Consulta. Martedì decisivo per Violante e Bruno

ROMA – Questo Martedì in Parlamento si gioca la partita decisiva per Violante e Bruno, i due candidati alla Consulta che in ben tredici votazioni non sono riusciti a raggiungere il quorum necessario per l’elezione: 570 voti pari a 3/5 degli aventi diritto in Parlamento.

Dove è l’intoppo, se la maggioranza più Forza Italia contano 650 voti? Si trova tra i franchi tiratori che, trovando nel voto segreto l’alibi perfetto, si svincolano dalle scelte di partito. Spiega un azzurro che ha analizzato le schede: “una trentina di forzisti non voterà mai Violante, considerato un giustizialista responsabile delle anomalie giudiziare in Italia”; ugualmente  nel Pd molti diffidano di Bruno, indagato per sospetta corruzione negli atti del fallimento della Ittierre, colosso dell’industria tessile italiana, entrata in crisi nel 2009. “O domani si chiarisce la posizione di Bruno o è chiaro che non possiamo mandare alla Corte un sospettato di corruzione negli atti di un fallimento”, sibila la sinistra. E, nonostante l’interessato smentisca tutto, di sicuro non è gradita l’amicizia tra Bruno e Previti.

Si attende domani per l’ultimo tentativo, poi sia Pd che Fi sono decisi a cambiare “partita e cavalli”: se il ticket Violante e Bruno non dovesse passare alla quattordicesima votazione verranno presentati altri candidati, i più quotati sono Augusto Barbera per il Pd e Giovanni Guzzetta per FI, entrambi docenti di Diritto: la scelta si concentra sui tecnici.

Quel che preme in Parlamento è chiudere “in fretta e bene” la questione, soprattutto per superare l’impasse che tiene bloccate le istituzioni e le forze politiche, impegnate da settimane nella ricerca dei voti necessari per le elezioni e costrette quindi ad accantonare le altre e più importanti urgenze per il Paese. 

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