Parte il Family Day, contro il Ddl Cirinnà

ROMA – Oggi è il giorno del Family Day, la manifestazione contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili. L’appuntamento è alle 14 a Roma al Circo Massimo, dove gli organizzatori contano di contare almeno un milione di persone per condizionare il voto del Parlamento sul disegno di legge. 

Inutile dire che l’evento, costellato da interventi duri, riaccende ancora una volta lo scontro su questo delicatissimo tema. La deputata di Forza Italia Daniela Santanchè afferma addirittura che “al Family day ci sarà la parte sana dell’Italia, quella che non crede che il futuro si chiami utero in affitto e figli surrogati”. E poi: “la sinistra ha gettato alle ortiche la chance del riconoscimento dei diritti alle unioni civili perchè è ancora intrisa di ideologia: peggio per loro, di sicuro non gli permetteremo di mettere a repentaglio valori come il matrimonio tra un uomo e una donna o di dare vita al mercato dei bambini”.

Alla Santanchè fanno eco le parole di Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: “Mi sto recando al Family day per tempo per incontrare e ascoltare la parte migliore d’Italia. La politica oggi deve sentire per poi agire nei luoghi della democrazia in nome del popolo italiano e per il rispetto della Costituzione repubblicana. La partecipazione popolare attraverso tanti di noi diventerà forza legislativa, per tutelare i bambini, la famiglia, il diritto naturale”.  

Questo è il terzo Family Day per riconoscere “il diritto di mamma e papà ad educare i figli e fermare la ‘colonizzazione ideologica’ della teoria Gender nelle scuole”. Quest’anno, tuttavia, gli organizzatori hanno pensato di organizzare l’evento al Circo Massimo, un luogo più grande e adatto a contenere le centinaia di migliaia di partecipanti che sono in arrivo nella Capitale da tutta Italia. Gli organizzatori si aspettano un successo, contando soprattutto su una numerosa partecipazione dei movimenti cattolici, realtà laiche vicine alle loro istanze e rappresentanti di confessioni religiose non cattoliche. La mobilitazione è nata dal basso, spiazzando anche alcuni ambienti della Chiesa, il cui appoggio questa volta sembra comunque più determinato rispetto al 2015. Il presidente della CEI Angelo Bagnasco ha definito la manifestazione “condivisibile” e dalle finalità “assolutamente necessarie”, mentre il Papa, davanti ai giudici della Rota romana ha ricordato, non casualmente a pochi giorni dall’evento, che “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Al Circo Massimo sarà allestito un palco sul lato corto (lato Bocca della Verità), con tre maxi schermi. L’accesso è consentito dalle 12, l’inizio è previsto per le 14 con l’esecuzione dell’Inno nazionale. Inframmezzati da contributi video e letture di Chesterton, Tolkien e Lewis, si susseguiranno alcuni interventi di ospiti stranieri (confermata la presenza di Jennifer Lahl, la leader americana della battaglia contro l’utero in affitto), esperienze di esponenti di movimenti pro-family stranieri sulle battaglie in corso contro il matrimonio gay ed esperienze di famiglie. Concluderà, per le 16, l’intervento del neurochirurgo Massimo Gandolfini, presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli” e organizzatore della manifestazione. Tra le questioni più contestate contenute nel ddl c’è l’estensione alle coppie omosessuali della possibilità di accedere alla cosiddetta “stepchild adoption” (l’adozione del figliastro, ovvero l’adozione del figlio biologico o adottivo di uno dei due partner da parte dell’altro, che di fatto diventa il secondo genitore). 

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