La Grecia? Va troppo bene e i creditori si arrabbiano

ROMA – Notizie surreali arrivano da Atene e Bruxelles: il gruppo dei creditori della repubblica ellenica ha infatti bloccato le trattative in merito agli interventi per ridurre il peso del debito a breve termine e ha inoltre deciso di sospendere l’erogazione degli aiuti annunciati solo pochi giorni fa.

La motivazione addotta è che la decisione del governo greco di distribuire una parte dell’avanzo  primario di bilancio, che si avvia ad essere molto più elevato di quanto richiesto dagli accordi, ai pensionati più poveri con una misura una tantum e di esentare dall’aumento dell’Iva le isole più colpite dall’ondata dei migranti potrebbe impattare in qualche modo con il raggiungimento degli obiettivi di risanamento previsti per il paese greco.

Qualche dato

Per il periodo gennaio-novembre 2016 l’obiettivo greco era di ottenere un avanzo primario di 3,55 miliardi di euro, il risultato ottenuto è stato un avanzo pari a 7,45 miliardi di euro, 3,89 miliardi in più. Le misure annunciate dal premier greco relative ad una sorta di tredicesima una tantum ai pensionati valgono circa 617 milioni di euro e riguardano circa 1,6 milioni di greci.

La crescita del Pil greco nel terzo trimestre del 2016 è stata pari allo 0,8 per cento, in Italia lo 0,3.

Un gioco delle parti?

E’ in atto un curioso dibattito tra economisti sul fatto che la Grecia stia, o meno, urlando al proverbiale lupo per spingere i propri creditori a fornirle ulteriori spazi di manovra. Secondo diversi studiosi infatti la Grecia è già oltre l’ostacolo e con qualche attenzione, non userei neanche il termine sacrificio, potrebbe superare la crisi del debito e rivedere la crescita in maniera anche piuttosto brillante, al lato opposto invece l’ampia maggioranza ritiene che la Grecia debba ancora versare litri e litri di sudore e sangue prima di riuscire a mettersi in carreggiata.

Personalmente sono orientato ad aderire al primo e, lo riconosco, ben più ristretto gruppo.

Partendo da questo presupposto ciò che sta avvenendo in queste ore sembra un gioco delle parti che vede la Grecia affermare, in buona sostanza, che avendo rispettato i loro impegni possono spendere la parte eccedente del proprio avanzo nazionale in modo di ristorare in qualche modo la crescita, la fiducia nell’esecutivo e, perché no, mettere in cascina la sensazione di avercela fatta, di avviarsi all’uscita del tunnel e qualche voto per Syriza, il tutto cercando però, inoltre, di ottenere ancora qualche facilitazione che possa portare ad una ripresa ancor più rapida.

Dall’altra parte i creditori sembrerebbero cercare di costringere la Grecia ad uscire dalla narrazione corrente di paese cha va ancora aiutato e controllato, o almeno ad uscire dalla necessità di aiuto, e rinunciare ad ogni ulteriore richiesta di facilitazione.

A supportare la mia tesi, che come detto riconosco assolutamente minoritaria, voglio ricordare i primi segnali di una crescita davvero consistente con il Pil a + 0,8 per cento nel terzo trimestre, la riduzione della disoccupazione che, pur restando tuttora troppo alta, ha fatto segnare 22,6 per cento nel terzo trimestre del 2016, era 23,1 nel secondo trimestre 2016 e ha fatto segnare un record a 27,8 per cento nel primo trimestre 2014.

Il jolly resta però il sostanziosissimo avanzo primario, pari come detto a ben 7,45 miliardi di euro nei primi 11 mesi di quest’anno.

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