ulteriore rispetto alla notevole striscia di default cui l’economia teutonica ci ha abituato.

Due le alternative

Le banche

Al momento sono quasi esclusivamente due le alternative che si competono la poco invidiabile di motivo del fallimento. Da un lato il grande botto della grande banca. Un tracollo di uno dei grandi istituti tedeschi, magari particolarmente esposto su derivati, potrebbe essere una ipotesi realistica. Tra le grandi banche candidate al grande botto, troviamo in prima fila la Deutsche Bank che del resto sta già vivendo tempi piuttosto difficili. Io però sarei piuttosto contrario a questa visione, mi sembra piuttosto improbabile che una grande banca tedesca fallisca finchè la Germania va bene, riterrei invece quasi certo il contrario, cioè se la Germania fallisse salterebbero in sequenza anche le grandi banche.

Le pensioni

Più probabile invece che a causare una crisi profonda sia il sistema pensionistico tedesco, notoriamente molto più generoso di quello italiano. Su questa possibilità è stato pubblicato pochi giorni fa un interessante studio su Handelsblatt che ipotizza la cancellazione delle finanze tedesche nei prossimi trenta anni a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Lo studio della Bertelsmann Foundation

 La Bertelsmann Foundation, uno dei più importanti think tank europei nell’area liberale, ha approntato uno studio sulla sostenibilità del sistema pensionistico tedesco nei prossimi anni. A legislazione vigente, non operando cioè alcun intervento di modifica normativa, a causa dell’accesso a pensione di milioni di baby boomers nei prossimi anni, l’avanzo finale di amministrazione tedesco si azzererà già nel 2020. E da allora in poi le cose andrebbero sempre peggio.

Nel 2020 infatti in Germania ci saranno 3 lavoratori ogni persona ultra65enne, ma questo rapporto tracollerà secondo i calcoli della Bertelsmann, ad 1 ad 1 già nel 2035. L’impatto sul bilancio federale sarà pesante, entro il 2032 il rapporto deficit su Pil sarà oltre il fatidico limite del 3 per cento, e per la fine del 2040 si arriverebbe ad un notevolissimo 9 per cento di deficit/Pil.

Sarebbe ovviamente forte l’impatto anche sul rapporto debito/Pil, che arriverebbe all’80 per cento entro il 2040 e ad uno stupefacente 208 per cento nel 2060.

L’autore dello studio, Martin Werding, ha anche ipotizzato il valore del rapporto debito/Pil per l’anno 2080 ad un livello da vertigini, 466,8 per cento con un deficit/Pil al 30,3 per cento, ma pur sottolineando come questa estrapolazione segnali la pericolosità del trend ritiene effettivamente affidabili le previsioni fino al 2040.

Tra le soluzioni prospettate l’unica valida è l’aumento dell’età pensionabile?

L’aspetto peggiore dello studio, come viene riportato da Handelsblatt, è che davvero poco può essere fatto per invertire il trend senza modificare le norme pensionistiche. Secondo l’autore l’andamento dei costi fino al 2040 è pressoché indipendente dall’andamento demografico, e questo è a dir poco lapalissiano visto che i nati oggi avranno appena 22 anni nel 40 e i nati nei prossimi anni saranno ancora ben lontani dal mercato del lavoro nel medesimo 2040, mentre l’ottimo andamento del mercato del lavoro tedesco, una natalità in lieve ripresa e tanta immigrazione hanno impattato in maniera irrisoria sulla curva di lungo termine.

Le uniche soluzioni potrebbero essere quella di portare o tenere in qualche modo più anziani al lavoro oppure, semplicemente, di alzare l’età di pensionamento dagli attuali 67 ad almeno 70 anni. In questo senso ci sono già state proposte politiche.

Riunione mercoledì

Mercoledì si riunirà a Berlino il comitato governativo che si occupa delle pensioni, certamente non arriverà già una proposta di dura riforma peggiorativa in tema pensionistico già da quella sede ma l’impressione è che il dibattito sul tema sia già possibile.

Intanto da noi si lotta contro la norma Fornero che è troppo dura, una norma che ha costretto a lavorare degli anni in più ma senza impattare retroattivamente sul calcolo di quanto spettante a ciascun lavoratore.

E quindi

Capita molto di rado, ma talvolta anche Paesi che nella storia recente non hanno mai fatto default, come l’Italia, potrebbero prendere spunto in merito a determinate discussioni da Paesi che nella storia recente hanno dichiarato fallimento ad ogni stormir di foglie, come la Germania.

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