Il caso marò al tribunale di Amburgo. E’ scontro tra Italia e India

AMBURGO – Si è aperta davanti al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare di Amburgo la discussione sulle richieste italiane in merito alla questione della Enrica Lexie e dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Sul ‘caso marò’, l’Italia ha attivato il 26 giugno scorso la procedura di arbitrato internazionale, ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. La decisione della corte è attesa fra alcune settimane. Attualmente la vicenda si trova nella fase di costituzione della Corte arbitrale, che dovrà avvenire entro il 26 agosto, e che dovrà successivamente definire le proprie regole procedurali e la propria sede. In attesa dell’iter di costituzione della Corte arbitrale, il 21 luglio l’Italia ha chiesto al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare di Amburgo – a titolo di misure provvisorie e urgenti – che il Fuciliere di Marina Massimiliano Latorre possa restare in Italia, il Fuciliere di Marina Salvatore Girone possa farvi rientro e vengano sospese le procedure della giurisdizione a carico dei Fucilieri in India, nel contesto e fino alla conclusione del procedimento arbitrale.

All’apertura dell’udienza ad Amburgo è intervenuto a nome del governo italiano l’ambasciatore Francesco Azzarello, sottolineando che l’India “disprezza il giusto processo”, ritenendo già colpevoli i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, e sottolineando che i due fucilieri di marina non sono stati ancora incriminati. Da parte indiana è stato sottolineato che si ritiene “offensivo” dire che Girone viene trattenuto in India come un ostaggio. Ma non è yuyyo. Il governo indiano respinge la competenza dello stesso Tribunale e sottolinea “la totale assenza di urgenza”, imputando all’Italia il ritardo nelle procedure giudiziarie indiane. Nel documento l’India usa parole molto dure: secondo New Delhi, “la storia italiana omette aspetti cruciali” e “distorce la realtà” su una vicenda che “non è stato un incidente di navigazione, ma l’omicidio di due indiani commesso da due italiani”. Inoltre, “l’Italia tenta di suscitare compassione” nei riguardi dei due Fucilieri, facendoli apparire “come vittime”, mentre ha un atteggiamento “discriminatorio” nei confronti “di due pescatori innocenti e della sofferenza inflitta alle loro famiglie”.  

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