PD. Cuperlo lascia la Direzione che approva a maggioranza la linea del Segretario

Riforma elettorale, spallata di Renzi. Ma le proiezioni elettorali ci consegnano un Paese ad altissimo rischio

ROMA – Matteo Renzi incassa il nulla osta, scontato, della Direzione del Pd, ma apre un fronte interno che sicuramente avrà strascichi imprevedibili. Si è trattato di un vertice difficile che ha diviso la componente di sinistra, dal nuovo corso. La tensione è stata talmente alta che lo stesso Presidente del partito, Gianni Cuperlo, ha strappato, lasciando la sala prima della fine della riunione che ha ratificato, a maggioranza il cosiddetto Italicum. Nel partito la tensione ha raggiunto i livelli che si erano già toccati nella campagna elettorale per le Primarie, ma in quel caso si trattava di una competizione tutta interna al Pd. Oggi, invece, lo stesso partito è squassato dalla presenza ingombrante di Silvio Berlusconi, che anche ieri sembrava frequentare, soddisfatto, le segrete stanze del Nazareno. L’attuale minoranza contesta a Renzi il punto legato alle preferenze (malgrado le parlamentarie che dovrebbero portare alla scelta dei candidati ndr) e Renzi su questo cerca di contrattaccare: “Non è accettabile che il tema sia usato in modo strumentale adesso e non accetto che venga usato da chi non è passato per le primarie ma è stato eletto nel listino”. Sul punto è maturata la decisione di Cuperlo di abbandonare, per protesta, la riunione. Si è trattato di una quasi fine di una coabitazione forzata, che probabilmente, nelle prossime ore, si manifesterà anche in parlamento. Alla fine, comunque, l’assemblea ha approvato la proposta del segretario con 134 voti favorevoli e 11 astenuti. Ma cosa dice la riforma  che ha tutta l’intenzione, se approvata in parlamento, di superare, quello che oggi viene considerato un mostro, ovvero il bicameralismo perfetto, che invece ha ben altra considerazione, non solo in Europa, ma anche in molti altri Paesi, anche se con regole diverse. Il nuovo sistema prevede il voto fiducia solo alla Camera, eliminazione dell’elezione diretta dei membri e di ogni indennità e contestuale riduzione dei parlamentari. 

 

Quanto poi al sistema di voto, ecco la sintesi: premio di maggioranza per arrivare al 53 o al massimo al 55 per cento dei seggi alla coalizione che raggiunge almeno il 35 per cento. In caso contrario ballottaggio secco fra le due principali coalizioni: chi vince arriva al 53 per cento. Inoltre, collegi da mezzo milioni di elettori con 4-5 candidati da eleggere e soglie di sbarramento che Renzi definisce “vincolate”: 5 per cento per i partiti che si coalizzano, 8 per cento per chi va da solo, 12 per cento per le coalizioni e criteri contro le liste civetta. Quanto alle preferenze, dice il segretario, “non ho particolari problemi ma l’accordo politico raggiunto non le prevede”. Ma ci sono già le simulazione su come il nuovo sistema elettorale disegnerebbe i nuovi scenari politici e soprattutto parlamentari. YouTrend ha formattato l’Italicum, agganciandolo sia alle politiche del 2013 che ai sondaggi effettuati in questi giorni. Quanto accaduto nel 2013, secondo lo scenario odierno, ci avrebbe consegnato un Paese senza nessun vincitore, con il ricorso, come definito dalle nuove legislazione, ad un ballottaggio, tra Pd e M5S. Detto questo, sempre secondo gli scenari disegnati da YouTrend, il vincitore al ballottaggio avrebbe avuto il 53% dei seggi, mentre il primo degli sconfitti, si sarebbe dovuto accontentare, di 136-137 parlamentari. I restanti, secondo i calcoli fatti, avrebbero avuto: 115 parlamentari il vecchio Pdl, oggi Forza Italia, mentre Scelta Civica, nella migliore delle ipotesi, si dovrebbe accontentare di 44-45 scranni. Ma se si va a leggere le proiezioni su quello che oggi farebbero gli italiani, lo scenario per il Pd sarebbe fosco. Premesso che il ballottaggi ci sarebbe comunque, visto che nessuno dei competitor riuscirebbe a superare la soglia fatidica del 35% dei consensi, in questo caso solo tre partiti riuscirebbero a scavalcare le soglie imposte del nuovo sistema di voto (5% partiti in coalizione e 8% per quelli che corrono da soli ndr). Sicuramente, visti i sondaggi, Il Pd sarebbe in finale e secondo le proiezioni di YouTrend, se il Pd vincesse al Ballottaggio avrebbe in dote 334 parlamentari, contro i 150 di Forza Italia e i 146 del Movimento 5 Stelle. Se al contrario a vincere fosse Forza Italia, il Pd dovrebbe accontentarsi di 177 seggi, 119 al M5S e i restanti  Forza Italia. Quello che invece dovrebbe preoccupare e non poco il vertice del Nazareno, è l’ultimo scenario, quello che attribuirebbe una vittoria al Movimento di Grillo. In questo caso se i Cinque Stelle riuscissero ad aggiudicarsi la palma del vincitore, i grillini avrebbero ben 334 seggi, lasciando al Pd 175 parlamentari e 121 a Forza Italia.

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