Quando il target è la cellula: l’importanza imprescindibile di divulgare la cultura citometrica

A Roma se ne parlerà al Terzo Convegno Nazionale dall’8 al 10 novembre  

ROMA – Oggi la citometria di flusso è in grado di riconoscere, conteggiare e separare con notevole precisione, singole cellule sulla base di specifici marcatori.

L’analisi di più parametri fisici, fenotipici e funzionali può avvenire simultaneamente per decine di migliaia di cellule al secondo.
Una tecnica sempre più avanzata, tanto da rappresentare oggi una delle destinazioni prevalenti per gli anticorpi monoclonali prodotti dall’industria, necessari per il riconoscimento di target specifici.

Da qui nasce  l’importanza di un programma di disseminazione della cultura citometrica che avrà un momento significativo nel prossimo Convegno ISCCA (Italian Society for Cytometric Cell Analysis) che si svolgerà a Roma. Volendo dare all’evento, anche un significato culturale più ampio si deve riflettere sul ruolo che la citometria ha avuto nel sanare il gap che si era prodotto fra biotecnologie e chimica, quasi affidando alla natura l’insegnamento di tecniche e metodi alternativi a quelli messi a punto in laboratorio dall’uomo ricercatore. 

Questo gap ha nociuto ad entrambi i partner privando alla chimica di innovativi approcci metodologici e le biotecnologie di sviluppi futuri, ancora più intensi di quelli avuti, che avrebbero consentito di superare così alcune fasi di esaurimento scientifico che le biotecnologie hanno dovuto superare. Fa riflettere che a tale ricomposizione culturale abbia giovato una disciplina nata come servizio e poi assunta ad un proprio valore autonomo che ha come target la cellula, quindi, un sistema elementare e come tale non votato alle integrazioni complesse.

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