E’ morta Tina Anselmi. Esempio di democrazia

ROMA –  Tina Anselmi e’ scomparsa questa notte all’eta di 89 anni, dopo un lunga malattia. Nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo del 1927.

Durante l’occupazione nazifascista decide di prendere parte alla Resistenza e con il nome di battaglia di ‘Gabriella’ diventa staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi passa al Comando regionale Veneto del Corpo volontari della liberta’. Per tre volte sottosegretaria al ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal 29 luglio 1976 e’ Ministro del lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III: diventa la  prima donna ministro in Italia. Poi e’ stata anche Ministro della sanita’ nei governi Andreotti IV e V. È fra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1981 e’ nominata presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, che termino’ i lavori nel 1985. 

Natada una famiglia cattolica: il padre era un aiuto farmacista di idee socialiste e fu per questo perseguitato dai fascisti, la madre era casalinga e gestiva un’osteria assieme alla nonna. Frequenta il ginnasio nella città natale, quindi l’istituto magistrale a Bassano del Grappa. È qui che, il 26 settembre 1944, i nazifascisti costringono lei e altri studenti ad assistere all’impiccagione di 31 prigionieri per rappresaglia: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza. Con il nome di battaglia di “Gabriella” diventa staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi passa al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Intanto, nel dicembre dello stesso 1944, s’iscrive alla Democrazia Cristiana e partecipa attivamente alla vita del partito. Dopo la guerra si laurea in Lettere all’Università Cattolica di Milano, divenendo insegnante elementare. Nello stesso periodo è impegnata nell’attività sindacale in seno alla Cgil e poi, dalla sua fondazione nel 1950, alla Cisl: è dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948 e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955.  

Dal 1958 al 1964 è incaricata nazionale dei giovani nella Dc. Nel 1963 è eletta componente del comitato direttivo dell’Unione europea femminile, di cui diventa vicepresidente nello stesso anno. Nel 1959 entra nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato, ed è deputata dal 1968 al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso: nel corso del suo lungo mandato parlamentare ha fatto parte delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa molto dei problemi  della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Per tre volte sottosegretaria al ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal 29 luglio 1976 è ministro del Lavoro e della previdenza nel governo Andreotti III: un fatto storico, perché l’Anselmi diventa la prima donna ministro in Italia. Dopo quest’esperienza è anche ministro della Sanità nei governi Andreotti IV e V, diventando tra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, è nominata presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, che termina i lavori nel 1985. Negli anni il suo nome è circolato più volte per la presidenza della Repubblica: nel 1992 fu il settimanale Cuore a sostenerne la candidatura e il gruppo parlamentare La Rete a votarla, mentre nel 2006 un gruppo di blogger l’ha sostenuta attraverso una campagna mediatica che prendeva le mosse dal blog “Tina Anselmi al Quirinale”. 

La storias

Intanto il mondo politico si stringe attoprno alla donna che ha incarnato la difesa della democrazia, la buona politica e una attenzione costante ai valori fondativi della nostra nazione. E’ un coro ad una sola voce quello che ricorda i molti traguardi di colei che in tempi ben lontani dalla stessa idea delle pari opportunita’ ricopri’ per prima la carica di ministro della Repubblica.”Profondamente colpito dalla scomparsa di Tina Anselmi, partigiana, parlamentare, ministro di grande prestigio, ne ricordo il limpido impegno per la legalita’ e il bene comune”, dice da Israele il capo dello Stato. Matteo Renzi la definisce una figura esemplare della storia della Repubblica, una donna di cui Piero Grasso ricorda la “linea di serieta’, dirittura morale, adesione ai principi costitutivi della Repubblica e dell’antifascismo”. 

Con passione e grande impegno personale ha dato – spiega- “un importante contributo alla ricostruzione del Paese dopo gli anni della guerra e della lotta partigiana. E di nuovo e’ stata in prima fila, negli anni dello scandalo P2, impegnata a ricostruire il tessuto morale e civile del Paese”. Ma sono state le donne in politica, a partire dalla presidente della Camera Laura Boldrini, a ricordare quanto i 24 anni di vita parlamentare della deputata veneta abbiano inciso sulla nostra vita politica. Il ritratto di Tina Anselmi e’ ben presente nella Sala delle Donne in politica voluta dalla Presidente a Montecitorio per ricordare il contributo delle donne alla storia istituzionale della Repubblica:”Con Tina Anselmi se ne va una madre della Repubblica, una bandiera delle conquiste delle donne, una straordinaria testimone della tradizione politica del cattolicesimo democratico. 

Giovanissima partigiana, e’ stata per tutta la vita interprete fedele degli ideali della Resistenza, in nome dei quali e’ stata per sei legislature sui banchi della Camera. Ha difeso con fermezza le istituzioni, battendosi da Presidente della Commissione d’inchiesta sulla P2 contro le infiltrazioni dei poteri occulti negli apparati dello Stato. Ha contribuito ad aprire alle donne italiane la strada dell’emancipazione, come prima donna a guidare un ministero, quello del Lavoro, nel 1976″. Stesse parole, “madre della repubblica”, da Anna Finocchiaro; un punto di riferimento costante. Rosi Bindi dice che era una donna che non si arrendeva mai. “Ci ha insegnato i valori della laicita’ e della buona politica e la fedelta’ alla Costituzione”.

Il Pd esprime il suo cordoglio con Lorenzo Guerini che sottolinea il contributo dato dalla parlamentare democristiana   mentre Maurizio Sacconi (Ap) prende atto che oggi si deve registrare che tutta Italia le rende omaggio. Un grande esempio di bella politica per Sinistra Italiana mentre anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi si associa a chi ne ricorda il contributo dato al pieno inserimento delle donne in politica. “Un forte esempio per tutte noi”, spiega Paola Binetti (Ap) E’ Gianfranco Rotondi a dire in chiaro una cosa che si e’ affacciata piu’ volte nella vita politica: Tina Anselmi avrebbe meritato di essere, dopo la prima donna ministro, anche la prima donna al Quirinale. “L’Italia le deve tanto, ben piu’ di quanto si immagini al suo impegno civile”, dice Romano Prodi, mentre Giorgio Napolitano la definisce uno “splendido esempio di attaccamento ai valori democratici e punto di riferimento per i diritti delle donne”. Nel 2004 questo suo contributo fu riconosciuto con una laurea Honoris Causa dalla facolta’ di Sociologia di Trento. La lectio magistralis che tenne quel giorno Tina Anselmi fu sulla  democrazia. “Attingendo ai 24 anni di vita parlamentare – disse – e alle responsabilita’ dirette avute come ministro del lavoro e della sanita’ e, specialmente, come presidente o membro di tre commissioni parlamentari di inchiesta, posso testimoniare che esistono rischi reali che minano le basi di una democrazia”. 

I funerali

I funerali  si terranno venerdì 4 novembre nel Duomo di Castelfranco Veneto. Alla cerimonia parteciperà anche la presidente della Camera Laura Boldrini.

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