Decreto Lavoro, sì del Senato

Ora il provvedimento ideato dal ministro Poletti, torna alla Camera per la definitiva approvazione. Proteste dei 5 Stelle e malumori nella sinistra del Pd

Il Senato della Repubblica, a maggioranza, ha detto sì alla nuova versione del Cosiddetto Decreto Poletti, che regola la materia del lavoro e ridisegna nuovi scenari contrattuali. Hanno detto sì sono stati 158 senatori, i no sono stati 122, e non si sono contati astenuti. Il testo torna ora alla Camera in terza lettura. Si trattava di un maxi-emendamento che recepisce le modiche apportate in commissione.

I senatori presenti in Aula durante le votazioni sulla fiducia al decreto legge sono stati 281, di cui 280 votanti. Dura e spettacolare, ancora una volta la protesta dei 5 Stelle. I senatori del movimento di Grillo hanno infatti indossato magliette con sopra scritto “schiavi mai” ed occupato i banchi e ammanettandosi. Sarcastico l’intervento del Presidente di turno dell’Aula, il leghista Calderoli: “Ora vado a cercare i fabbri ed in un modo o nell’altro uscirete di qui”. L’approvazione del Decreto è stata comunque subita dalla sinistra del Partito Democratico, costretta ad incassare le modifiche proposte dal Governo, per ottenere il voto del Nuovo Centro Destra. Ecco, comunque le principali modifiche al provvedimento. Tra queste la cancellazione dell’obbligo di assunzione, nel caso di sforamento del tetto del 20% dei contratti a termine. Via anche l’obbligo di formazione pubblica; mentre il vincolo di assumere il 20% degli apprendisti, per poter accedere a nuovi contratti, sarà applicata alle imprese con più di 50 dipendenti (nella versione uscita da Montecitorio era di 30 dipendenti).Novità importanti riguardano gli enti di ricerca, che non dovranno rispettare il tetto del 20% dei contratti a tempo determinato e dei 36 mesi (la possibilità di sforare i tre anni di contratti a termine riguarda solo i ricercatori).

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