Con gli emendamenti una buona legge elettorale. Senza il pregiudicato

ROMA – In un paese normale  un segretario normale di un partito normale, tanto più se nel nome figura anche la parola sinistra, pure se accoppiata a centro, avrebbe detto ai deputati: lasciamo da parte il passato, il modo in cui è nata questa proposta di riforma della legge elettorale.

Certo non è stato un bel vedere  che per mettere insieme una forte maggioranza si sono aperte le porte del Nazareno, la nostra sede, ad un pregiudicato che però è il capo indiscusso del più forte partito di opposizione. Facciamo buon viso a cattiva sorte e seguiamo quanto detta la Costituzione che non pone vincoli  di mandato a deputati e senatori. Il Parlamento è sovrano  e può migliorare la proposta tenendo conto in primo luogo di una cosa: che la legge elettorale serve a far esprimere i cittadini, a dire la loro su come vanno le cose, compiono  un atto politico, indicano chi deve governare il Paese.

Parole intimidatorie  di Renzi nei confronti dei deputati

Matteo Renzi invece,  proprio mentre andavano accumulandosi gli emendamenti, ha compiuto un gesto  molto grave, una vera e propria intimidazione nei confronti dei deputati. Non è possibile – ha detto – che per uno 0,5% (non si sa di cosa parli ndr), salti la legge. Aggiunge: se salta la legge salta il governo. In precedenza aveva compiuto un gesto di arroganza attaccando costituzionalisti, giuristi,personalità del mondo della cultura i quali avevano osato criticare  le proposte, indicando i cambiamenti indispensabili, scaturite dall’accordo fra il segretario del Pd e il pregiudicato. Togliamo l’argomento- aveva detto in sostanza- dalle mani di costoro che guardano alle nuvole. Qualcuno prima di lui aveva definito culturame” quegli intellettuali che cercavo di dare una mano a questo paese. Evidentemente Renzi pensa bene che sia meglio affidarsi a Verdini e alla Boschi che fa parte del suo staff.  E’ in questo clima che nascono 318 emendamenti con il rischio che si faccia di tutta l’erba un fascio quando invece sarebbe necessario concentrare l’attenzione sui cambiamenti essenziali perché ad un “porcellum” se ne sostituisca uno simile, forse peggio, un “porcellastrum”.

Trentasei proposte di modifica dai parlamentari del Pd

Dal Pd arrivano trentasei emendamenti di cui uno di tutto il gruppo che riguarda chi deve disegnare le circoscrizioni elettorali, il  governo o il parlamento.  Forza Italia vede il governo come il fumo  negli occhi. Fra l’altro essendo  le elezioni di competenza del ministero dell’Interno , occupato dal “traditore” Alfano, il pregiudicato ha ordinato a Verdini di resistere, resistere, resistere. E se proprio deve essere il governo ad avere questo compito lo si affidi ad altro ministero. Il pregiudicato ha fatto sapere che sugli sbarramenti, sulle preferenze o altri meccanismi che consentano ai cittadini di scegliere il parlamentare, sul premio di maggioranza non c’è possibilità alcuna di cambiamento.

La ”profonda sintonia”  fra Renzi e Berlusconi non si può infrangere

L’accordo è scritto, non si può modificare. La “profonda sintonia” fra Renzi e Berlusconi  non si può infrangere. Ora, leggendo, come riportato dalle agenzie, gli emendamenti si scopre che  ci sono sintonie sui punti più importanti fra gli emendamenti dei deputati del Pd, firmati in diversi casi sia da renziani che da quelli della minoranza, ei degli altri gruppi che sostengono il governo. A lume di naso, ci pare di dire che c’è una vasta maggioranza per cambiare la legge. Ne resta fuori, guarda caso, Forza Italia. I grillini fanno sapere che non voteranno alcun testo ma lavorano, comunque, per cambiare quello attuale ed hanno presentato circa 60 emendamenti. Ci domandiamo: è meglio  una brutta legge che abbia che  i voti di Forza Italia o una buona legge che abbia i voti della attuale maggioranza di governo, incontrando taluni emendamenti di Cinque stelle e di piccoli partiti?. Solo Berlusconi e Renzi possono cercare di far credere c he la malattia di cui è affetta l’talia sia colpa dei piccoli  partiti. ll pregiudicato lo comprendiamo, deve far dimenticare i danni di venti anni di berlusconismo. Renzi no. Sarebbe grave se la smania di potere lo portasse ad avallare tesi strampalate, facendo affondare ancora di più l’Italia.

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