Decreto Lavoro. Cgil, Cisl e Ugl contro gli emendamenti del Governo

Camusso: “Mi pare che si continui a sancire la precarietà”. Poi su Renzi: “Assenza di rispetto se non sarà al nostro Congresso”

 
 
ROMA – Secco no della Cgil, alle variazioni, grazie  agli ultimi emendamenti presentati dal Governo, al Decreto Lavoro. Il sindacato di Corso Italia si mette di traverso sulla trasformazione in sanzione pecuniaria dell’obbligo di assunzione per le imprese che superano il tetto del 20% di contratti a tempo determinato. A parlare il leader Susanna Camusso da Rimini, dove si stanno svolgendo proprio le giornate dedicate al lavoro organizzate dalla Cgil: “Mi pare che si continui a sancire la precarietà come strada che si vuole utilizzare. Così si toglie l’unico argomento e si passa alle sanzioni pecuniarie che è un modo per dire che non c’è più un vincolo e un’idea di limitazione e che ci sarà un uso illimitato, e anche illegittimo, di forme di lavoro a termine. Non avevamo bisogno di ulteriori forme di precarietà. Avevano detto che sarebbero andati verso un contratto unico a tutele crescenti e invece stiamo moltiplicando le forme di precarietà più che di assunzione. E questo è un errore”. Poi un preciso avvertimento al Presidente del Consiglio, che fino ad ora non ha ancora dato conferme sulla sua presenza al Congresso della Cgil in programma a Rimini dal 6 all’8 di maggio: “Noi non abbiamo ricevuto comunicazione: credo che sarebbe un segnale di assenza di rispetto per una grande organizzazione. Come sempre – ha concluso Camusso – non è la sua presenza quello che legittima il valore del Congresso”. E tornando al Decreto Lavoro un deciso no arriva anche dalla Cisl per bocca del Segretario generale Bonanni: “Chi non rispetta regole tempo determinato deve assumere a tempo indeterminato, altro è ingiusto. Non ci sono dubbi: le modifiche introdotte ai contratti a termine sono più a favore delle aziende che dei lavoratori. La trasformazione dell’obbligo di assunzione in una multa è una cosa incomprensibile, che sfugge sia sul piano tecnico che politico. E’ proprio palese il menefreghismo che c’è nei confronti del mondo del lavoro e in particolare dei lavoratori. Si scavalcano le parti sociali per fare ciò che si vuole a danno dei lavoratori. Faremo le nostre iniziative – conclude il leader della Cisl – e informeremo tutti i lavoratori della valenza gravissima che ha questa vicenda”. Analoga la posizione anche dell’Ugl e la presa di posizione è affidata ad una nota del Segretario Centrella: “Prevedendo per le aziende una sanzione per lo sforamento della quota del 20 per cento dei contratti a termine, si rischia solo di penalizzare ulteriormente il mondo del lavoro. E’ assurdo che il governo continui a non ascoltare le parti sociali e a presentare misure che di certo non aiuteranno la crescita dell’occupazione. Prevedere una sanzione e non più la stabilizzazione del lavoratore precario – chiude Centrella – non porterà le aziende ad assumere, anzi il rischio è che si verifichi proprio il contrario”. E se i sindacati, in larga parte sono decisamente contrari alle variazioni volute ed ottenute dal Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, sul fronte politico il clima è decisamente poco sereno. A tenere duro è la sinistra del Pd ed a parlare, ancora una volta, è Stefano Fassina, che con queste parole boccia le correzioni per Emendamento, indicate dal Governo: “La trasformazione della sanzione prevista per lo sforamento del tetto del 20 per cento alla quota di contratti a tempo determinato senza causale e il ridimensionamento della quota di apprendisti da stabilizzare sono passi indietro”. Ma nella cosiddetta minoranza del Pd, fa rumore invece la posizione di Cesare Damiano, che invece guarda con soddisfazione al nuovo testo del Decreto: “Dalle prime notizie sembra che le correzioni sostanziali che erano state apportate alla Camera rimangano tutte, vedi la diminuzione delle proroghe dei precari a 5 contratti, la sanzione per chi supera il 20 per cento e la stabilizzazione degli apprendisti”. Il Presidente della Commissione Lavoro, in una dichiarazione rilasciata a Il Velino dice ancora: “Il ministro Poletti aveva già prospettato questa soluzione nell’incontro che abbiamo avuto a Montecitorio. Non c’è alcuna obiezione politica, ma dipende da come l’emendamento sarà scritto”. E sul punto, interviene nuovamente, dopo aver imposto al Governo, il cambio del testo, il leader del Nuovo Cetro Destra, Angelino Alfano: “Abbiamo dovuto vincere alcune resistenze della sinistra post comunista, e devo dire che la collaborazione con la sinistra che non è comunista guidata da Matteo Renzi sta dando davvero ottimi frutti. Abbiamo smontato la legge Fornero e abbiamo inserito tanto Marco Biagi, vuol dire meno vincoli, meno regole, più libertà per gli imprenditori e regole più semplici per chi fa le assunzioni. Il nostro obiettivo è semplificare la vita”. Alfano si è poi ricordato di essere in campagna elettorale ed ha piazzato una stilettata ai suoi vecchi compagni di partito: “FI invece di gioire per superamento Fornero, è un po’ rattristata perché evidentemente avrebbe voluto mantenimento la legge per potersi lamentare”.

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