Riforme. Da Renzi cose non vere. Governabilita’ e partecipazione devono camminare insieme

ROMA – In un’intervista di oggi il presidente del Consiglio Renzi sulle riforme ha detto alcune cose non vere. Sostenere che chi propone una riforma costituzionale diversa vuole difendere l’indennita’ dei senatori e’ assurdo. Tagliando il numero dei deputati a 315 o 470 sparirebbe qualche centinaio di indennita’, insieme alle 215 che eliminiamo al Senato. 100 senatori e’ stata fin dall’inizio la nostra proposta. Abbiamo chiesto ripetutamente che l’indennita’ di deputati e senatori sia gia’ ora equiparata a quella del sindaco di Roma, di fatto dimezzandola. Perche’ non si fa? Nessuna risposta da oltre 3 mesi. 

Dire che si sta seguendo il modello tedesco e’ falso. Nel Senato tedesco siedono solo i governi regionali e hanno voto unitario: perche’ il governo non ha proposto quella soluzione? Chi rappresentano invece consiglieri e sindaci? Non le Regioni ma i partiti di appartenenza, replicando lo schema sinistra-destra, maggioranza-opposizione, ma con scarsa legittimazione. In piu’ la Camera tedesca e’ eletta col proporzionale, la nostra col maggioritario. 

Quanto all’indebolimento della democrazia, deriverebbe dal venire meno di equilibri e dallo svilimento del potere decisionale dei cittadini: il problema non e’ il numero degli eletti alla Camera ma il rapporto tra il numero dei deputati e quello dei senatori. Ancor piu’ il problema deriva dal fatto che ad oggi con l’italicum i cittadini non sceglierebbero i propri deputati e il Senato e’ designato dai Consigli regionali attraverso una procedura barocca tra voti presi alle elezione e composizione dei gruppi e premi di maggioranza. Inoltre, il Senato sulle leggi non bicamerali esprimera’ di fatto dei pareri. Dove stanno l’autonomia del Parlamento e i contrappesi al governo? Governabilita’ e partecipazione devono camminare insieme, sempre. Resta anche il pasticcio dell’immunita’ estesa a 21 sindaci e 74 consiglieri regionali.

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