Grecia. Sanders, il socialista americano, si schiera con Tsipras

WASHINGTON – “In un’epoca di grottesca diseguaglianza di reddito, le pensioni dei greci non dovrebbero essere ulteriormente tagliate per ripagare le grandi banche ed i più ricchi finanzieri del mondo”.

Bernie Sanders, il candidato democratico alla Casa Bianca che non esita a definirsi socialista e sta raccogliendo crescente sostegno tra la sinistra americana, si schiera con Alexis Tsipras e contro il Fondo monetario internazionale e la Ue, definendo “inaccettabile che si siano rifiutati di lavorare con il governo greco ad un piano per migliorare l’economia e ripagare il debito”. Il 73enne deputato del Vermont, considera le misure di austerity imposte dalla troika alla Grecia uno “spaventoso fallimento” e chiede agli Stati Uniti ed alle altre grandi potenze di permettere ad Atene di rinegoziare il proprio debito in termini sostenibili per permettere la crescita. “Invece di provare a costringere il governo greco e il suo popolo a nuove e ulteriori sofferenze – afferma in una dichiarazione all’Huffington Post – i leader internazionali di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, dovrebbero permettere alla Grecia di applicare politiche favorevoli alla crescita che migliorino la vita di tutti non di pochi ricchi”. Un appello rivolto principalmente al Fondo monetario, sulle cui decisioni Washington ha una grande influenza: “se vogliamo che l’economia greca si riprenda le misure di austerity devono finire – ha concluso – il Fondo deve garantire al governo greco la flessibilità e il tempo necessario a far crescere la sua economia in un modo equo”. 

Le dichiarazioni sull Grecia arrivano in un momento in cui la stampa americana comincia a dare maggiore attenzione a Sanders, soprattutto dopo che un suo comizio in Wisconsin ha attirato 10mila persone, una folla oceanica per Stati Uniti. “Questa sera abbiamo scritto una piccola pagina di storia, questa sera abbiamo il maggior numero di persone mai avuto ad un comizio di un candidato” ha detto Sanders che non ha scelto a caso il Wisconsin, governato dal repubblicano Scott Walker che ha varato le famigerate leggi anti-sindacali. E’ infatti tutto ispirato ad una piattaforma economica progressista il programma politico del democratico: salario minimo a 15 dollari all’ora, riduzione del divario tra poveri e ricchi, aumento delle tasse per l’un per cento e Wall Street, riforma di un sistema penale che va a punire sempre i più poveri. Argomenti che gli stanno facendo guadagnare terreno, come mostrano gli ultimi sondaggi in Iowa lo stato dove si aprirà il cammino delle primarie . Clinton rimane in testa ma è il trend che potrebbe essere preoccupante per la macchina da guerra della candidata democratica che in 81 giorni di campagna ufficiale ha raccolto 45 milioni di dollari: da maggio ad oggi è arretrata dal 60 al 52%, mentre Sanders è passato dal 15 al 33%. Non a caso il liberal Huffington Post oggi apre con il titolo “Berniemania”, riecheggiando l’Obamamania scoppiata nel 2008 e che costò ad Hillary allora quella che – anche allora – all’inizio sembrava una candidatura annunciata.

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